L’Osservatorio Nazionale Amianto mette in guardia anche i familiari dei lavoratori esposti e chiede anche per loro una sorveglianza sanitaria:
“Anche i familiari delle vittime dell’amianto che non hanno mai subito un’esposizione diretta con questo minerale killer possono contrarre patologie asbesto correlate”, lo rende noto l’Osservatorio Nazionale Amianto in seguito ad un’attenta e scrupolosa analisi delle segnalazioni pervenute.
L’amianto uccide da padre in figlio
“Purtroppo gli stessi padri, rientrati a casa stanchi da lavoro, avevano lo stesso la forza di abbracciare e baciare le loro mogli e i loro figli, totalmente inconsapevoli del fatto che le loro tute da lavoro erano impregnate da fibre di amianto che sono state, quindi, riportate anche negli ambienti famigliari”.
Queste le dichiarazioni dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA Onlus).
“Sarebbe necessario attivare anche per loro un protocollo di sorveglianza sanitaria, per cercare di prevenire quello che purtroppo per i loro padri non è stato possibile fare. Non si può sempre aspettare che il danno venga compiuto, bisogna prevenire”.
L’ONA ha riscontrato molti casi di mogli e figli di lavoratori esposti o ex lavoratori esposti. Questo anche se le vittime non hanno mai avuto alcun tipo di contatto diretto con l’amianto. Si sono ugualmente ammalati e, alcuni di loro, purtroppo sono deceduti.
I riferimenti alla letteratura scientifica
L’Avv. Ezio Bonanni fa riferimento alla letteratura scientifica.
Così la monografia IARC:
“At present, it is not possible to assess whether there is a level of exposure in humans below which an increased risk of cancer would not occur”, che corrisponde alla traduzione:
“Al momento non è possibile determinare l’eventuale presenza di un livello di esposizione umana al disotto del quale non sussiste un aumento del rischio di contrarre il cancro”.
Inoltre, il Prof. Irving Selikoff in “Asbestos and disease” del 1978, in ordine all’esposizione a basse dosi, ha precisato: “the trigger dose may be small, in some cases extraordinarily so” (Selikoff, Asbestos and Disease, Accademy Press 1978, Relationships – second criterion, p. 162).
Quindi, egli afferma che una dose “straordinariamente piccola” di fibre di amianto, può costituire la scintilla che porta al mesotelioma, ovvero la c.d. trigger dose. Proprio per questo è necessario che le istituzioni intervengano per fermare questa carneficina.
Amianto in Italia e nel mondo: una minaccia ancora presente
Ricordiamo che l’amianto è ovunque. Dagli edifici pubblici a quelli privati, dagli ospedali alle tubature degli acquedotti. Ma, soprattutto, ad oggi, sono ancora 2.400 le scuole che pongono a rischio circa 350.000 studenti e 50.000 dipendenti, tra docenti e non docenti.
In Italia sono oltre 6.000, e 107.000 nel mondo, i decessi per via delle diverse patologie che l’amianto provoca. Neoplasie come mesoteliomi, tumori polmonari, alla laringe, faringe, esofago, fegato, colon e ovaio. Patologie infiammatorie come asbestosi, placche pleuriche ed ispessimenti pleurici ed, infine, anche complicazioni cardio-vascolari.
Il grido di Antonio Dal Cin, Coordinatore nazionale ONA
“E’ arrivato il momento di fermare questa strage”, grida a gran voce Antonio Dal Cin, Coordinatore Nazionale ONA, “Basta giocare con la vita delle persone. È arrivato il momento che anche le vittime dell’amianto, equiparate alle vittime del terrorismo, ricevano la giusta attenzione e assistenza.
Io, malato di asbestosi, da anni mi faccio portavoce di tutti coloro che, a causa dell’esposizione all’amianto, sono costretti a vivere una vita sapendo che la loro aspettativa sarà nettamente inferiore rispetto alla norma e, al tempo stesso, limitante. Chi si trova nella nostra condizione comincia a morire giorno per giorno, una volta scoperta l’infausta diagnosi”.