I cittadini di Latina si chiedono da tempo come mai i lavori all’ex Garage Ruspi non vengano completati. Lo stop è dovuto all’amianto presente nell’edificio. La notizia arriva dall’assessore ai Lavori pubblici, Pietro Caschera, che ha spigato il problema in commissione.
Uno stop necessario per tutelare la sicurezza degli operai che si stanno occupando della manutenzione e dei residenti. L’asbesto è, infatti, un materiale altamente cancerogeno che causa mesotelioma e diverse patologie asbesto correlate. Malattie che hanno purtroppo, nella maggioranza dei casi esito infausto.
Stop ai lavori, i negozianti chiedono spiegazioni
I negozianti del quartiere hanno sollecitato la fine dei lavori, preoccupati che il cantiere bloccato potesse creare problemi anche alle vendite. L’amministrazione ha così chiarito che prima è stata trovata una condotta non presente nella mappatura del locale tecnico interrato. Questo ha reso necessario cambiare il progetto iniziale. Gli operai hanno poi scoperto l’amianto, durante la demolizione.
La ditta ha così fermato tutto e ha provveduto ad effettuare analisi a campione sul materiale d’asporto, prassi di routine. Le analisi hanno dimostrato la presenza di fibre di asbesto negli strati di guaina. Questo per forza di cose allungherà i tempi della ristrutturazione. La rimozione e lo smaltimento dell’amianto saranno ora affidati ad una ditta specializzata con tutte le certificazioni del caso. Il Comune ha avviato la procedura per l’affidamento della messa in sicurezza che si concluderà il 14 aprile.
Se da una parte, quindi, i tempi dei lavori si dilateranno, dall’altra tutto è stato predisposto per evitare la contaminazione dell’area con fibre di amianto altamente dannose per la salute. Gli operai potranno stare tranquilli e operare poi in completa sicurezza e l’amianto sarà smaltito in siti autorizzati.
Amianto, un minerale altamente pericoloso
L’Ona – Osservatorio nazionale amianto, attraverso il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, che ha uno studio anche nel capoluogo pontino, da sempre si batte contro la fibra killer. Le aziende purtroppo utilizzato l’asbesto per decenni in Italia nell’edilizia, ma anche in altri 3000 utilizzi, contaminando il territorio. Le società hanno continuato ad utilizzarlo anche quando ormai studi scientifici avevano dimostrato che tutte quelle malattie erano causate proprio da questo minerale, tanto utile quanto pericoloso.
Stop alla strage silenziosa
Soltanto nel 1992 è stato messo al bando con la Legge 257. Da allora ne è stato vietato l’utilizzo, ma le bonifiche sono in forte ritardo. Questo purtroppo e la lunga latenza delle malattie asbesto correlate, ha comportato che il picco dei decessi non sia ancora avvenuto. E’ previsto infatti tra il 2025 e il 2030. Di amianto si continua a morire, come spiegato nell’ultima pubblicazione dell’avvocato Bonanni: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022”, ma anche nel VII Rapporto ReNaM dell’Inail che registra soltanto i casi di mesotelioma.
L’Ona ha realizzato anche una App per la segnalazione dei siti contaminati. L’associazione affianca le vittime di amianto e delle vittime del dovere fornendo assistenza legale e medica.