Mirco Zanoli ha fatto della lotta all’amianto nel suo paese, San Cesario sul Panaro, una missione. È il vice coordinatore della sezione di Carpi dell’Osservatorio nazionale amianto, ma si definisce il “manovale” dell’organizzazione.

“Quello che va a rompere le scatole all’amministrazione – ci ha detto il consigliere comunale di Rinascita locale quando lo abbiamo raggiunto al telefono per capire come si lavora per liberare il territorio dall’asbesto – se ci sono ritardi o mancanze”.
Quello di San Casario sul Panaro è, infatti, un esempio positivo di impegno civico che si è concretizzato in molteplici bonifiche dalla fibra killer lasciata sul territorio dopo decenni di utilizzo del minerale che è, purtroppo, altamente cancerogeno.
L’amianto è ancora presente sul territorio
Dopo la messa al bando del 1992 le aziende non hanno più potuto utilizzare l’amianto, ma la legge non ha imposto le bonifiche e le fibre killer hanno continuato a mietere vittime. A distanza di 30 anni dalla legge la situazione è ancora più pericolosa, perché il materiale che non è stato rimosso è ora deteriorato. Le fibre si disperdono, quindi, molto più facilmente nell’aria continuando a causare le patologie asbesto correlate. La peggiore è il mesotelioma, tanto che l’INAIL dal 1993 tiene un registro dei casi, consultabile nel VII Rapporto ReNaM.
Come spiega da anni l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Ona, ne “Il libro bianco delle morti da amianto in Italia – ed. 2022”, però, le malattie provocate dall’asbesto sono tante. Tra queste il tumore del polmone, ma anche della laringe, della faringe, delle ovaie e del colon.
La bonifica della cartiera di San Cesario
“Alcuni anni fa – ci ha raccontato Zanoli – siamo partiti con un gruppo di cittadini formando il comitato ‘Soccorso al territorio’. Dialogando con un amico consigliere siamo riusciti a bonificare un’enorme tettoia di amianto in pieno centro storico a 100 metri da un asilo di San Cesario.
Sempre grazie a Francesco Sola ho conosciuto Andrea Rossi, coordinatore di Ona Carpi, persona davvero molto preparata. Lui è l’anima tecnica di Ona, io sono più il manovale, quello che rompe la scatole al Comune e cerca di accelerare i tempi. Sono diventato il suo vice e la collaborazione con Ona Carpi è partita anche per l’ecomostro della cartiera di San Cesario. Un’area industriale dismessa, con diverse centinaia di mq di amianto. Anche grazie all’intervento del presidente Ona, l’avvocato Bonanni, siamo riusciti a smaltirlo. Sempre vicino alla scuola.
Bonificate una segheria e un caseificio
La stessa cosa abbiamo fatto – ha continuato il vice coordinatore Ona – con un altro capannone industriale dismesso: l’ex Ventieri, una segheria bonificata dai proprietari anche per poter poi costruire sull’area.
Tutta la zona che cingeva l’asilo e il nostro centro storico è stata, così, completamente liberata dall’amianto”.
In pochi anni, nonostante il Covid, è stato possibile raggiungere un enorme risultato.
“Tra gli altri successi rientra la bonifica dell’ex caseificio ‘Nuova sega’: 3500 mq di amianto. Il Comune non sapeva nemmeno che ci fossero. Un’altra aerea industriale dismessa che siamo riusciti a ripulire è stata l’Emiliana Rottami con 7mila mq di amianto crivellato, nel giugno 2019, da una grandinata impressionante.
Nonostante abbia trovato un documento con un parere vincolante che imponeva al Comune lo smaltimento nel febbraio del 2020 ancora nulla era stato fatto. Così anche in quel caso sono intervenuto chiedendo conto e l’amianto è stato rimosso”.
Zanoli: “Ora puntiamo a un altro ecomostro”
L’impegno di Zanoli non finisce qui: “Ora stiamo lavorando ad un altro ecomostro che abbiamo messo in sicurezza nel 2020. Dalle foto della valutazione del 2019 fu evidente che l’amianto andava bonificato almeno per le lastre sopra al tetto. Invece il tecnico considerò lo stato del materiale ‘non pessimo’ e non ha dato l’ordine di tirar via almeno le lastre sparse. Ci stiamo lavorando e dopo due ordinanze contingibili urgenti almeno quelle sono state asportate. Sono oltre 4mila mq di amianto”.
San Cesario, la nuova mappatura
Durante il convegno “#Amianto: dalla prevenzione primaria al risarcimento delle vittime”, è stata presentata la mappatura aggiornata del Comune realizzata con i droni dalla Aerodron.
“La situazione amianto sul territorio è varia: ci sono le stalle degli animali, ancora la cartiera, alcune segherie, dei frigo da frutta. Le aree industriali sono ancora piene di amianto. Si stimano ancora 100mila mq da bonificare. Il nostro lavoro non è finito, ma devo ringraziare l’Ona perché ci ha permesso di salvare tante vite umane. Ora dobbiamo lavorare – ha concluso Zanoli – anche per eliminare l’amianto dalle tubature dell’acqua e far valere quel principio di precauzione che ci differenzia da tanti altri Paesi del mondo”.