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giovedì, Aprile 18, 2024

Strage amianto: protocollo covid-19 vittime amianto

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Strage amianto: l’ONA chiede l’intervento di Draghi

Strage amianto: protocollo covid-19 per i pazienti di malattie asbesto correlate. Questa è la nostra richiesta al nuovo Governo Draghi. Come già prima per il Governo Conte.

Le malattie asbesto correlate e in particolare il mesotelioma, il tumore delle cellule del mesotelio, sono in continuo aumento. In più, l’indice di mortalità è più alto per via del covid-19. Per questo è importante il protocollo covid-19 vittime amianto!

Infatti, le fibre di amianto provocano prima semplici infiammazioni e poi il cancro. I tumori più diffusi oltre ai mesoteliomi, in particolare il mesotelioma pleurico, sono quelli del tratto respiratorio e gastrointestinale.

Malattie amianto, indice di mortalità 2020

L’ONA sta elaborando i dati dell’indice di mortalità malattie asbesto correlate per il 2020. La situazione è allarmante, per l’assenza di interventi dei precedenti governi, compresi quelli del Presidente Conte.

Non a caso, come componente della Commissione Amianto del Ministro Costa (Ambiente 5ss) avevo sottolineato la necessità di un intervento immediato. Purtroppo è mancata la volontà politica di affrontare e risolvere il problema amianto in Italia.

Malattie amianto: necessario protocollo covid-19

La diffusione di questa neoplasia conferma che stiamo assistendo ad una vera e propria strage amianto.

Quindi, nell’era del coronavirus, è necessario per le vittime di mesotelioma il protocollo covid-19, e in particolare il mesotelioma pleurico, rappresenta l’ottava causa di morte sia negli uomini sia nelle donne. È questa quindi una macabra contabilità che non tiene conto però, di tutte le altre patologie asbesto correlate.

Circa 2.000 nuovi casi di mesotelioma nel 2020. Quest’incidenza è in continuo aumento per i ritardi delle bonifiche. Ora con il covid-19 e la nuova curva di aumento nel marzo 2021, purtroppo sono in aumento anche i decessi.

Nonostante gli ottimi risultati nella cura mesotelioma grazie all’impegno del prof. Marcello Migliore, l’assenza di covid-19, vittime di mesotelioma, si sta facendo sentire.

L’amianto si colloca così nella società dominata dal coronavirus, come un  “big killer” implacabile. Un killer che uccide in rumoroso silenzio e che si fa spazio nella quotidianità di ognuno di noi.

Inoltre, i casi di mesotelioma sono solo la punta dell’iceberg della strage asbesto. Occorre tener conto di tutte le altre patologie che l’amianto e del fatto che il bilancio sale.

Purtroppo, in assenza di adeguate misure, sono quanto mai attuali le conclusioni contenute nel “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia” a più di 6.000 decessi ogni anno.

Di questi, circa 3.500 sono per tumore al polmone, cui si aggiungono i decessi per tumore alla laringe, tumore dell’ovaio, tumore della faringe, tumore dello stomaco e tumore al colon e le patologie fibrotiche come asbestosi, placche pleuriche e ispessimento pleurico.

Asbesto – amianto: la prova del danno nell’ultima monografia IARC

strage amianto

Secondo IARC 2012 International Agency for Research on Cancer, tra le neoplasie causate dall’esposizione all’amianto rientrano anche il cancro alla laringe e alle ovaie.

Inoltre è stata confermata l’associazione tra esposizione ad amianto e maggiore incidenza di tumore alla laringe, tumore dello stomaco e tumore al colon retto.

ONA: assistenza medico-legale e legale

L’Inail ha predisposto tre liste di malattie professionali ricondotte all’esposizione amianto.

Nella lista I dell’INAIL oltre alle patologie fibrotiche, ci sono i mesoteliomi, il tumore al polmone, il tumore alla laringe e il tumore dell’ovaio.

Mentre nella lista II l’INAIL ha inserito tumore della faringe, il tumore dello stomaco e il tumore al colon retto. Infine, nella lista III dell’INAIL troviamo solo il tumore dell’esofago.  

Le malattie asbesto correlate inserite in queste tre liste, danno diritto al riconoscimento malattia professionale.

Lo Sportello Amianto ONA – online è lo strumento fondamentale ed operativo, anche in questo periodo. Con l’Italia in zona rossa per via del coronavirus, fondamentale è l’assistenza online.

Quindi, per poter ottenere il riconoscimento di malattia professionale asbesto correlata ci si può rivolgere all’ONA. In questo modo, si può attivare il percorso INAIL e anche quello per ottenere il risarcimento.

Intervenga Draghi per il protocollo codiv-19 vittime amianto

Nel 2020, il numero dei casi di mesotelioma è aumentato, sfiorando il numero di 2.000. In più, anche l’indice di mortalità è aumentato, per il fatto che il covid-19 ha maggiormente inciso su questi pazienti.

Quindi, è necessario il protocollo Covid-19 vittime amianto, come richiesto già nel corso della conferenza stampa ONA del 13 ottobre 2020. In quell’occasione, fu precisato che il Ministro Speranza, aveva dimenticato le vittime amianto.

Questo è stato ribadito anche in molte puntate della trasmissione ONA TV – ONA NEWS!

Strage amianto nel 2020: i dati

Nel 2020, il numero dei casi di mesotelioma ha sfiorato il numero di 2.000, secondo un stima prudenziale dell’ONA.

L’indice di mortalità è stato superiore, per il fatto che c’è stata la concomitante influenza dell’epidemia covid-19.

  • 7.000 decessi per patologie asbesto correlate
  • 2.000 i nuovi casi di mesotelioma. Le agenzie pubbliche (ReNam) sono al VII Rapporto mesoteliomi.
  • Più dell 1% dei decessi per malattie oncologiche in Italia sono causate dal mesotelioma. Circa il 4% da tumori amianto.
  • 2.732, i pazienti ad oggi, in Italia, con diagnosi di mesotelioma.
  • 2.400 sono le scuole italiane in cui sono presenti amianto e i materiali di asbesto.
  • 1 su 5, gli istituti nel Lazio in cui è stata riscontrata la presenza di amianto.
  • 844 i casi di mesotelioma maligno “accertati” dal 2001 al 2015 (che diventano 1.122 considerando anche i casi per i quali non sono stati effettuati degli accertamenti completi), registrati nel Lazio.
  • 1.000 gli anni necessari per rimuovere totalmente ogni traccia di amianto in Italia. Il Prof. Boeri, Presidente dell’INPS, ha stimato, ottimisticamente, in 85 anni il tempo necessario per poter bonificare tutto l’amianto presente nel territorio nazionale.

La transizione ecologica preveda la bonifica

La bonifica amianto procede a rilento pur essendo l’unica soluzione concreta per fermare la strage amianto.

Il rumoroso silenzio di buona parte delle istituzioni non è più accettabile.

I dati, più delle parole, “parlano” chiaro e scattano l’allarmante fotografia della situazione: in più di 20 anni dall’entrata in vigore della legge 257/1992, che ha fatto divieto di estrazione, importazione, lavorazione e commercializzazione dell’amianto, è stato bonificato appena il 2% dell’amianto presente in Italia.

Sono necessari interventi concreti e immediati. L’Italia ha le risorse morali e materiali per poter affrontare e risolvere questo problema.

La prevenzione e il piano nazionale amianto ONA

È indispensabile prima di tutto la prevenzione primaria, poi la prevenzione secondaria ed infine la prevenzione terziaria.

Il programma di prevenzione rappresenta il punto cardine del Piano Nazionale Amianto dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA APS.

La prevenzione primaria si traduce con la bonifica e la messa in sicurezza dei siti contaminati, per evitare ogni esposizione futura.

Una bonifica che non è fine a se stessa, perché deve essere coniugata con il rinnovamento infrastrutturale e dell’impiantistica industriale, anche attraverso la leva fiscale. È necessario strutturare un sistema di finanziamento con la Cassa Depositi, Prestiti e i fondi strutturali europei.

Con le energie dell’imprenditoria privata, degli istituti di ricerca, di tutte le associazioni, compresi gli ordini professionali e delle istituzioni locali, sì devono valorizzare tutte le realtà, con quel sistema di sussidiarietà e di capacità di tutte le istituzioni locali.

Dipartimento bonifica e decontaminazione amianto

L’ONA ha costituito il Dipartimento bonifica e decontaminazione dei siti ambientali e lavorativi, con il portale, che permette ad ogni cittadino di segnalare la presenza di amianto e contribuire così a portare a termine la mappatura Nazionale.

La prevenzione secondaria riguarda la ricerca scientifica, diagnosi precoce, terapie e cure delle patologie asbesto correlate.

Quanto alla prevenzione terziaria e alla giustizia per le vittime dell’amianto, va ricordato che anche la semplice esposizione alle polveri e fibre di amianto è dannosa per l’organismo umano.

Difatti, le fibre una volta inalate raggiungono tutti gli organi percorrendo flusso sanguigno e le ghiandole linfatiche. Inoltre, determinano danni meccanici e lesioni precancerose, sino alla degenerazione tumorale a causa della loro forma piccola e sottile.

Occorrono quindi, oltre alle rilevazioni epidemiologiche, il risarcimento dei danni e costituzioni delle prestazioni previdenziali per le vittime ed i familiari.

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