Il bonus per la rimozione e lo smaltimento amianto è stato prorogato fino al 30 giugno del 2022. Infatti il Superbonus 110% è stato ufficialmente rinnovato e, grazie a esso, è possibile effettuare i lavori per rimuovere l’amianto, ma a determinate condizioni.
Il bonus amianto 2021 non è altro che la possibilità di usufruire degli incentivi previsti nel Superbonus 110%, che ha lo scopo di aiutare i cittadini a svolgere lavori per l’efficientamento energetico. In particolare, per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici, il decreto legge 59/2021 prevede che si possano installare usufruendo di questo incentivo fino al 31 dicembre 2022, ma solo se si è eseguito almeno fino al 60% dei lavori entro il 30 giugno 2022. L’installazione di pannelli solari può essere un’ottima occasione per svolgere la bonifica e la rimozione di amianto dai propri tetti.
Smaltimento amianto: il lavoro delle imprese
L’incentivo consente alle imprese di procedere con lo smaltimento dell’asbesto negli edifici in ristrutturazione.
Le imprese edili sono libere di decidere e di eseguire degli interventi di smaltimento per tutte le tipologie di fibra.
Edifici, manufatti e costruzioni di tutta Italia sono attenzionati per questo lavoro.
Se vengono eseguite tutte le regole imposte per la rimozione sicura della sostanza cancerogena, i soggetti avranno diritto a ricevere un credito d’imposta del 50%.
Per poter usufruire di questa possibilità, gli interventi ammessi sono i seguenti:
- Smaltimento e rimozione di eternit (cemento-amianto)
- Rimozione e smaltimento di amianto in lastre, tubi, sistemi di coibentazione ecc.
Nella spesa complessiva ci sono anche le spese per le varie consulenze professionali e le perizie tecniche che servono per procedere con i lavori.
Smaltimento amianto: storia e leggi
L’amianto è stato uno dei materiali da costruzione più funzionali e per questo ha avuto un’importante diffusione a livello mondiale.
Negli anni Ottanta già si iniziava a parlare di rimozione, fino ad arrivare all’obbligatorietà di farlo.
Ecco che si inizia a parlare di incentivi di modo che, questo materiale dannoso, venga eliminato e smaltito in modo sicuro.
In Italia, la legge che mette al bando l’amianto è quella del 1992, dopo la famosa causa contro l’asbesto da parte dei lavoratori di Casale Monferrato.
Negli anni la legislazione italiana si è evoluta e gli sforzi della società sono sempre aggiornati tanto da arrivare a parlare di agevolazioni e bonus.
Dopo tutto, purtroppo, ci troviamo ancora con tante zone contaminate, non si è arrivati ad una completa rimozione.
Smaltimento amianto: guida pratica
La prima cosa da precisare è che, non deve mai essere eseguito lo smaltimento dell’amianto “fai da te”.
Bisogna ribadire sempre che si tratta di un materiale apparentemente innocuo, ma le sue fibre sottilissime si inebriano silenziose dentro i tessuti umani.
Esiste l’obbligatorietà per la rimozione?
In realtà si è chiamati, cittadini privati e/o aziende, a segnalare sempre la presenza di amianto. Diventa obbligatorio quando l’esito di valutazione del rischio esce positivo, ciò comporta la consapevolezza che si è a rischio e quindi occorre intervenire tempestivamente.
Esistono delle imprese che si occupano delle bonifiche, sono regolarmente iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali (istituito nel 2004).
Attraverso il decreto ministeriale del 6 settembre 1994 è scattata l’obbligatorietà di segnalare la presenza di amianto.
La convivenza con l’amianto è ancora lunga
Sul nostro territorio c’è tantissimo materiale da rimuovere e ci vorrebbe un tempo davvero lungo per riuscire a bonificare tutto.
Ogni anno ci troviamo a contare circa 6000 persone morte a causa del mesotelioma e le altre malattie asbesto correlate.
L’Osservatorio Nazionale Amianto, presidiato dall’avv. Ezio Bonanni, controlla l’aspetto ambientale e sanitario in correlazione con la fibra killer.
Purtroppo si dovrà convivere ancora per tantissimi anni con questo problema. Il presidente parla di circa 100 anni di morti dovute da questa malattia e così anche per le bonifiche.
Sono anni che si cerca di far ripartire il giro delle bonifiche, le mappature sono di vecchia data ormai e pure, le strumentazioni per lavorare ci sono.
Manca il giusto nesso tra parte volitiva e parte pratica, c’è qualcosa che non si riesce a legare, tanto è vero che la situazione odierna non è alquanto rassicurante.
Oltre 40 milioni di tonnellate di amianto sono ancora sparse per tutto il Paese. La fortuna, se così vogliamo chiamarla, è che la maggior parte dei siti da bonificare presenta amianto compatto e quindi risulta meno pericoloso. È anche vero che, non si deve sottovalutare mai, neanche l’amianto compatto, visto che comunque è lì da quasi 30 anni.
Bisogna mettere in piedi un’equipe, produttiva e preparata; deve esserci qualcuno che garantisca giorno per giorno controlli su tutto il territorio italiano.
È doveroso sviluppare una forma di propaganda, continua nel tempo, per sensibilizzare le persone, per cercare di coinvolgere più cittadini possibili.
Serve personale attivo sul territorio, aggiornamenti continui e manovre di lavoro per far ripartire a ritmo le bonifiche.
Il materiale ancora presente è davvero eccessivo, non basta qualche bonifica, c’è bisogno di avviare un’operazione salva Paese.