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martedì, Settembre 17, 2024

Strasburgo: una risoluzione interviene sulla questione amianto

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Con una risoluzione approvata dalla larghissima maggioranza dell’Aula – 675 voti a favore, 2 contrari e 23 astenuti – i membri del Parlamento Europeo hanno chiesto alla Commissione Europea di intervenire sulla questione amianto

Le principali richieste avanzate a Strasburgo  

Nello specifico, i deputati hanno chiesto alla Commissione di:

1) ridurre i limiti di esposizione professionale all’amianto dall’attuale di 0,1 fibre/cm3 a 0,001 fibre/  cm3 (in linea con i più recenti pareri scientifici);

2) istituire dei registri digitali pubblici nazionali per l’amianto e altre sostanze pericolose presenti negli edifici;

3) presentare una strategia europea per rimuovere tutto l’amianto ancora presente negli edifici (ESRAA) prima dell’inizio di ogni ristrutturazione;

4) dare sostegno ai proprietari di case per la rimozione dell’amianto, attraverso uno screening da effettuare prima dell’affitto o della vendita;

5) predisporre un piano di smaltimento sicuro dei rifiuti di amianto;

6) presentare una proposta legislativa che garantisca il riconoscimento di tutte le malattie professionali, comprese quelle legate all’amianto, e norme minime per il risarcimento delle vittime.

Questo quadro” – si legge in una nota – “dovrebbe contenere nuove proposte legislative e un aggiornamento della normativa vigente sulla protezione dei lavoratori dall’amianto”. 

Un serial killer chiamato “amianto”

Il termine amianto indica i minerali di silicio naturali, friabili, composti da fibre resistenti al calore e alla corrosione. 

In passato è stato ampiamente utilizzato nell’edilizia e nell’industria manifatturiera, per via delle sue straordinarie proprietà.

È possibile trovarlo nell’isolamento di tubi e condotti, materiali ignifughi, guarnizioni di freni e frizioni, cemento e alcune piastrelle per pavimenti in vinile.

Se respirate, le sottilissime fibre di amianto provocano un processo infiammatorio cronico e per un periodo più lungo, l’irrigidimento del tessuto polmonare da parte di depositi fibrosi. 

Ciò compromette la respirazione ed è il sintomo principale dell’asbestosi

Non esiste una soglia minima

Poiché i tempi di latenza, fra l’esposizione e lo sviluppo delle patologie asbesto correlate, sono lunghissimi, i primi sintomi possono manifestarsi anche decenni dopo l’esposizione. 

Se questa si è protratta nel tempo, si può sviluppare un tumore specifico della pleura, chiamato mesotelioma, un cancro la cui prognosi è quasi sempre infausta.

La maggior parte degli studi riporta una sopravvivenza mediana inferiore a un anno dopo la diagnosi e ad oggi non esistono cure miracolose.

Inoltre, poiché non esiste una diagnosi precoce, è quasi sempre impossibile intervenire in tempo, bloccando così l’avanzare della malattia.

Parliamo sopratutto dei lavoratori coinvolti nell’estrazione, nella macinazione, nella produzione o nell’installazione di prodotti a base di amianto.

Tuttavia, non esiste una soglia minima di sicurezza, (ci si può ammalare anche dopo una sola  esposizione).

Oggi, il mesotelioma è il tumore professionale più comune nell’UE.

Solo nel 2019, 90mila europei sono morti per tumori legati all’amianto e parliamo quasi sempre di cifre al ribasso.

In italia, la fibra killer è stata messa al bando con la Legge 257/92. È stata bandita dall’UE nel 2005.

Ciononostante, negli edifici europei sono ancora presenti milioni di tonnellate di amianto.

Green Deal e rischio amianto

Nel prossimo decennio, il Patto Verde europeo (Green Deal) prevede di “rinnovare dal punto di vista climatico” milioni di vecchi edifici.

Saranno pertanto smantellati pavimenti, tubi e tetti.

Senza uno screening adeguato, i lavoratori saranno esposti all’uso massiccio delle fibre di amianto.

Se non si interviene anticipatamente, moltissimi lavoratori saranno vulnerabili alle malattie legate all’asbesto.  

Appare dunque fondamentale, rafforzare le regole atte a proteggere i lavoratori edili dai pericoli dell’amianto, prima che vengano rilasciati miliardi di euro dall’UE per i prossimi lavori di ristrutturazione.  

Ma c’è un altro particolare da non sottovalutare in termini di sicurezza sul lavoro.

L’amianto espone al rischio anche tutti quei lavoratori “distaccati”, che non conoscono la natura dei materiali con cui vengono in contatto. 

Ciò rende estremamente difficile per loro ottenere un risarcimento 30 anni dopo la loro esposizione, quando si sviluppano i tumori

La relazione di Nikolaj Villumsen a Strasburgo

Utile a questo punto leggere qualche passo saliente della relazione di Nikolaj Villumsen.

 “Nel prossimo decennio, i lavoratori edili rischieranno di essere esposti al massiccio uso (passato) di fibre di amianto, sui soffitti polverosi e negli scantinati stretti”.

Mentre gli edifici europei saranno rinnovati dal punto di vista climatico come richiesto dal Green Deal”, ha evidenziato l’eurodeputato danese del gruppo La Sinistra e relatore del testo. 

“Insisto sul fatto che la transizione verde in Europa debba garantire un ambiente di lavoro sicuro”

Anche una minima esposizione all’amianto può essere mortale”. Dobbiamo abbassare la soglia prevista dalla legge”, ha sottolineato il deputato.

“Nessuno dovrebbe morire per colpa del lavoro”.

Al termine del voto, Villumsen ha poi dichiarato “È incredibile. Abbiamo raccolto una grande maggioranza in Parlamento per sbarazzarci di tutto l’amianto mortale in Europa”.

 “Il voto di oggi salverà sicuramente delle vite”.

Il sostegno dei sindacati a Strasburgo

Anche i sindacati hanno sostenuto attivamente la risoluzione.

Su tutti Tom Deleu, Segretario Generale della Federazione europea dei lavoratori edili e del legno (EFBWW).

Deleu ha dichiarato: “Non possiamo voltare le spalle ai lavoratori edili, ai vigili del fuoco, ai minatori e ai lavoratori delle pulizie o dello smaltimento dei rifiuti”.

“ Questi lavoratori sono regolarmente esposti all’amianto. Nessuno dovrebbe essere esposto all’amianto!”  

Cosa accadrà dopo Strasburgo

Nella nuova strategia proposta dalla Commissione per la salute e la sicurezza sul lavoro 2021-2027, l’Esecutivo dell’UE parla di puntare a zero decessi correlati al lavoro. 

Ma l’obiettivo si potrà raggiungere a patto che vengano rispettai i punti chiesti dai parlamentari.

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