Le rune scandinave sono un alfabeto epigrafico e fonetico, su cui si basa un sistema di divinazione. Parliamo dell’argomento con Ernesto Fazioli, esperto in materia.
Ernesto Fazioli spiega le Rune scandinave
Ernesto Fazioli è un esperto di rune scandinave. Dal 2007 coordina il Museo Internazionale dei Tarocchi a Riola di Vergato (Bo).
Ha al suo attivo numerosi saggi, dove la cultura ermetica si unisce alla scoperta dei misteri delle città e dei più celebri personaggi del passato.
Un viaggio alla scoperta delle Rune
D. Com’è è nato l’interesse per l’ermetismo e in particolare per le rune celtiche?
R. Dal 1980 mi sono dedicato alla ricerca ermetica – antropologica, con particolare interesse alla storia, l’origine, la cultura e lo sviluppo dell’ermetismo. L’interesse si è esteso alle rune, astrologia, tarocchi, magia del giardino, nonché al simbolismo dell’arte. Queste ricerche sono state trasferite in corsi; seminari, libri, mostre, conferenze e incontri in Italia e all’estero.
Il mio interesse per le rune nasce dagli anni Novanta del secolo scorso, quando lessi un libro che ne descriveva la tecnica divinatoria. Il fascino di questo mondo mi ha poi condotto ad approfondire l’argomento, corredando i miei studi con ricerche di tipo storico. Approfondendo le ricerche è nato anche l’interesse per la mitologia e la cultura norrena, trasformando un semplice interessamento in una passione vera e propria.
Etimologia della parola
D. Ci può spiegare l’etimologia della parola “runa”?
R. La parola nordica run parla di “mistero” o “segreto”. Il legame tra questa parola e il mistero traspare dai molti significati riportati e ricorre anche nella forma runo che, in finlandese, indica un verso poetico di natura eroica o cosmogonica, ma anche un incantesimo.
Storia delle rune
D. Cosa sono le rune: cenni storici, mitologici, chi le ha scoperte, a cosa servono?
R. Le rune sono un alfabeto epigrafico e fonetico (chiamato Fuþark dalle prime sei lettere che lo compongono), conosciuto a tutte le popolazioni germaniche. E’ composto da pochi segni, così da potere essere inciso su materiali molto resistenti come il legno, il metallo, la pietra o ancora pelli di animali. Le origini storiche delle rune continuano a rimanere un mistero. Il reperto archeologico più antico con iscrizioni runiche risale al II secolo d.C.
Le teorie principali sulle loro origini formulate nel corso dei secoli sono state molteplici. Tra le varie tesi si è ipotizzato un adattamento dell’alfabeto latino da parte del popolo germanico, venuto a contatto con la cultura romana; oppure un adattamento dell’alfabeto corsivo greco, attraverso l’intermediazione dei Goti. Oggi si ritiene più probabile la nascita attraverso una frammistione dell’alfabeto latino con gli alfabeti nord italici, anche se non risulta ancora chiaro il confine tra le due sequenze alfabetiche.
Mitologicamente, invece, fu il dio Odino che, desideroso di apprendere ogni forma di saggezza, accettò di appendersi all’albero del mondo e di rimanere sospeso per nove notti, ferito dalla propria lancia, senza mangiare né bere. Al termine di questo sacrificio iniziatico autoimposto, egli poté evocare le rune.
Diversi tipi di rune
D. Quanti tipi di rune esistono?
R. Quando si parla di rune si vuole intendere il sistema di scrittura nordico, che ha subito diverse trasformazioni nel corso del tempo. Il Fuþark Antico (in uso dal II/VIII secolo d.C. circa) è la più antica forma di alfabeto runico conosciuto, composto da ventiquattro lettere. Il FuÞark Recente a sedici segni (in uso dal IX-XI secolo d.C. circa) presenta diverse varianti epigrafiche, mentre nel Medioevo furono aggiunte altre lettere in quello che viene chiamato il FuÞark Medievale (in uso dal XI-XVI secolo d.C. circa): il loro numero è aumentato fino a raggiungere circa trenta caratteri.
Poemi runici
D. I poemi runici: cosa sono e di cosa parlano?
R. Esistono tre principali poemi che descrivono ogni singola lettera collegata a una stanza poetica che ne colora le caratteristiche, secondo il principio dell’acrofonia. Ad esempio la prima runa F è connessa al termine Fehu, che descrive – attraverso la connessione etimologica con il ‘bestiame’ – la ricchezza esteriorizzata mobile.
Il più antico è il Poema Runico Anglosassone, è composto da ventinove stanze, ognuna delle quali ha un numero variabile di righe (da due a cinque). Ogni stanza è preceduta dal carattere runico cui la stessa è dedicata.
Il Poema runico norvegese viene attribuito a un autore norvegese del XIII secolo, e ogni runa è collegata a una strofa di due versi, in cui la prima riporta il nome del carattere grafico, mentre la seconda fornisce informazioni, spesso enigmatiche, collegate al soggetto.
Il Poema Runico Islandese dovrebbe risalire al XV secolo. Esso consiste in sedici brevi strofe, più elaborate rispetto al modello norvegese, per descrivere le rune del Futhark scandinavo. Nonostante l’alfabeto runico islandese contenesse più lettere, nel poema ne sono riportate solo sedici, forse basandosi su di un precedente testo originale perduto.
Questi tre poemi sono tra le fonti principali cui attingere per comprendere il senso di ogni graffito.
Un sistema divinatorio o un alfabeto?
D. Alfabeto o divinazione: parliamo dei due aspetti legati alla rune
R. Sin dai primi studi su questo alfabeto nacquero due scuole di pensiero. Chi afferma che sono solo un alfabeto, le cui lettere possono essere state usate – come per ogni altro alfabeto – per iscrizioni magiche; e invece chi afferma il contrario, ovvero che ogni runa sia l’espressione di un potere divino per cui ritenute entità viventi aventi proprietà magiche. Tale capacità traspare anche dall’iscrizione Noleby scoperta nel 1894 e datata da Sophus Bugge (filologo norvegese e linguista) al VII secolo d.C. L’iscrizione sulla pietra significa “rune di origine divina” o ‘“rune dipingo, che derivano dagli déi”.
In ogni epoca sono comunque stati ritrovati reperti archeologici che possono essere considerati amuleti o iscrizioni magiche.
Il potere magico delle rune
D. Alcune scuole di pensiero (legate alla magia) ritengono che le rune abbiano poteri molto forti. Che siano addirittura lo strumento magico più potente in assoluto e che sia pericoloso utilizzare alcune di esse, per creare amuleti o tatuaggi. Secondo lei è vero?
R. No.
Rune, amuleti e tatuaggi
D. Ha senso creare amuleti e tatuaggi raffiguranti le rune? E’ solo una moda?
R. Partiamo dal presupposto che non amo particolarmente i tatuaggi, anche perché da un punto di vista storico non esiste la certezza che fossero in uso, almeno nel modo in cui vengono utilizzati oggi. Molti dei tatuaggi, infatti, rappresentano simboli che non appartenevano al mondo vichingo o pre-vichingo e probabilmente non riproducono neppure elementi runici. La moda di questi tatuaggi è stata molto incentivata da fiction e film, che a volte – per motivi narrativi – hanno un po’ deviato dalla realtà storica, reinterpretandola.
Come specificato molti degli amuleti risalgono all’epoca medievale, tranne pochissimi esempi, per cui occorre avere la consapevolezza che sono elaborazioni tarde che risentono dell’influenza che l’ermetismo ebbe verso il XV/XVI secolo che raggiunse anche l’ambito nordico.
L’interesse per le rune ai nostri giorni
D. Oggi si sente parlare sempre più spesso delle rune. A cosa si deve questo crescente interesse?
R. Oggi le rune – dopo molti anni di oblio – sono state sdoganate e spogliate dai tristi collegamenti che le legavano a un certo periodo storico. Cominciano così a occupare un posto di rilievo anche da un punto di vista culturale.
Molti libri storici, archeologici interessanti sono in commercio, e molte sono le derivazioni divinatorie che è possibile trovare sul mercato. Spesso questi ultimi sono rielaborazioni personali degli autori che li hanno prodotti.
Da questo punto di vista, il mio consiglio è sempre quello di affidarsi a fonti certe, considerato il fatto che nulla o quasi nulla sappiamo del modo in cui eventualmente potevano essere usate a questo scopo. Mentre nel grande patrimonio delle saghe islandesi e nei reperti archeologici (oltre che nella storia) si trovano riferimenti a quello che potrebbe rappresentare il mondo magico cui le rune sottendono.