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domenica, Gennaio 26, 2025

Scrittura: come si è evoluta? Un mistero irrisolto 

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La scrittura fu introdotta tra il IV e il III millennio a.C nelle civiltà fiorite in Mesopotamia, Iran, India ed Egitto. Come si è evoluta e quali erano i suoi scopi è tuttora oggetto di discussione.

Il ruolo della scrittura: “verba volant, scripta manent” 

La scrittura è uno dei parametri più importanti per misurare lo sviluppo di ogni civiltà.

Attraverso di essa è possibile capire usi e costumi dei nostri antenati. Tutte “prove” inconfutabili, tramandate ai posteri, riassumibili nel detto scripta manent, verba volant”.

Purtroppo, non sempre si è riusciti a decifrare correttamente la scrittura antica e non si è nemmeno riusciti a capire il passaggio evolutivo dalle forme arcaiche a quelle più recenti. Partiamo dai primi esempi di scrittura e cerchiamo di fare luce.

Iniziamo il nostro viaggio dalla Mesopotamia. 

Partire dalla quella che è definita “la culla della civiltà”è importante, perché è da qui che è avvenuta la traduzione biblica.

Scrittura: la tavoletta del Diluvio 

Nella biblioteca di Assubanipal (Re degli Assiri) è stata trovata la famosa “tavoletta del Diluvio”. Essa mostra chiaramente il legame fra la civiltà mediorientale paleo babilonese e assira e i testi biblici della Genesi. Ci fornisce inoltre utili indizi per tentare di scoprire l’evoluzione della scrittura e i suoi scopi originari.

I testi biblici della Genesi 

La Genesi è il capitolo più tardo della Bibbia e racconta la storia del diluvio universale.

Esso scaturisce dalla collazione di alcuni scribi e dalla elaborazione di tradizioni religiose e semitiche diverse.

A prova di ciò, nel prologo, nelle prime frasi della prima tavoletta dell’epopea di Gilgamesh, Dio è chiamato con due nomi diversi: YHV ed EI, cioè Hallah, Elohim.

Parlando di Gilgamesh, il testo racconta di come imparò la scrittura.

Egli disegnò sull’argilla delle parole attraverso dei segni protocuneiformi, che ricordavano le tracce delle zampe lasciate da un uccello sulla sabbia. 

Le prime forme scritte 

In Mesopotamia meridionale furono trovate le prime tavolette attestanti l’uso della scrittura durante il IV millennio a.C

I segni grafici incisi raffigurano degli oggetti, degli animali, numeri o segni che si riferiscono a delle Istituzioni. Cosa che indicherebbe un uso della scrittura per scopi burocratici.

Il loro senso, almeno dal punto di vista visivo, è abbastanza chiaro. Non si può tuttavia comprendere il linguaggio parlato della civiltà che li realizzò. 

Si può solo ipotizzare che si tratti di un antico linguaggio sumero, ma non c’è certezza. 

Contesti secondari 

Le tavolette sono state trovate in “contesti secondari”. Che vuol dire?

Significa che non sono state trovate in un archivio ma in edifici abbandonati, per terra. Intorno al 3.000 a.C., esse si usavano come una sorta di piattaforma, come degli scalini per raggiungere punti più alti.

Impossibile datare i reperti 

Tra il 3.500 e il 3.000 a.C. ci fu probabilmente un’eruzione solare, un’anomalia nell’atmosfera, qualcosa di cui non si ha notizia, ma che ha reso impossibile datare i reperti attraverso l’indagine al radiocarbonio.

Ogni 5700 anni il contenuto di radiocarbonio infatti si dimezza e non è più misurabile perché l’attività è troppo bassa.

La scrittura in Cina

In Cina, la scrittura nacque per degli scopi diversi.

Le ossa oracolari di età Shang risalenti al XIII-XI secolo a.C. (età del bronzo della Cina), con un ritardo di circa mille/duemila anni rispetto a quello che ara avvenuto in Mesopotamia, mostrano una scrittura ideografica che è tuttora utilizzata. I primi a utilizzarla erano degli “sciamani spie” al soldo di dinastie avversarie, che incidevano di nascosto le ossa per dare dei responsi falsati.

Egitto: a cosa serviva la scrittura? 

La forma più nota di scrittura è data dai geroglifici. Nel 3.200- 3.300 a.C, lEgitto era un’unica nazione unificata militarmente e venerava il Faraone. Per questa popolazione, la scrittura serviva a gestire, a livello burocratico, l’intero Paese. I geroglifici potevano essere scritti da destra a sinistra e viceversa; dall’altro in basso e viceversa. Essa subì un’evoluzione fonetica nel I millennio a.C.

India e arte vascolare 

In India, le prime forme di scrittura compaiono su dei vasi di terracotta. Questi si utilizzavano quale merce di scambio.

L’alfabeto devanagari sarebbe nato intorno all‘VIII secolo, come ulteriore evoluzione della scrittura brahmi, utilizzata nella regione della valle dell’Indo sin dal V secolo a.C.

Secondo gli studiosi, si tratterebbe di un adattamento indiano delle scritture semitiche, arrivate in India attraverso la Mesopotamia.

L’Acropoli di Susa

Nel corso di una spedizione francese dell’Ottocento, si trovarono vasi, sculture e tavolette in argilla cruda o terracotta, recanti dei segni che vengono indicati come “scrittura proto-elamita”.

Questo sistema non decifrato, si sarebbe sviluppato tra il 3.050 e il 2.900 a.C. e ha delle caratteristiche comuni con la scrittura della Mesopotamia (di cui abbiamo parlato all’inizio dell’articolo).

Anche in questo caso, la datazione al radiocarbonio è impossibile.

Questa volta, i segni si riferiscono a dei numeri e a dei nomi. Cerchi e tacche rappresentano le unità, i triangoli invece indicano le Istituzioni, i templi, le case o i magazzini di persone specifiche. Infine si trovano iscrizioni identificabili come i sigilli dei proprietari, che servivano a garanzia delle transazioni economiche (fra il 3.300 e il 3.000). Le tavolette erano dei documenti d’archivio che registravano trasferimenti di cereali, animali, prodotti caseari.

Nel 1.900 a.C. questa scrittura fu abbandonata.

Scrittura lineare 

La successiva scrittura lineare (2.100 a.C) è di difficile interpretazione. Essa era data da un sistema fonetico, puramente sillabico, di pseudo testi e segni non standardizzati che solitamente riportavano dei rituali.

Conclusioni 

Come abbiamo visto, ogni civiltà ha elaborato il proprio sistema di scrittura per scopi completamente diversi. 

Abbiamo altresì realizzato che le prime forme erano date da segni grafici e non fonetici. 

Lo step successivo fu l’evoluzione della scrittura, da segno a rappresentazione fonetica del linguaggio.

Una domanda sorge spontanea: la scrittura meta lineare che conosciamo dal 2.300 a.C. in poi e quella che scompare ne 2.900 appartengono allo stesso sistema? Ancora non si sa. 

Riferimenti bibliografici 

Massimo Vidale – Università di Padova (Le scritture scomparse) 

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