Smaltimento amianto, in Friuli bonificare è impossibile

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Uno dei problemi relativi allo smaltimento amianto è quello del blocco dei depositi e delle discariche. In varie zone d’Italia. La denuncia arriva questa volta dalla consigliera regionale del Friuli, Mara Piccin, di Forza Italia.

Una notizia molto grave che blocca di fatto le bonifiche amianto per le quali sono state stanziate diverse somme. L’asbesto (sinonimo di amianto), è un materiale molto pericoloso per la salute. Per questo è stato messo al bando in Italia con la Legge 257/1992. Nonostante ciò ancora è presente in tanti edifici pubblici e privati, nelle scuole e negli ospedali.

Secondo una stima dell’ONA – Osservatorio nazionale amianto, ci sarebbero ancora 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti asbesto (sinonimo di amianto). Le malattie causate dalla fibra killer, in primis il mesotelioma, sono in aumento. Raggiungeranno il picco massimo nel 2025-2030, come ha denunciato l’Avv. Bonanni ne “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Edizione 2022“.

Smaltimento amianto, il caso Friuli

Secondo la consigliera regionale sarebbe impossibile smaltire i materiali contenenti amianto. Molte amministrazioni proprio in questo momento hanno reso disponibili contributi per chi volesse bonificare edifici anche privati, ma è poi difficile conferirli in discariche adeguate.

 “A fare le spese del mancato smaltimento amianto – ha dichiarato Piccin – sono i cittadini e le aziende del settore, impossibilitate a lavorare”.

L’edilizia è uno dei settori a maggior rischio. Fino al 1992, infatti, l’amianto e quindi i minerali serpentini (crisotilo) e anfiboli, tra i quali l’amosite e la crocidolite, sono stati miscelati con il cemento per realizzare le nostre case e i luoghi pubblici che quotidianamente frequentiamo. Il maggior numero di mesoteliomi censiti nel VII Rapporto ReNaM è proprio tra coloro che hanno svolto attività di lavoro in edilizia.

Fu la multinazionale Eternit che produsse negli anni questi materiali, tanto da lasciare all’amianto anche questo ulteriore sinonimo.

“Come ho potuto apprendere da segnalazioni ricevute dal territorio – ha continuato la consigliera regionale – i centri di raccolta provvisori sono bloccati da inizio dicembre, anche in Veneto. Non soltanto: per le aziende che si occupano anche dello smaltimento di materiali contenenti amianto, è impossibile conferirlo pure in altre discariche del nord Italia e all’estero (in particolare in Germania, Austria o Spagna)”.

“A monte – sottolinea Piccin – c’è stato il blocco della procedura autorizzativa per l’ampliamento della piazzola dedicata allo smaltimento di materiali contenenti amianto di Porcia. Qui giungono i materiali dalle piazzole dove vengono depositati in via transitoria, pure esse ormai sature”.

Bonifiche, come smaltire l’amianto

Da 15 anni, l’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni sostengono che soltanto la bonifica, prima di tutto con lo smaltimento amianto, permette di vincere questa battaglia. Tutti devono fare la loro parte, le istituzioni in primo luogo e anche gli stessi cittadini. Questi ultimi possono segnalare la presenza di materiali in amianto attraverso l’App dell’Ona.

Dove fosse necessario bonificare, i cittadini possono contattare l’Associazione al numero verde 800 034 294 e chiedere un parere per iscritto (consulenza gratuita).

L’Avv. Bonanni si batte da anni per sostenere legalmente, ma non solo, le persone colpite dalla fibra killer e per sensibilizzare gli Enti preposti alla necessità della bonifica. Il fenomeno può essere arginato e, infine, sconfitto soltanto evitando che la divisione in fibre, sempre più sottili, ne permetta l’insinuazione nel corpo umano, in particolare nei polmoni e nella pleura.

E allora le parole chiave per raggiungere questo obiettivo, in sicurezza per gli operai che se ne occupano, sono quelle dell’incapsulamento, del confinamento e dello smaltimento. Tutto questo ovviamente diventa difficile se non impossibile, se non ci sono siti adeguati dove conferire l’amianto.

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