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mercoledì, Settembre 11, 2024

Rischio amianto anche nell’acqua potabile

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L’ONA a Soliera: no all’amianto nell’acqua potabile

Si è tenuto a Soliera, in provincia di Modena, il convegno “Amianto: dalla prevenzione primaria al risarcimento delle vittime”, curato dall’Osservatorio Nazionale Amianto. Oggetto dell’incontro pubblico il “Rischio amianto anche nell’acqua potabile”.

Amianto e acqua potabile
Rischio amianto anche nell’acqua potabile. Convegno a Soliera (MO)

Nel corso del seminario che si è svolto al Nuovo cinema teatro Italia nella città emiliana, l’avv. Ezio Bonanni ha insistito nel chiedere la bonifica delle tubature e degli acquedotti che contengono amianto. Infatti, l’ingestione delle fibre di asbesto è considerata “esposizione primaria” al pari dell’inalazione.

Bonanni ha precisato che l’ammodernamento degli acquedotti e la sostituzione delle tubature vetuste, permetterebbe anche di evitare le dispersioni di acqua potabile causate dalle condutture danneggiate e, quindi, di proteggere due beni fondamentali: la salute umana e l’acqua pubblica.

“Si deve osservare – ha commentato il presidente dell’ONA – che l’amianto nell’acqua porta un rischio anche di inalazione di fibre di amianto oltre che di ingestione, perché con gli usi antropici, per esempio come cucinare, lavarsi etc., l’acqua evapora e le fibre di amianto in essa contenute si disperdono nell’aria e vengono quindi inalate”.

Per tutelare le vittime di amianto l’ONA e l’Avvocato Bonanni mettono a disposizione un servizio di consulenza gratuita medica e legale.

consulenza amianto e acqua potabile

Il danno amianto nell’acqua potabile

Nel corso del convegno, sono state ribadite le capacità lesive delle fibre di amianto anche nell’acqua potabile.

Già in precedenti occasioni, l’Avv. Ezio Bonanni e l’Osservatorio Nazionale Amianto avevano sollevato la problematica delle fibre di amianto nell’acqua potabile.

L’amianto, infatti, è cancerogeno.

Questo problema dell’amianto nell’acqua potabile negli acquedotti, infatti, riguarda tutte le regioni italiane, e ci sono ancora quasi tutti gli acquedotti in amianto, ovvero con tubature in cemento amianto. Questa situazione determina aerodispersione di polveri e fibre nell’acqua potabile. In questo modo, le polveri e le fibre si aerodisperdono nell’ambiente, anche domestico, per attività antropiche. Lavarsi, cucinare, etc., provoca l’evaporazione dell’acqua e, dunque, la dispersione di fibre. Poi ci sono le fibre direttamente inalate.

Le acquisizioni dello IARC: conferma del danno amianto

Ha aperto i lavori il Prof. Giovanni Brandi dell’Università di Bologna e Oncologo del Policlinico S. Orsola di Bologna.

Di recente, in Toscana, è stata riscontrata in campioni di acqua potabile una quantità pari a 700mila fibre/litro di amianto. Il dato, considerevole, ha riaperto il dibattito sui rischi da ingestione della fibra killer.

Secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), esiste un rapporto causale tra ingestione di amianto e cancro dello stomaco e del colon retto. Il rischio di tumori sarebbe proporzionale alla concentrazione di fibre ingerite, attraverso il consumo quotidiano di acqua potabile, alla durata dell’esposizione e alla contemporanea esposizione ad altri carcinogeni come per esempio il benzo(a)pirene.

ONA: rimuovere l’amianto nelle condutture dell’acqua potabile

L’Avv. Ezio Bonanni, nel corso del convegno, ha ribadito le tesi dell’ONA. Lo IARC (International Agency for Research on Cancer), nell’ultima monografia sull’Asbesto amianto, ha confermato che l’amianto è cancerogeno anche se ingerito. C’è poi la problematica dell’evaporazione dell’acqua per le attività antropiche, che provoca l’aerodispersione delle fibre.

Nell’ultima monografia IARC sull’amianto, si legge testualmente:

  • L’ingestione di fibre di amianto è “esposizione primaria” al pari dell’inalazione (capitolo 1.5, pagina 225)
  • I test su i topi che hanno ingerito amianto(capitolo 3.6 pagina 273), hanno dimostrato che su 75 cavie che hanno ingerito amianto, 18 hanno contratto il cancro.

La IARC conclude: Esistono prove sufficienti per la cancerogenicità di tutte le forme di amianto per l’uomo. Provoca il mesotelioma, il cancro del polmone, della laringe, e dell’ovaio. Inoltre sono state osservate associazioni positive tra l’esposizione a tutte le forme di amianto e cancro della faringe, stomaco, colon-retto. Esistono prove sufficienti negli animali per la cancerogenicità di tutte le forme di amianto Tutte le forme di amianto sono cancerogeni per l’uomo (gruppo 1).

Le fibre di amianto nell’acqua sulla base della monografia IARC sono dannose per la salute. Per questo motivo l’ONA non accetta di sottovalutare il problema.

Gli accertamenti effettuati dall’ONA

Per i ricercatori, le fibre possono migrare per via linfatica dai polmoni ad altri organi, che possono essere riassorbite dall’intestino e possono raggiungere il fegato attraverso il circolo collaterale della vena porta.

In Italia, però, nonostante la diffusione delle condotte in cemento-amianto e il progressivo deterioramento di queste, anche a causa dell’alto tasso di acidità delle nostre acque, non ci sono limiti di legge sulla concentrazione di fibre di amianto in acqua e non ci sono riscontri di rilevazioni metodiche.

Pertanto la normativa nazionale andrebbe rivista e un efficace e sistematico piano di monitoraggio dell’acqua andrebbe messo in atto dalle Amministrazioni locali.

“Per questi motivi – conclude Bonanni -, a maggior ragione, insistiamo per la bonifica. Se non altro, la bonifica è imposta nel rispetto del principio di precauzione”.

L’ONA si è impegnata a rendere nota l’emergenza al Parlamento Europeo. In occasione delle interrogazioni parlamentari del 26 settembre 2017 ha reso noto come, in Italia, il problema interessa circa 100 mila chilometri di tubature. Per adesso la Commissione europea ha predisposto solo delle raccomandazioni.

I servizi di assistenza e tutela dell’ONA

L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA  e l’Avv. Ezio Bonanni tutelano i diritti di tutti i cittadini e lavoratori esposti e vittime dell’amianto e altri cancerogeni. L’associazione con il pool di tecnici, assiste i cittadini per la bonifica e messa in sicurezza dei siti contaminati (prevenzione primaria).

In caso di esposizioni ad asbesto ed altri cancerogeni, si può chiedere il servizio di assistenza medica gratuita (prevenzione secondaria). L’ONA guida la ricerca scientifica in materia di mesotelioma ed altre patologie asbesto-correlate. Fermo il ruolo della prevenzione primaria, la diagnosi precoce, e le terapie più tempestive, assicurano maggiori chance di guarigione, ovvero di maggiore sopravvivenza a migliori condizioni di salute.

L’ONA guida anche il pool di legali, per la tutela di tutti i diritti delle vittime di malattia professionale, tra cui quelle asbesto correlate, per il prepensionamento e l’adeguamento dei ratei pensionistici, con i benefici contributivi per esposizione ad amianto. Anche i lavoratori che sono ancora privi di malattia, hanno diritto ai benefici contributivi per esposizione ad amianto. In caso di insorgenza di malattia professionale, l’ONA avvia il percorso INAIL per l’indennizzo e la rendita.

In caso di servizio reso nelle Forze Armate, ovvero in esposizione ad amianto ed altri cancerogeni, nel rapporto di pubblico impiego non privatizzato, la struttura medico legale dell’ONA avvia le domande amministrative di riconoscimento di causa di servizio e quelle di vittima del dovere. Tutte le vittime e i loro famigliari hanno diritto al risarcimento dei danni. In caso di decesso, le somme sono liquidate ai famigliari, loro eredi legittimi.

È possibile richiedere la consulenza gratuita chiamando il numero verde o compilando il form.

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