L’amianto, o asbesto, è un minerale ampiamente utilizzato nell’antichità, messo al bando con la Legge 257 del 1992. Una legge che ne vieta utilizzo, produzione e commercializzazione proprio a causa della sua pericolosità che ha causato gravi problema alla salute umana e ambientale. Problemi che continua a causare tutt’ora. Non a caso, l’OMS ha calcolato oltre 100 mila morti l’anno nel mondo, causate dall’amianto.
Storia dell’amianto e dei suoi utilizzi
Le proprietà, origini e uso dell’amianto sono note sin dall’antichità. Da quando, secondo alcune credenze popolari, possedeva peculiarità magiche, al ritrovamento di alcune mummie egizie avvolte in teli contenenti amianto, proprio per evitarne il deterioramento. Utilizzato anche in alcuni farmaci, come ingrediente nelle preparazioni, così come racconta il medico naturalista Boezio, questo materiale è stato ampiamente utilizzato e, ancora adesso, l’intero pianeta e i suoi abitanti ne stanno pagando le conseguenze.
Ma, l’asbesto, per le sue proprietà che lo caratterizzano, lo ritroviamo fino alla messa al bando definitiva, impiegato in diversi settori, dall’edilizia all’industria navale: tettoie, tubazioni, materiali isolanti, accessori per automobili, pareti e tanto altro. L’unica soluzione è la bonifica, ma sembra ancora molto lontana, a causa dei problemi di smaltimento.
L’uso dell’amianto come materiale edile
L’uso dell’amianto è stato dovuto a una serie di peculiarità: dalla facilità di produzione, ai costi di produzione bassi, alla sua capacità di resistenza al calore. Grazie anche alla sua capacità di legarsi facilmente con materiali da costruzione, come calce, gesso e cemento, e con alcuni polimeri (gomma, PVC), si è diffuso molto velocemente. L’Eternit, un composto di cemento e amianto, il cui nome deriva dal latino, eternità, è stato brevettato nel 1901 da Ludwig Hatschek. Nel 1912 un ingegnere italiano costruisce per primo una macchina per la produzione di tubi in cemento‐amianto. Il più grande stabilimento di produzione dell’Eternit in Italia è stato attivo fino al 1986 a Casale Monferrato. Una fabbrica che dava lavoro a migliaia di persone ma che ha generato gravissime conseguenze dovute all’esposizione alla polvere di amianto coinvolgendo oltre 3.000 morti su 37.000 abitanti.
Conseguenze dell’amianto sulla salute umana
Le conseguenze negative dell’uso dell’amianto sono iniziati a sorgere dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ma solo nei primi anni ‘90, iniziò ad essere gradualmente vietato, anche se ad oggi sono solo 67 i Paesi in tutto il mondo ad aver aderito a questo divieto. L’Italia, il paese tra i maggiori produttori al mondo, fu il primo a vietarne l’uso. Ma, la preoccupazione, legata all’esposizione e all’insorgere di patologie asbesto correlate, aumenta proprio dai gravi impatti sulla salute umana e ambientale che ne derivano. Ricordiamo che le fibre killer sono invisibili e prive di odore, pertanto è impossibile riconoscere il contatto, e i primi sintomi possono presentarsi anche a distanza di cinquant’anni dall’ultima esposizione.
Regolamentazioni amianto in Italia
Come già anticipato, l’Italia è stata tra i primi paesi in Europa a vietarne uso, produzione e commercializzazione. Grazie alla Legge 257 del 27 marzo 1992 “Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”, alla quale si è susseguita una serie di altre norme volte a regolamentare questo materiale. Una legge che però non implica anche l’obbligo della bonifica. Sarà per questo che ancora oggi nel nostro Paese sono presenti circa 30 milioni di tonnellate di amianto non ancora smaltite. Un numero che spaventa.