Ne è trascorso di tempo da quando è stata scoperta la pericolosità dell’amianto. Eppure, il percorso di bonifica di tutti gli edifici per i quali è stato largamente utilizzato questo materiale nocivo per l’ambiente e la salute non è ancora giunto al termine. Purtroppo, essendo stato utilizzato fino all’inizio negli Anni ’90, prima della messa al bando del suo impiego, l’amianto è ancora ampiamente presente all’inderno di numerosi edifici, pubblici e privati. La situazione smaltimento amianto sembra essere ancora a una fase intermedia.
Purtroppo, la situazione dello smaltimento dell’amianto ancora oggi non volge al termine per due principali motivi. Innanzitutto, per effettuare lavori di rimozione di questa sostanza i costi sono abbastanza alti; inoltre, essendo un’operazione molto delicata deve essere svolta esclusivamente da personale altamente qualificato.
L’ampio utizzo dell’amianto prima dello smaltimento
L’amianto è stato scoperto negli Anni ’50, quando era sinonimo di avanguardia e ancora non si era consapevoli della sua potenziale pericolosità. Proprio per questa mancata conoscenza del suo lato scuro, se ne è fatto largo utilizzo negli anni a seguire, soprattutto nei lavori di edilizia. I fogli di amianto venivano impiegati principalmente nei rivestimenti dei tetti e nella costruzione delle tegole, quindi esposti ad eventuali intemperie, che non ne garantivano la giusta conservazione. Non solo, le misture di asbesto venivano anche utilizzate nell’isolamento termico delle caldaie, nei rivestimenti ignifughi degli impianti elettrici, nelle cisterne e serbatoi. E ancora, nelle canne fumarie, nelle pareti e nei pannelli divisori. Addirittura, sono state trovate tracce di amianto negli elementi termoisolanti degli elettrodomestici, come il forno da cucina, il ferro da stiro e freni e frizioni delle automobili.
Solo trent’anni dopo dalla sua scoperta e il suo ampio utilizzo, negli Anni ’80, si è iniziata a esprimere qualche perplessità riguardo l’azione delle molecole di amianto che venivano disperse nell’aria. Non si trattava solamente di un danno ambientale, ma anche di un pericolo per la salute pubblica. Infatti, essendo stato perlopiù utilizzato nei rivestimenti esterni degli edifici, l’amianto era soggetto a deterioramento a seguito dell’azione degli agenti atmosferici ai quali era sottoposto. Il danneggiamento, infatti, rende questa sostanza maggiormente friabile e l’azione del vento fa sì che le fibre di asbesto si disperdano nell’ambiente, provocando danni anche alla salute umana.
Smaltimento amianto: a che punto siamo?
Dopo aver gradualmente ridotto l’utilizzo di amianto, nel marzo del 1992 è stata emanata la nuova legge di messa al bando dell’uso dell’absesto. La stessa ne ha anche impedito la commercializzazione. Un evento significativo, ma che non è bastato ad arrestare il problema. Infatti, essendone stato fatto un ampio utilizzo, principalmente nelle operazioni di ricostruzione a seguito delle demolizioni causate dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, ancora oggi lo smaltimento è in corso. Le prime bonifiche sono iniziate a seguito della messa in vigore della legge sul divieto. Ma sono numerosi, ancora oggi, gli edifici che presentano tracce di questa sostanza killer.
Ancora oggi, dopo più di trent’anni dall’uscita delle legge che vieta l’utilizzo, lo smaltimento non è ancora giunto al termine. Ma potrebbe essere arrivato a una fase intermedia. Sono ancora tante le strutture che presentano rivestimenti, soprattutto sui tetti e sulle tegole, con misture di eternit. Le pratiche per riconoscerlo sono però abbastanza semplici e veloci. Basterà, infatti, informarsi sull’anno di costruzione dello stabile o del periodo in cui è stato effettuato il successivo rivestimento. In alternativa, controllare il marchio di fabbrica del manufatto, generalmente individuabile sul rivestimento stesso.
Qualora si prendesse consapevolezza di eventuali tracce di amianto nei materiali di costruzione dell’edificio, bisognerà prontamente denunciarlo all’ente competente territoriale. Purtroppo, i costi per la bonifica dell’amianto e il conseguente smaltimento sono ancora oggi molto alti. Eppure, per incentivarne il processo lo Stato negli ultimi anno ha promosso numerosi incentivi per le aziende, ma anche per i privati. Si tratta dell’unico modo per favorire e velocizzare lo smaltimento dell’eternit per giungere a una soluzione definitiva. Bisogna, infine, sempre ricordare che per la bonifica e lo smaltimento occorre rivolgersi a ditte autorizzate e competenti nel proprio territorio, le cui liste sono facilmente consultabili anche on-line.