I salmi non sono solo uno strumento di devozione e preghiera. Alcuni “salmi imprecatori” della Torah e della Bibbia lo dimostrano.
Salmi imprecatori: altro che perdono!
I cosiddetti “salmi imprecatori” sono dei versetti velenosi attraverso cui si scaglia la divina collera nei confronti dell’avversario.
Da sempre contenuti nei testi sacri della Bibbia ebraica (תנ”ך) dove venivano chiamati Tehilim (תהילים, o “lodi”) e nelle scritture cristiane, servivano come “innario” usato nel tempio di Gerusalemme, nella sinagoga, o nel culto privato.
La sconcertante scoperta del significato
Fin quando la messa era celebrata in latino, in pochi riuscivano a cogliere le sfumature dense di acredine dei versetti.
I nodi sono venuti al pettine, quando sotto il pontificato di Paolo VI nel 1965, si celebrò la prima messa in “volgare”.
La traduzione non lasciò infatti spazio a fraintendimenti e sfumature di ogni sorta.
Altro che perdono e porgi l’altra guancia!
Perché scrivere dei salmi imprecatori?
Le versioni sono tante.
1) Per alcuni biblisti protestanti, le maledizioni erano uno strumento di “progressione” verso il divino, una sorta di monito affinché l’uomo avesse delle certezze sul Dio;
2) C’è poi chi spiega la loro esistenza in chiave antropologica culturale.
Essi sarebbero stati partoriti da persone dedite alla pastorizia, da nomadi, dalla morale involuta, che usavano la violenza quale unico mezzo di comunicazione.
Insomma rappresentavano lo strumento attraverso cui a quei tempi ci si faceva giustizia da soli.
3) Altri studiosi, portando avanti una raffinazione di questa ipotesi, ritengono che i salmi avessero quale funzione quella di demandare a Dio la vendetta dell’uomo sul suo simile.
Una spiegazione di nicchia
Infine, una certa nicchia di pensatori crede che in realtà i salmi non avessero una funzione “apotropaica” di preservare cioè il fedele, l’uomo pio dall’empietà dei malfattori e neppure quella di chiedere vendetta.
Essi probabilmente erano degli strumenti a difesa dello spazio sacro o della persona che governava il culto attorno al quale i salmi si svolgevano.
In questa ottica, il salmo imprecatore apparteneva solo alle persone che esercitavano il culto e che venivano colpite in quattro protettori del culto. Era un’arma a difesa della manifestazione divina e di tutto ciò che era sacro.
Com’è finita la storia dei salmi imprecatori?
Il Concilio Vaticano II, nel 1964 ha rimosso i salmi o meglio alcuni versetti dei salmi imprecatorie dalla ritualità. Nella Liturgia delle Ore manca ad esempio circa il 5% del Salterio, inclusi tre salmi integralmente omessi (si tratta dei salmi 58 (57), 83 (82) e 109 (108).
Lo stesso avvenne nelle chiese evangeliche, dove si preferì evitare di leggere o di cantare testi biblici imprecatori non conformi allo spirito del vangelo.
Lista dei maggiori salmi imprecatori
La lista include il Salmo 69 e il Salmo 100, i Salmi 5, 6, 11, 12, 35, 37, 40, 52, 54, 56, 58, 79, 83, 91, 109, 137, 139, e 143
Un esempio? il Salmo 69:24 afferma verso Dio: “Riversa su di loro il tuo furore, li raggiunga l’ardore della tua ira”
Quante imprecazioni!
Oltre alla Bibbia ebraica, altri salmi imprecatori si possono leggere nel Nevi’im (la letteratura profetica).
I libri di Osea, Michea, e Geremia, per esempio, sono definiti “topoi imprecativi”.
Nella Torah, (terzo sermone di Mosè nel libro del Deuteronomio), il profeta viene mostrato nell’atto di elencare, in forma di litania, le maledizioni che sarebbero cadute su Israele se il popolo si fosse ribellato a Dio.
Anche Giosuè, circa 100 anni dopo la morte di Mosè, aveva la sua bella lista di imprecazioni.
E altre ancora
Nel Nuovo Testamento, Vangelo di Matteo 23:13 si legge “Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; poiché né entrate voi né lasciate entrare coloro che stanno per entrarvi”.
Matteo 26:23–24 “Ed egli, rispondendo, disse: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto mi tradirà. Il Figlio dell’uomo certo se ne va secondo che è scritto di lui; ma guai a quell’uomo per mezzo del quale il Figlio dell’uomo è tradito! Sarebbe stato meglio per lui di non essere mai nato»“.
Lettera ai Corinzi 16:22 “Se qualcuno non ama il Signor Gesù Cristo, sia anatema! Maran-atha.”..
Galati 1:8–9 “Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi predicasse un evangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia maledetto. Come abbiamo già detto, ora lo dico di nuovo: Se qualcuno vi predica un evangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia maledetto“.
Galati 5:12 “Oh, si facessero pur anche mutilare coloro che vi turbano!“.
Timoteo 4:14 “Alessandro, il ramaio, mi ha fatto molto male; gli renda il Signore secondo le sue opere”
Apocalisse 6:10 “e gridarono a gran voce dicendo: «Fino a quando aspetti, o Signore, che sei il Santo e il Verace, a fare giustizia del nostro sangue sopra coloro che abitano sulla terra?»”.
La versione di San Tommaso
Nella Somma teologica (II-II, 25, 6, ad 3) San Tommaso offre la seguente spiegazione: “Le imprecazioni del genere, che si riscontrano nella Sacra Scrittura, si possono spiegare in tre modi.
Primo, come predizioni, e non come aspirazioni. In questo senso, p. es.: “Sian travolti i peccatori nell’inferno”, significa che “saranno travolti”.
Secondo, come aspirazioni: però nel senso che il desiderio mira non alla pena dei colpevoli, ma alla giustizia di chi punisce, conforme alle parole della Scrittura: “S’allieterà il giusto quando vedrà la vendetta”. Poiché neppure Dio quando punisce “si rallegra della perdizione degli empi”, ma della sua giustizia: “perché giusto è il Signore, e ama la giustizia”.
Terzo, riferendo il desiderio all’eliminazione della colpa, e non alla punizione stessa: e cioè si brama che i peccati siano distrutti e che gli uomini si salvino” .
Fonti
http://www.sbf.custodia.org
Fuoco Sacro
Wikipedia