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domenica, Gennaio 26, 2025

Scaccolarsi il naso? Può provocare demenza e Alzheimer

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Un nuovo studio effettuato sui topi, ha svelato che scaccolarsi il naso potrebbe aumentare il rischio di sviluppare l’Alzheimer e la demenza.

Scaccolarsi non è solo una pratica disgustosa

Scaccolarsi il naso è sicuramente una delle pratiche più disgustose che possiamo immaginare. 

Si stima che ben nove persone su dieci si dedichino a questo, per cosi dire, “sport”.

Mentre i benefici non sono chiari, secondo uno studio, questa “usanza” danneggia i tessuti interni e potrebbe provocare l’Alzheimer e la demenza. 

A scatenare il tutto, sarebbe un batterio chiamato Chlamydia pneumoniae, che può infettare gli esseri umani e causare la polmonite.

Questa, la tesi avanzata da un team di ricercatori della Griffith University in Australia.

Gli scienziati sono arrivati a tale conclusione, dopo aver eseguito dei test sui topi lo scorso febbraio.

Un batterio che provoca infezione nei ratti

L’esperimento ha mostrato che nei ratti, i batteri potevano viaggiare su tutto il nervo olfattivo e arrivare dalla cavità nasale fino al cervello. Inoltre, quando c’erano danni all‘epitelio nasale (il tessuto sottile lungo il tetto della cavità nasale), le infezioni nervose (nervi olfattivi, bulbo olfattivo e cervello) peggioravano.

In risposta all’infezione, il cervello del topo iniziava a depositare la proteina amiloide-beta, le cui placche si trovano in concentrazioni significative nelle persone malate di Alzheimer. 

«Siamo i primi a dimostrare che Chlamydia pneumoniae può andare direttamente sul naso e nel cervello dove può scatenare patologie che assomigliano alla malattia di Alzheimer».

Ciò accade perché, il nervo olfattivo del naso è direttamente esposto all’aria e offre un breve percorso verso il cervello, che bypassa la barriera emato-encefalica.

Questo il commento del neuroscienziato James St John, capo del Clem Jones Center for Neurobiology and Stem Cell Research, co-autore della ricerca.

«Abbiamo visto che ciò accade in un modello di topo e le prove sono potenzialmente spaventose anche per gli esseri umani».

In aggiunta, il batterio C. pneumoniae ha assalito velocemente il sistema nervoso centrale dei topi, nell’arco di 72 ore.

I ricercatori hanno aspettato che i topi si scaccolassero? 

Se vi siete posti questa domanda, sappiate che la risposta è negativa!

I ricercatori hanno inserito il batterio Clamidia pneumoniae direttamente nel naso dei topi.

Scaccolarsi il naso è pericoloso per gli uomini?

In realtà, ancora non è certo che la pratica abbia gli stessi effetti negli esseri umani. Né si è dimostrato che le placche amiloide-beta, carattere distintivo dell’Alzheimer, siano collegabili alle stesse, anche se «pensiamo che i batteri e i virus siano fondamentali»- spiegano gli esperti.

In ogni caso, lo studio potrebbe aiutare gli scienziati a comprendere e magari combattere questa comune condizione neurodegenerativa.

«Dobbiamo effettuare questo studio sugli esseri umani per confermarlo», dice St John.

«La ricerca non è stata ancora completata. Quello che sappiamo è che questi stessi batteri sono presenti negli esseri umani, ma non abbiamo capito come ci arrivano».

Ulteriori studi si concentreranno sullo “scaccolarsi”

Il team di St John prevede di studiare gli effetti dello scaccolamento sugli esseri umani. 

Essi si baseranno su test olfattivi in pazienti dai 60 anni in su. Il professor St John, spiega infatti che la perdita dell’olfatto è un indicatore precoce del morbo di Alzheimer. In ogni caso, gli scienziati suggeriscono che tale malsana abitudine, insieme a quella di togliersi i peli dal naso, danneggia il tessuto nasale protettivo.

Il professore ha anche trasmesso alcune preziose indicazioni su come proteggersi dal disagio neurologico legato allo scaccolamento.

La ricerca è stata sostenuta dalla Goda Foundation e dal Menzies Health Institute Queensland (Australia) e pubblicata su Scientific Reports.

Conclusioni sulla pratica: trattiamo bene il nostro naso 

Ebbene, prima di iniziare a tenere le mani legate dietro la schiena o indossare lo scafandro per evitare qualsiasi tentazione, bisogna tenere a mente che stiamo parlando di uno studio condotto solo sui topi.

Ma se per qualsiasi motivo dovessimo cedere, sarebbe bene cercare di non trattare le nostre narici come un pozzo da trapanare con le dita.

Fonti 

Chlamydia pneumoniae può infettare il sistema nervoso centrale attraverso i nervi olfattivi e trigemini e contribuisce al rischio di malattia di Alzheimer” di Anu Chacko, Ali Delbaz, Heidi Walkden, Souptik Basu, Charles W. Armitage, Tanja Eindorf, Logan K. Trim, Edith Miller, Nicholas P. West, James A. San Giovanni, Kenneth W. Beagley e Jenny A. K. Ekberg, 17 febbraio 2022, Relazioni scientifiche.
DOI: 10.1038/s41598-022-06749-9

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