Nel pomeriggio del 15 giugno, un vasto incendio ha coinvolto un capannone del centro di gestione rifiuti di Malagrotta, vicino Roma.
Nel dettaglio, il capannone fungeva da gassificatore dei rifiuti ed era collocato nei pressi dei due impianti di trattamento meccanico biologico che smaltiscono circa 1500 tonnellate al giorno di rifiuti.
Un problema, quindi, che coinvolge direttamente anche i cittadini romani, allarmati soprattutto per le conseguenze che il rogo avrà anche sulla raccolta urbana dei rifiuti.
I dettagli dell’incendio di Malagrotta
Ci sono volute ben otto squadre di vigili del fuoco per domare le fiamme. Quest’ultime, inizialmente sono divampate all’interno di un capannone per poi coinvolgere un altro paio di strutture impiegate per lo stoccaggio di carta e plastica.
Colpito anche un impianto di compostaggio e aumentano pure i rischi relativi alla salute dei cittadini che vivono nelle zone limitrofe.
A diffondere ansia e paura, l’enorme nuvola nera che innalzandosi nell’aria, determina la diffusione di diossine.
Sembra la scena di un film apocalittico, ma in realtà si tratta di immagini reali, in cui si vede una colonna nera di fumo dominare il paesaggio, persino in lontananza.
La Procura ha avviato un’indagine per chiarire le dinamiche dei fatti quanto prima possibile. Inizialmente, le fiamme si sarebbero propagate a causa di un accumulo di combustibile da rifiuti.
Incendio, rifiuti e rischi per la salute dei cittadini
Oggi, in via precauzionale, si tiene in considerazione l’idea di predisporre la chiusura delle scuole elementari e degli asili.
Il raggio di km coinvolto in questa operazione però, non è ancora stato definito. Le paure sono tante perché ogni qualvolta scoppia un incendio all’interno di un impianto di stoccaggio rifiuti, sono moltissime le sostanze che si disperdono nell’aria.
Ci basta fare un salto indietro, di qualche anno, per ritornare sul caso Eco X di Pomezia.
All’epoca dei fatti l’Osservatorio Nazionale Amianto, ha sollevato la necessità di avviare delle indagini sanitarie sulla comunità limitrofa, proprio a causa della diffusione di tossine varie, amianto bruciato, benzene etc..
Le conseguenze per coloro che vivono nelle aree circostanti potrebbero essere molto gravi. Si fa riferimento all’insorgenza di malattie a carico dell’apparato respiratorio come il tumore al polmone e altre infiammazioni delle vie aeree.
Quali altre conseguenze ha portato l’incendio a Malagrotta?
Occorre precisare che l’impianto di Malagrotta, rappresenta il più grande centro di trattamento meccanico biologico di Roma. Quindi, le conseguenze dell’incendio coinvolgeranno anche il trattamento di una buona parte dei rifiuti urbani capitolini.
Nel dettaglio, l’impianto interessato dal rogo trattava ben 900 tonnellate al giorno di indifferenziata. Roma è una città grande e maestosa, ma date le sue notevoli dimensioni produce ben 2500 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno.
Allo stato attuale delle cose, Ama ha messo a disposizione un secondo impianto, leggermente più piccolo che può gestire circa 500 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno.
In questo modo, resteranno scoperte almeno 2000 tonnellate al giorno di rifiuti. La questione risulta già difficile da gestire, pur contemplando la possibilità di affidare le restanti tonnellate, a delle società private di smaltimento rifiuti.
I costi saranno sicuramente in rialzo vista la necessità di esportare queste tonnellate di rifiuti fuori dalla regione Lazio. Il motivo di tale decisione risiede nell’impossibilità, degli impianti privati situati nel Lazio, di trattare ulteriori rifiuti.
Staremo a vedere nei prossimi giorni quali decisioni verranno prese al vaglio e quali azioni di tutela verranno prese in considerazione, anche per chi vive nelle zone dell’accaduto.