L’amianto resta una delle sostanze maggiormente pericolose, purtroppo tuttora in circolo. Infatti, nonostante sono ormai passati diversi anni dalla legge che ne ha messo a bando il suo utilizzo e la commercializzazione, ancora non è stato completamente debellato dalla circolazione. L’absesto è stato largamente utilizzato nella costruzione degli edifici, soprattutto negli Anni ’80. Per questo motivo, anche se in minor parte è ancora presente in parecchi fabbricati, principalmente quelli industriali.
L’eternit – altro nome con cui veniva indicato questo materiale pericoloso – rappresenta ancora oggi un rischio tangibile, soprattutto negli ambienti di lavoro. Per questo motivo, spesso è necessario una valutazione dei rischi sul lavoro determinati dall’amianto. Da questo, ne derivano conseguentemente anche altrettanti obblighi da parte della dirigenza aziendale.
Valutazione rischio amianto sul posto di lavoro
Il primo obbligo del datore di lavoro per i dipendenti che lavorano in ambienti ad alta pericolosità e a contatto con amianto è quello di fare una preventiva valutazione dei rischi connessi. Questo impegno diventa necessario, soprattutto per quei lavoratori occupati in mansioni di rimozione asbesto e conseguente bonifica, il più delle volte costretti a respirare polveri e fibre dannose per il loro organismo. Se inalato, infatti, l’amianto, specie se altamente friabile, può essere deleterio – se non letale – per la salute, oltre che per l’ambiente. L’eternit, infatti, è una delle principali causa di tumori maligni, che colpiscono principalmente l’apparato respiratorio.
Negli ultimi tempi, c’è stato un significativo incremento delle denuncie per malattie professionali, tra le quali si posizionano anche le patologie asbesto correlate. Anche se la legge del 1992 ne ha bandito l’utilizzo e la commercializzazione, infatti, esistono ancora molti edifici costruiti precedentemente a quell’anno che contengono tracce di amianto. La dannosità di questo materiale deriva soprattutto dalla scarsa manutenzione che c’è stata e continua ad esserci degli edifici in questione. La valutazione del rischio amianto diventa quindi strettamente necessaria in queste condizioni di lavoro.
Per le attività che comportano potenziale esposizione ad amianto diventa obbligatorio per il datore di lavoro attuare un’attenta valutazione dei rischi. I valori limite per l’absesto sono attualmente fermi a 100 fibre/litro, che corrispondono a 0,1 fibre per centimetro cubo di aria su una media ponderata di turni di 8 ore lavorative. Esistono però delle misure preventive che la dirigenza aziendale deve adottare al fine di ridurre il rischio amianto sul lavoro e ridurre l’esposizione al limite. Tra queste è fondamentale l’utilizzo dei DPI e l’intervallare dei dispositivi con momenti di riposo adeguati. Inoltre, è fondamentale trasportare in appositi imballaggi chiusi i residui di amianto ed evitare che questi vengano lasciati incustoditi negli ambienti di lavoro, garantendo anche una costanze pulizia degli stessi.
Amianto e lavoro: quali sono gli altri obblighi del datore
Oltre alla valutazione del rischio amianto sul posto di lavoro, esistono altri obblighi per i dirigenti aziendali. Importante è, infatti, anche l’informazione e la formazione agli stessi dipendenti. Questi ultimi devono assumere un comportamente consapevole nella manipolazione dell’asbesto, che è conseguenza della giusta informazione dei rischi che ne derivano. È obbligatorio per il datore di lavoro effettuare un’adeguata formazione ai lavoratori in materia di prevenzione e sicurezza.
Non meno importante, invece, è la sorveglianza sanitaria. Questa procedura è obbligatoria prima che il lavoratore sia adibito a svolgere le attività di manutenzione, rimozione, smaltimento di amianto e di tutti i materiali che ne potrebbero contenere tracce, e trattamento dei relativi rifiuti. Inoltre, la sorveglianza deve essere soggetta a periodicità, stabilita ogni tre anni o definita dal medico competente. Solo mantendo l’adeguato rispetto degli obblighi da parte del datore di lavoro può essere garantita sicurezza ai lavoratori.