Non ci saranno più animali al circo. Nessun esemplare sarà più imprigionato e addestrato per “divertire” il pubblico. Ieri, 13 luglio, è stata approvata in via definitiva dall’Aula della Camera dei Deputati la nuova legge sullo spettacolo. All’interno una nuova delega al Governo per un decreto legislativo per la “revisione delle disposizioni nei settori delle attività circensi e degli spettacoli viaggianti, specificamente finalizzata al graduale superamento dell’utilizzo degli animali nello svolgimento delle stesse”.
Il Governo, ha spiegato il ministro della Cultura Dario Franceschini, ha già pronto il testo per attuare la nuova delega.
Uno stop graduale, quindi, e non immediato, ma comunque un passo importante che porterà l’Italia ad allinearsi a molti altri paesi, 50 in tutti, che già hanno vietato questo tipo di eventi.
La nuova Legge delega invita anche ad assicurare una nuova vita agli oltre 2mila animali utilizzati nelle attività circensi del territorio.
“Finalmente dopo anni di manifestazioni e petizioni – ha commentato Andrea Casini, responsabile LAV animali esotici – anche in Italia non si potranno più utilizzare gli animali nei circhi e in spettacoli viaggianti. dichiara Andrea Casini responsabile LAV animali esotici.
La nascita del circo
Il circo per definizione è uno spettacolo di giocolieri, equilibristi, illusionisti ed animali addestrati. Questo tipo di intrattenimento popolare è nato in Inghilterra alla fine del Settecento. Le sue origini, però, sono molto più antiche.
Le prime esibizioni di giocolieri e danzatori risalgono agli antichi Egizi. Le pratiche circensi erano legate soprattutto ai riti magici e religiosi, mistici e sciamanici.
La regina Hashepsowe (VI secolo avanti Cristo) è famosa per il suo splendido «Giardino di Ammon» (Giardino del dio Sole). All’interno vivevano leopardi, scimmie, levrieri e giraffe. Più avanti gli Egizi utilizzarono anche gli elefanti africani. Oltre che al culto delle divinità, i serragli erano destinati ai fastosi divertimenti della corte e alla caccia.
Animali al circo, la sensibilità è cambiata
La sensibilità verso le sofferenze subite dagli animali all’interno del circo è cambiata radicalmente nel corso del tempo. Secondo il rapporto Eurispes 2011, infatti, soltanto il 10.1% della popolazione italiana giudicava positivo l’impiego di animali nei circhi. Questa attività è stata inoltre duramente contestata dalle associazioni animaliste, che ritengono eticamente non accettabile che gli animali vengano utilizzati per il divertimento umano. Secondo questa visione la detenzione, l’addestramento e gli spettacoli non sarebbero compatibili con le caratteristiche etologiche degli animali stessi.
Alcuni studi precedenti smentivano questa tesi, arrivando a sostenere che gli animali non proverebbero sofferenza ad essere privati della libertà, costretti a viaggi estenuanti, costretti in spazi troppo limitati per le loro specie.
Con gli anni però le cose sono cambiate. “Le esibizioni con gli animali nei circhi – è la convinzione di Paola Valsecchi, etologa del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell’Università degli Studi di Parma -non dovrebbero essere ammesse perché nulla di quella vita rispetta il loro benessere. A partire dall’addestramento a cui sono sottoposti per fare esercizi del tutto innaturali per la loro etologia. Addestramento che si basa sull’uso di punizioni e coercizioni. Sono animali selvatici anche se nati in cattività, non hanno fatto un percorso di domesticazione che comporta un processo di selezione artificiale”.
Animali nei circhi, uno spettacolo diseducativo
Un altro aspetto negativo è quello legato ai bambini e a quello che si vuole insegnare loro: “La loro esibizione (degli animali, ndr), – ne è convinta Valsecchi – è altamente diseducativa. Veicola un messaggio di supremazia dell’essere umano sull’animale (tigri e leoni che saltano a comando nel cerchio). Li rende ridicoli (orsi che vanno in bicicletta) e induce i bambini a credere che quella sia la loro vita e che stiano bene. Ma non è così. Non solo il trasporto è critico, ma anche la vita in gabbie non idonee, e molti sono perennemente legati. La presenza di pubblico, suoni e rumori può essere molto stressante soprattutto per i felini”.
La legge è più volte intervenuta per garantire la migliori condizioni possibili per queste creature, ma evidentemente non basta più. Molti di questi spettacoli vengono, inoltre, ormai disertati.
L’Ona, Osservatorio nazionale amianto si è schierato più volte dalla parte dei più deboli, che possono essere le vittime amianto, quanto un ambiente bistrattato e calpestato. Il benessere degli animali, molte specie sono ricordiamolo in via di estinzione, è importante perché territorio, ambiente e salute sono correlati e devono essere sempre tutelati.