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domenica, Settembre 8, 2024

Senato boccia ristoro per le famiglie dei medici morti per Covid

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Nessun ristoro alle famiglie dei medici morti per Covid, il Senato ha bocciato l’emendamento. Durante la prima fase della pandemia, quando non c’erano neanche i più elementari dispositivi di protezione. Quando non c’era un piano pandemico da seguire, li abbiamo chiamati angeli, eroi, li abbiamo applauditi dai balconi. Poi, come spesso accade in Italia, li abbiamo presto dimenticati.

Il subemendamento 2.1500/32 presentato dalla senatrice Maria Cristina Cantù (Lega), non è stato approvato. Aveva già avuto il parere contrario della commissione Bilancio ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, ma era stato, ritirato e riformulato come Ordine del giorno, accolto dal governo. Invece non è passato.

Presidente Federazione Ordini dei medici deluso da scelta Senato

Il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, è profondamente amareggiato: “La mancata approvazione del subemendamento presentato dalla senatrice Maria Cristina Cantù è un’occasione persa. L’occasione di dimostrare gratitudine ai medici che hanno dato la loro vita per continuare a curare durante la pandemia”.

“Dispiace che non si siano trovati i fondi – ha continuato Anelli – per poter dare un ristoro anche simbolico, oltre che economico, alle famiglie di questi colleghi, medici di famiglia, liberi professionisti, specialisti ambulatoriali, odontoiatri. Famiglie che, in molti casi, sono, insieme alla perdita umana, rimaste prive dell’unica fonte di sostentamento e alle quali sono negati gli indennizzi Inail”.

Operatori sanitari deceduti: Giusto riconoscere sacrificio

Più della metà dei medici che hanno perso la vita a causa del Covid non sono dipendenti del Sistema sanitario nazionale e le loro famiglie non sono dunque indennizzabili da parte dell’Inail. I familiari dei medici dipendenti dal Ssn potrebbero, invece, ricevere un ristoro Inail affrontando comunque procedure complesse.

In totale dall’inizio della pandemia i medici italiani hanno pagato il loro contributo con 369 vittime. Si tratta per lo più di medici di famiglia e di guardie mediche. “È giusto – ha spiegato il presidente della Fnomceo – che ora il Paese riconosca il loro sacrificio, il sacrificio delle loro famiglie e provveda a quanti sono rimasti a ricordarli, sopportando, oltre al dolore della perdita, situazioni economiche anche drammatiche”.

Dello stesso avviso l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’ONA – Osservatorio nazionale amianto, che da anni è al fianco delle famiglie dei lavoratori morti a causa dell’asbesto e delle vittime del dovere. Anche grazie al contributo dell’Ona i medici che sono morti dopo aver contratto il Covid-19 sono state equiparati alle vittime del dovere.

Ona: infortunio da Covid-19 è un infortunio sul lavoro

Una decisione, quella del Senato, che ripropone la tutela legale dei diritti, anche quelli degli operatori sanitari. L’Osservatorio nazionale amianto e l’avvocato Ezio Bonanni, fin da subito, hanno classificato l’infortunio da Covid-19 come infortunio sul lavoro.

Il personale sanitario che ha contratto il Covid-19, ha diritto al riconoscimento dello status di vittima del dovere. Le infezioni da virus sono considerate malattie infortunio, ed in quanto tali, se contratte in occasione del lavoro, danno diritto all’indennizzo Inail.

Qualora l’infezione sia dovuta alla negligenza del datore di lavoro, è dovuto anche il risarcimento del danno differenziale. In caso di decesso, sono dovute le prestazioni Inail di reversibilità ed anche il risarcimento dei danni iure proprio. In tale, nefasta, ipotesi ai familiari, spetta anche la prestazione economica una tantum del Fondo delle vittime di gravi infortuni sul lavoro, prevista anche per i lavoratori non assicurati con l’Inail.

Durante la puntata “Lavoratori e Tutele nell’era del coronavirus” gli ospiti hanno ampiamente approfondito il tema.

Un momento della trasmissione “Lavoratori e Tutele nell’era del coronavirus”

Ona: “Decisione del Parlamento non condivisibile”

“La decisione del Parlamento – ha commentato l’avvocato Ezio Bonanni – di non approvare la disposizione di legge e l’indennizzo dei medici deceduti per Covid 19 nell’adempimento del loro dovere non è condivisibile dal punto di vista giuridico oltre che morale. Per tali ragioni, come Ona e come Osservatorio vittime dovere, dobbiamo rimarcare che in realtà queste tutele possono essere conseguite sulla base dei principi generali del nostro ordinamento.

In particolare per quanto riguarda l’indennizzo vi è la tutela Inail e altre forme di tutela. In ordine al risarcimento, invece, si può agire nel modo ordinario, a carico del datore di lavoro. Quindi in questo caso le Asl.

Queste tutele riguardano anche coloro che sono dipendenti di strutture private, che potranno agire contro coloro per cui hanno svolto servizio. Inoltre i medici di base possono agire a carico delle Asl, anche se non vi è per loro un vero e proprio lavoro subordinato. Infatti, in questo caso, valgono gli obblighi di tutela. Inoltre, c’è sempre il diritto al conseguimento dello status di vittima del dovere. I principi sono quelli che ho già evidenziato nell’articolo del 3 aprile 2020″.

L’Ona e l’assistenza legale

L’Ona assiste le famiglie delle vittime di amianto e delle vittime del dovere con una prima assistenza gratuita. Poi le segue passo passo in tutte le fasi di richiesta fino ad un eventuale procedimento giudiziario. Per richiedere una consulenza on-line è possibile utilizzare lo sportello on-line o contattare il numero verde 800 034 294.

L’Ona si batterà anche per la tutela dei medici e del personale paramedico e sanitario.

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Numero verde ONA

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