Sono trascorsi ben 11 anni dal decesso del sig. Romano Posarelli, ma finalmente è stata fatta giustizia. L’avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto è riuscito a mettere con le spalle al muro la Solvay, titanio dell’industria.
La morte dell’operaio giunse dopo un’agonia di 122 giorni. In presenza della moglie, Maria Luisa Filippi, e del figlio Massimiliano. Il figlio da allora non si è mai arreso e già all’epoca accettò l’incarico di coordinatore della sede ONA di Rosignano.
La Solvay condannata al risarcimento di tutti i danni
Il giudice del Tribunale di Livorno Sara Maffei ha dato ragione alla vittima con una sentenza storica che rappresenta tanto per tutte le vittime amianto, ma soprattutto per gli operai della stessa industria chimica che si sono ammalati nel corso del tempo e che ancora non hanno ottenuto giustizia.
Nel dettaglio, la sentenza contiene l’accoglimento delle domande risarcitorie, sia della vittima alla quale sono stati attribuiti 88mila euro, con gli interessi dalla data della morte, sia per gli stretti congiunti per la perdita parentale.
Occorre tener conto anche della relativa giovane età della vittima che all’epoca dei fatti aveva 70 anni. Inoltre, alla vedova sono stati destinati 270mila euro a titolo risarcitorio e al figlio 200mila euro.
Le conclusioni del Presidente ONA
“La magistratura del Lavoro del Tribunale di Livorno ha affermato l’importante principio della tutela risarcitoria sia per la vittima primaria, che per i suoi familiari. Con piena applicabilità delle tabelle del Tribunale di Milano”.
Dichiara Ezio Bonanni, difensore dei ricorrenti!
“E ha così smentito le tesi dell’Avv. Giulio Ponzanelli che, assumendo l’assenza di deduzione e prova del danno, oltre che della lesività dell’ambiente di lavoro, contestava il diritto delle vittime ad ottenere il risarcimento. Finalmente giustizia per i familiari di Romano Posarelli.”
Conclude il legale:
“Con l’amarezza che, ad assistere alla lettura della sentenza, c’era solo il figlio Massimiliano perché la mamma è stata stroncata da un cancro”.
La storia del processo Solvay e l’impegno dell’ONA
La vicenda giudiziaria nasce da un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Livorno che ottenne il rinvio a giudizio dell’Ing. De Gaudenzi, direttore Solvay, per il reato di omicidio colposo.
Nel 2015 finalmente ha inizio anche il procedimento civile innanzi il Tribunale di Livorno. La Solvay all’epoca negava la condizione di rischio, ma l’impegno dell’ONA è stato inarrestabile.
L’associazione capitanata dall’Avv. Ezio Bonanni ha proseguito con la sue attività di tutela con la partecipazione dell’Avv. Isabella Sardella e dell’Avv. Saverio Rossi.
Massimiliano, figlio di Romano è già da tempo impegnato accanto all’associazione, proprio su richiesta del padre. Difatti, Romano, prima di passare a miglior vita ha chiesto al figlio di unirsi a questa battaglia contro quelli che spesso si rilevano essere i titani delle industrie. Così, Massimiliano non ha mai mollato la presa e ha continuato a combattere in trincea.
Grazie all’attività di Massimiliano, l’associazione è riuscita a raccogliere le prove di centinaia di casi di malattie asbesto correlate, e questo ha costituito il presupposto della tutela in sede giudiziaria che prosegue con decine e decine di altri casi.
I servizi di assistenza e segnalazione ONA
L’ONA assiste tutti coloro che sono stati esposti ad amianto e ad altri cancerogeni. Inoltre, l’associazione ha messo a disposizione una nuova APP per permettere a tutti i cittadini di effettuare segnalazioni amianto.
L’APP è scaricabile a questo link, ma è presente anche sul Play Store Google. Mentre per coloro che hanno bisogno di supporto telefonico, resta a disposizione il numero verde 800 034 294.