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martedì, Settembre 10, 2024

Sin, resta alto l’eccesso di mortalità nelle aree contaminate

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L’eccesso di mortalità nei Sin – Siti di interesse nazionale (per inquinamento), è stabile. Se nel periodo 2006-2013 era del 2,7%, nel periodo che arriva fino al 2017 è del 2,6%. I dati sono del Quinto rapporto Sentieri (Studio epidemiologico nazionale territori e insediamenti esposti a rischio inquinamento).

Il progetto, partito nel 2006, è coordinato dall’Istituto superiore di sanità e finanziato dal ministero della Salute. Dal 2014 il Progetto Sentieri fa parte del Programma statistico nazionale, nel settore Ambiente e territorio.

Nel periodo preso in considerazione dallo studio (dal 2013 al 2017) nei 46 siti nazionali monitorati dalla sorveglianza epidemiologica Sentieri si è verificato un eccesso di 1668 decessi l’anno.

Incidenza di mesoteliomi 3 volte più alta

I tumori maligni causano oltre la metà (56%), degli eccessi osservati. In particolare la mortalità per mesoteliomi totali risulta in eccesso di tre volte nei siti con presenza di amianto e quella per mesoteliomi pleurici di più di due volte nell’insieme dei siti con amianto e aree portuali. Il tumore del polmone è in eccesso del 6% tra i maschi e del 7% tra le femmine.

Aumenta, poi, la mortalità per tumore del colon retto nei siti caratterizzati dalla presenza di impianti chimici, del 4% tra i maschi e del 3% tra le femmine, e del 6% per il tumore della vescica negli uomini residenti nei siti con discariche.

Per chi vive vicino a uno dei 46 Sin aumenta anche il rischio di ospedalizzazione che, nel periodo 2014-2018, per tutte le cause naturali nell’insieme dei 46 siti, è risultato del 3% sia per gli uomini che per le donne. Nei bambini e ragazzi in età pediatrico-adolescenziale (0-19 anni) la crescita è stata registrata nel 43% delle aree contaminate. Per i giovani (20-29 anni) anche sale, nel 15% nelle aree studiate.

Sin, pressioni ambientali molteplici per i cittadini

“Alcune esposizioni, come quelle all’amianto, sono purtroppo ben note alla sanità pubblica proprio perché causano morti e malattie misurabili con precisione – ha spiegato il prof. Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss – altre sono meno note ed è talora difficile attribuire gli eccessi ad agenti specifici”.

L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, ha più volte ricordato che l’amianto è l’unica causa del mesotelioma. Le fibre killer possono provocare, però, anche il tumore del polmone, della laringe, della faringe, delle ovaie e del colon. E ancora l’asbestosi, le placche pleuriche e tante altre patologie asbesto correlate. Purtroppo in Italia è stato utilizzato in quantità sempre maggiori fino agli anni ’80 e poi ancora fino al 1992, anno della sua messa al bando per legge. Il fenome che portato una lunga scia di morte, è delineato ne: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022“. Secondo il VII Rapporto ReNaM i casi di mesotelioma crescono ogni anno. I dati, però non sono completi e la questione è sottostimata. L’Ona conta, invece, circa 7mila decessi l’anno.

Sin, fondamentali le bonifiche

“Certo è che le pressioni ambientali, per queste popolazioni – ha continuato Brusaferro – sono molteplici, e spesso si mescolano con lo svantaggio socio-economico, producendo indicatori di segno negativo e ponendo la questione dell’importanza dei determinanti ambientali”.

Il rapporto Sentieri pone di nuovo sotto gli occhi di tutti l’importanza di proseguire con le bonifiche. Così come di mantenere attivo il sistema di sorveglianza epidemiologico. E di fornire informazioni esaurienti a tutti i portatori di interesse (amministrazioni pubbliche, autorità sanitarie e ambientali, comitati, cittadini).

Non bisogna dimenticare, però, che in Italia oltre i grandi siti contaminati, ci sono anche circa un milione di micrositi da bonificare. Per contribuire alla mappatura l’Ona ha realizzato anche una App per segnalarli.

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