Terremoto: amianto tra le macerie? Tutto tace

Terremoto comporta un rischio amianto a causa delle macerie. Parlare della pandemia del Covid-19 è inevitabile, considerando il numero di morti che il virus ha provocato e continua a provocare. Tuttavia è necessario non dimenticare il resto che rimane silenzioso e per questo ancor più pericoloso.

Parliamo dei danni, anche letali, provocati dall’asbesto, meglio conosciuto con il termine amianto o eternit. Questo è il nome dell’azienda che ha prodotto il cemento-amianto fino al 1986.

Le macerie giacciono ormai da anni, come per il terremoto 24 agosto 2016: questo il grido lanciato dall’ONA.

Infatti, l’Osservatorio Nazionale Amianto, anche in seguito a reiterati interventi del suo Presidente, Avv. Ezio Bonanni, ha sollevato il problema. Era il 2012 quando per il terremoto dell’Emilia, emerse la necessità di emergere i soccorritori dal rischio delle fibre. È necessario ricostruire e al tempo stesso rimuovere le macerie.

Inoltre vanno tutelate le vittime, in particolare quelle che, a causa dell’esposizione ad amianto, hanno contratto patologie asbesto correlate. Perciò l’ONA fornisce un servizio di consulenza gratuita medica e legale.

Consulenza ONA terremoto

Indice

Terremoto, amianto e macerie: il pericolo
Numeri variabili: dati del Ministero e dell’Ona
App Ona: macerie in seguito al terremoto e rischio amianto
Gli interessi delle lobby
La bonifica come chiave di salvezza
Amianto nelle abitazioni: un pericolo ancora presente
Post terremoto, rischio amianto tra le macerie
Sisma ad Amatrice: c’è ancora amianto tra le macerie?
Amatrice: puntare sulla prevenzione
Cultura della prevenzione: che l’esperienza insegni!
Tempo di lettura: 8 minuti

Terremoto, amianto e macerie: il pericolo

L’amianto è un materiale pericoloso di cui si è fatto ampio uso dopo gli anni Sessanta su tutto il territorio italiano che, ricordiamolo, è un Paese ad alto rischio sismico. Ed è proprio questo il punto: quanto è rimasto di questo (ma non è l’unico) materiale nocivo nelle aree colpite dal sisma?

Prima di attraversare questi scenari lasciati nel buio – dopo l’iniziale emergenza e clamore – è necessario capire di cosa stiamo parlando. Così come le informazioni “ufficiali” viaggino sempre per difetto. Quasi, come in una sorta di “dimenticanza”, ben lontana da una visione chiara, che spinge ad azioni consapevoli, responsabili e umane.

Numeri variabili: dati del Ministero e dell’ONA

Malgrado la legge 257/92, entrata in vigore nel 1993, abbia messo al bando questo tipo di materiale, ancora oggi continua a crescere il numero di malattie asbesto correlate e di vittime amianto in generale.

Sul sito del Ministero della Transazione Ecologica i numeri (dati rilevati nel 2019) ci dicono che sono: 108.000 i siti contaminati. Mentre, 7.740 sono i siti bonificati e 4.261 i siti parzialmente bonificati. Cosa si sta facendo per gli altri quasi 96mila siti?

Lo stesso Ministero ha parlato di dati variabili, considerato che il censimento è stato affidato alle singole Regioni e che non c’è stato un lavoro omogeneo di rilevamento. Ma rispetto ai numeri presentati dall’ONA, ci si chiede se piuttosto siano corretti. Le stime dell’ONA del 2018, infatti, parlano di 1.000.000 di micrositi e 50.000 siti contaminati. Questi si aggiungono ai SIN, Siti di interesse nazionale, dei quali 9 esclusivamente riferiti all’amianto, 2.400 scuole, migliaia di ospedali e altrettanti edifici pubblici.

App ONA: macerie in seguito al terremoto e rischio amianto

L’Osservatorio, che negli anni ha sviluppato un’accurata indagine anche grazie alla sua App amianto, i cui dati sono stati incrociati con quelle della Agenzie pubbliche (Asl, Regioni, Inail, atc), evidenzia come in Italia ci siano 40 mln di tonnellate di materiali di amianto o contenenti amianto, di cui circa 32 mln di tonnellate di amianto a matrice compatta e circa 8 mln di tonnellate di materiali contenenti amianto friabile.

Sono molte le domande che nascono a fronte di un pandemia silenziosa e troppo spesso taciuta.

Questi materiali sono ancora oggi un reale pericolo per la salute della popolazione. Perchè? Soggetti a usura, possono perdere compattezza e diventare friabili. Dunque, capaci di immettere nell’aria e nell’acqua (pensiamo alle tubature in cemento amianto) le fibre longitudinali che provocano malattie infiammatorie da asbesto (asbestosi, ispessimenti pleurici e placche pleuriche) e malattie cancerogene come il mesotelioma, il tumore del polmone, cancro della laringe, della faringe, dell’esofago, dello stomaco, del colon e delle ovaie e altri tipi di neoplasie.

A tal proposito, l’impegno dell’Osservatorio Nazionale Amianto è anche quello di fare una stima di tutte le malattie legate all’asbesto che solitamente è associato, e quindi catalogato, al mesotelioma che l’Avvocato Ezio Bonanni ha definito come la punta dell’iceberg.

Gli interessi delle lobby dell’amianto

Dietro a questo quadro fatto di morte e ingiustizia sociale, ci sono da sempre gli interessi delle lobby. Pur di mantenere il potere legato alla produzione e alla commercializzazione del killer amianto, hanno ridimensionato e manipolato le informazioni scientifiche generando una vera e propria disinformazione.

Per questo è importante avere un quadro chiaro della situazione, come quello che presenta Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2021” dell’avvocato Ezio Bonanni.

Addirittura si è cercato di stabilire una soglia minima al di sotto della quale si è parlato di rischio zero. Tesi smentita dai ricercatori che attestano che tutte le fibre di amianto, inalarte o ingerite, sono lesive per l’organismo.

E così oggi vediamo i risultati di ciò che è stato. Il mesotelioma o altre forme tumorali legate all’asbesto sono di lunga latenza e possono “uscir fuori” anche dopo quarant’anni! Ma la catena potrebbe continuare se non si punta alla tutela dei lavoratori che, spesso per necessità, non hanno altra scelta se non quella di rischiare la vita pur di lavorare.

La bonifica come chiave di salvezza

L’unico modo per salvare queste vite è la bonifica delle aree contaminate (con la prevenzione primaria) e, in tal modo, porre fine all’esposizione.

La ricerca medica, infatti, ha dimostrato che si possono contrarre malattie degenerative correlate all’asbesto anche in presenza di bassi dosaggi accumulati nel tempo. Aspetto, quest’ultimo, che presuppone la permanenza costante nel sito contaminato (quale quello lavorativo) e serve a dimostrare che siamo di fronte a una vittima del dovere.

Esaminando altri dati, offerti dal dossier “Liberi dall’amianto?“, realizzato da Legambiente nel 2018, si evince che sul territorio nazionale, ci sono circa 370mila strutture contenenti amianto (tra cui 214.469 edifici privati, 50744 pubblici, 20.269 siti industriali e 65mila coperture in cemento amianto).

Amianto nelle abitazioni: un pericolo ancora presente

La domanda nasce spontanea. Il pericolo che investe i lavoratori, esiste anche per i cittadini che sono a contatto con l’amianto ancora presente nelle loro abitazioni?

Inoltre, considerando che prima della legge del 1992 c’è stato un cospicuo utilizzo di amianto ma anche di materiali ai quali si aggiungeva una percentuale (dal 5% al 15%) di asbesto, che tipo di attenzione c’è nei confronti delle macerie ancora presenti nelle zone colpite dal terremoto? Esiste la sicurezza di aver eliminato ogni tipo di materiale considerato o diventato pericoloso (in riferimento alla friabilità) per la salute?

Post terremoto, rischio amianto tra le macerie

E torniamo al quesito iniziale. Ma prima osserviamo lo scenario e andiamo ad Amatrice, di cui si è ampiamente parlato subito dopo la scossa delle 3:36 del 24 agosto 2016 e di cui oggi non si ha quasi più memoria.

Le immagini del Borgo di Amatrice non possono sfuggire agli occhi: alti cumuli di macerie, non diversi da quelli di sei anni fa. Macerie che il vento – siamo peraltro in una zona di montagna – ha eroso spostando ogni tipo di polvere sottile (in riferimento alle fibre killer non visibili ai nostri occhi ma lesive e anche mortali per chi le inala o ingerisce).

Già durante l’emergenza venne sminuito il rischio amianto – in particolare dal Ministero dell’ambiente – per l’esiguità dei capannoni crollati. Ma alle parole che consegnavano un quadro non veritiero, rispose l’avvocato Bonanni che, in qualità di presidente dell’ONA, invitò tutti gli operatori ad utilizzare i dispositivi di sicurezza.

“L’amianto – così Bonanni al Ministro della Salute – era presente non solo nei tetti di Eternit, ma anche negli intonaci, nelle canne fumarie, addirittura nei tendaggi, nelle coibentazioni, e in molte altre componentistiche degli immobili lesionati, crollati o semplicemente scossi tanto da determinare la dispersione di polveri e fibre. Ed è per questo motivo, anche sulla base di dati epidemiologici specifici (perchè ci sono stati casi di mesotelioma tra i soccorritori del terremoto in Belgio), che noi insistiamo perchè vengano adottate tutte le misure di sicurezza”

Terremoto

Sisma ad Amatrice: c’è ancora amianto tra le macerie?

La domanda nasce spontanea: nelle macerie che ancora sostano sul suolo amatriciano, potrebbero esserci fibre di amianto o altre polveri nocive?

La gran parte delle macerie si trovano distanti dal centro abitato, ma non è sufficiente. Amatrice è un piccolo borgo, i bambini escono e giocano liberamente. E nessuno può negare il fatto che possano avvicinarsi e respirare tutto quello che il tempo ha corroso e, quindi, reso potenzialmente pericoloso per la salute.

Inoltre, basta uscire dalla sede della Croce Rossa, costeggiare il perimetro della caserma dei Carabinieri, girare a destra e trovare, davanti al Cinema -teatro, una montagna di detriti. E in questi spazi aggregativi, oltre alla popolazione, troviamo anche padri di famiglia che stanno lavorando per tirare su nuove case (l’edilizia è uno settori più colpiti da questo “flagello”).

Terremoto: puntare sulla prevenzione

Terremoto

Quando si parla di ambiente e salute è fondamentale puntare sulla prevenzione senza dare niente per scontato. Per questo è necessario mantenere alta l’attenzione sulle situazioni più fragili che siano umane o ambientali. E in tal senso, una terra trafitta dal sisma ha il diritto di essere curata dai diversi poteri che, più spesso, seguono il vento degli interessi.

E su quest’ultima parola, “interessi”, nel reatino ci sono precedenti che non devono andare nel dimenticatoio. A Rieti sono stati stimati numerosi casi di malattie asbesto correlate portate in aula dall’avvocato Bonanni. Durante il suo intervento nella sala consiliare del capoluogo reatino, ha ricordato il caso di un operatore dell’ospedale San Camillo De Lellis (sito bonificato dall’amianto in tempi alquanto tardivi), malato di mesotelioma. Alla fine è emerso una dato che getta un’ombra sulla politica territoriale: “esiste una limitazione dei diritti dei cittadini reatini esposti ad amianto” (con numerose e ingiustificate prescrizioni).

Cultura della prevenzione: che l’esperienza insegni!

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Infine, scegliere di fare prevenzione (e quindi ridurre anche i costi) significa entrare in una Cultura che sa far buon uso dell’esperienza. Lo possiamo meglio capire dalle parole di chi ogni giorno porta avanti una battaglia silenziosa ma tenace, proprio come l’amianto: l’avvocato Bonanni e tutta la grande squadra che opera a livello nazionale e capace di interfacciarsi con tutte le realtà del mondo.

Nel video Bonanni ricorda e sottolinea come durante il terremoto che colpì L’Aquila nel 2009, non furono presi provvedimenti adeguati (attraverso diagnosi precoci) per salvaguardare la popolazione e i soccorritori che hanno operato tra le macerie contenenti amianto.

Ecco, impariamo dall’esperienza. Andiamo sul posto, capiamo perchè quelle macerie permangono, qual’è la vità dei residenti, e mettiamo in partica la prevenzione con diagnosi precoci per tutti. Perchè la Legge “è uguale per tutti”.

Consulenza per le vittime dell’ONA

L’ONA tutela tutte le vittime. In particolare si occupa di cittadini e lavoratori esposti ad agenti cancerogeni come l’amianto. Fornisce un servizio di assistenza medica in grado di dare tutte le informazioni sui centri specializzati e le terapie più innovative.

In più, grazie all’Avvocato Ezio Bonanni e al suo team di avvocati, si offre anche l’assistenza legale, che salvaguardia tutti i diritti di chi ne fa richiesta.

Per maggiori informazioni basta chiamare il numero verde o compilare il form.

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