Uno sportello amianto per trovare informazioni e soluzioni: l’intervento dell’avvocato Bonanni, presidente dell’Ona, ha sollevato il dibattito e fatto emergere la necessità di un’azione incisiva a livello territoriale a Latina
Uno sportello amianto sul sito del Comune di Latina. Questa la proposta emersa in commissione Ambiente nel pomeriggio di oggi, 12 aprile, dopo l’intervento del presidente dell’Ona – Osservatorio nazionale amianto. Uno dei punti all’ordine del giorno della commissione presieduta dalla consigliera Roberta Dellapietà, era proprio le segnalazioni di amianto abbandonato ai margini dei canali di bonifica.
L’avvocato Ezio Bonanni, che da anni è al fianco degli operai vittime dell’amianto nella provincia pontina e in tutta Italia, ha sintetizzato in una mezz’ora la problematica legata all’utilizzo dell’asbesto fino al 1993. Anno in cui è entrata in vigore la Legge 257 che lo ha messo al bando.
Amianto in quasi tutti gli edifici precedenti al 1993
“Tutti gli edifici costruiti fino a quella data – ha spiegato Bonanni – potrebbero contenere amianto, nelle tubature, nelle pavimentazioni, nelle coperture. Se una mappatura nel Lazio è stata eseguita nel 2015, gli edifici privati non sono mappati. In questo senso dovrebbe spingersi lo sforzo dell’amministrazione comunale, per partire verso la bonifica necessaria per evitare malattie e decessi”.
Mappatura: 23 edifici contaminati a Latina
Dopo aver delineato la questione a livello nazionale, con migliaia di siti ancora contenenti amianto, Bonanni ha fornito alcuni dati sulla provincia di Latina. Sono 63 le strutture contaminate sul territorio, 23 delle quali a Latina. Qui 2 sono luoghi di culto, 2 esercizi commerciali e 2 siti industriali. Altri sono banche e uffici. In provincia ci sono ancora 9 scuole in cui è stata registrata la presenza dell’amianto. Questa mappatura è, però, tutt’altro che completa.
Sportello amianto, Bonanni: “Il cittadino va supportato”
Partendo dall’esempio dell’ex garage Ruspi, i cui lavori si sono fermati proprio per il rilevamento di amianto, il presidente dell’Ona ha spiegato cosa è possibile fare a livello comunale. Una delle criticità che ferma le bonifiche sono i costi di queste operazioni, sempre a carico del privato. Se un cittadino, quindi, anche durante una ristrutturazione trova il minerale killer deve bloccare tutto e affidarsi a una ditta specializzata. Prima deve anche presentare un piano di rimozione con il supporto di un tecnico e anche questo passaggio ha un costo. Quindi spesso rinuncia.
“Il Comune allora potrebbe intanto informare e supportare il cittadino. E poi ove possibile firmare convenzioni con gli ordini professionali e con le ditte specializzate per ottenere prezzi calmierati. Poi potrebbe farsi carico, anche con fondi regionali, del controllo sanitario sui lavoratori esposti ad amianto. La Regione Campania per esempio, lo ha attuato. Si tratta della prevenzione secondaria molto importante per avere diagnosi precoci delle terribili malattie causate dall’asbesto, tra le quali il mesotelioma, ma anche il tumore del polmone, dello stomaco, della laringe, del colon e delle ovaie”.
Sito e sportello amianto, la proposta in commissione Ambiente
A questo punto è intervenuto il consigliere Vincenzo Valletta, della Lega, che ha proposto un link sul sito del Comune con un form in cui richiedere informazioni e dove segnalare eventuali presenze di amianto. Potrebbe rispondere un’associazione o una ditta specializzata attraverso un protocollo d’intesa. A Valletta si è associato anche il consigliere Roberto Belvisi, sempre della Lega. Annalisa Muzio (ex candidata a sindaco con Fare Latina), ha proposto, invece, con il consigliere Andrea Chiarato (Fratelli d’Italia), proprio uno sportello amianto. Qui sarebbero pubblicati i dati riguardanti il Comune di Latina, le aziende accreditate per le bonifiche e tutte le informazioni sul tema.
L’Ona al fianco delle vittime
Tutti hanno apprezzato l’intervento dell’avvocato Ezio Bonanni che da anni denuncia i ritardi nelle bonifiche e i problemi di chi viene colpito dalla malattia asbesto correlata. Spesso resta solo, nel percorso di cura e difficilmente riesce ad ottenere il giusto risarcimento se non dopo estenuanti procedimenti giudiziari.
Tutto è ben delineato nell’ultima pubblicazione del presidente Ona: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022”. Per conoscere invece i casi di mesotelioma si può consultare il VII Rapporto ReNaM dell’Inal pubblicato all’inizio del 2022, anche se i numeri sono fermi al 2018. L’Ona per contribuire alla mappatura ha realizzato una App nazionale per la segnalazione dei siti contaminati.