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domenica, Marzo 16, 2025

Amianto nell’acqua potabile: pericolo per la salute

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Con la legge n. 257 del 12 marzo 1992, l’Italia ha definitivamente messo al bando l’amianto, ovvero il pericoloso killer, la cui presenza si può rilevare persino nell’acqua potabile. Tale “conquista”, purtroppo, è arrivata dopo anni di lotte contro ogni genere di negazionismo.

Ad ogni modo basti pensare che nel 1976, numerosi inserti pubblicitari evidenziavano «come problemi che pone l’amianto sono irrilevanti in confronto agli enormi servizi che vi rende ogni giorno senza che neppure lo sappiate. Questi problemi sono e saranno risolti». Infatti il minerale venne utilizzato ampiamente, provocando una vera e propria strage fra gli esposti.

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Una malattia professionale ma non solo

Poiché l’esposizione professionale alla pericolosa fibra è stata associata all’elevato tasso di incidenza di asbestosi, mesotelioma, cancro ai polmoni e altri tumori maligni o malattie pleuriche. Ad ogni modo, molti studi si sono concentrati prevalentemente sulla contaminazione da fibre di amianto nell’aria nei luoghi di lavoro. 

Difatti sono molti i settori in cui in passato venivano usati materiali di asbesto.  Per riassumere, l’amianto veniva usato per la produzione di fogli di cemento, nell’industria di fabbricazione di freni e frizioni di automobili e infine, nella produzione di pannelli termoisolanti.

Anche l’esposizione ambientale incide 

Le indagini epidemiologiche hanno tuttavia rivelato che anche l’esposizione ambientale all’amianto naturale ha provocato alti tassi di mortalità di mesotelioma, cancro ai polmoni e altre malattie asbesto correlate.

Pertanto, una crescente attenzione è stata rivolta all’esposizione ambientale derivante dall’amianto presente in natura. Molti studi hanno rivelato che abbondanti fibre di amianto sono state rilasciate nell’ambiente da agenti atmosferici naturali e disturbi antropogenici del minerale di amianto contenente roccia e altri minerali.

Come si contamina di amianto l’acqua potabile

Pochi studi invece si sono concentrati sulla presenza di fibre di amianto nell’acqua potabile, proveniente da un’area rurale o da altri fattori. Eppure, l’ingestione di fibre, che può avvenire anche attraverso l’acqua potabile, può portare comunque allo sviluppo del mesotelioma. 

Però, occorre precisare che in questi casi, la probabilità di sviluppare il mesotelioma a causa dell’acqua potabile dipende dalla quantità di amianto presente nell’acqua e da quanti anni è stata bevuta.

L’amianto nell’acqua è pericoloso o no?

Una delle ragioni per cui l’amianto nelle tubature dell’acqua non è mai stato considerato un problema di salute pubblica è da attribuire alle linee guida dell’OMS sull’acqua potabile.

L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), infatti nel 1996 e ancora nel 2003 dichiarò che c’erano «poche prove convincenti» che l’ingestione di fibre di amianto sfuse dall’acqua che attraversava i tubi di amianto fosse dannosa. Nel 2014 l’organizzazione, riesaminò la sua posizione e «ha considerato la rivalutazione dell’amianto nell’acqua potabile (attraverso l’ingestione) una priorità bassa»

Amianto nell’acqua potabile: fattori determinanti

Fortunatamente OMS ultimamente si è espressa in maniera inequivocabile: tutti i tipi di amianto sono cancerogeni per l’uomo. Ma allora, le fibre di amianto come possono entrare nelle fonti d’acqua? Sostanzialmente, le fibre di amianto possono contaminare l’acqua potabile per via di diversi fattori:

  • I tubi di cemento amianto (AC), essi sono stati usati principalmente prima degli anni ‘80. La loro usura ed il deterioramento non solo compromettono la qualità dell’acqua, ma veicolano altresì  l’infiltrazione del pericolo killer silente.
  • Depositi naturali causati da inondazioni, terremoti e frane. Questi fenomeni possono smuovere i depositi naturali di amianto, consentendo alle fibre di essere facilmente trasportate dalle acque del vento, delle inondazioni o delle piogge nelle fonti potabili locali.  
  • Detriti di amianto, la demolizione dopo incendi o altre calamità può causare l’introduzione di particelle di amianto nei corsi d’acqua, con conseguente contaminazione della linea di galleggiamento e problemi di salute pubblica. I detriti rimossi da un sito possono contenere anche amianto pericoloso, se non smaltiti correttamente.  

ONA dice no all’amianto in ogni sua forma

L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA, presieduto dall’avvocato Ezio Bonanni, dice no all’amianto sempre e comunque.

L’ONA assiste e tutela le vittime dell’amianto (anche detto asbesto) e di altri cancerogeni, sia per esposizione ambientale che lavorativa e per via di esposizione durante le attività di missione per quanto riguarda il personale militare e civile delle Forze Armate.

L’asbesto provoca patologie invalidanti e spesso mortali, e l’ONA ha messo a disposizione lo staff medico gratuito online per assistere le vittime nella diagnosi precoce, nella terapia e nella cura di queste gravi infermità.

I servizi di assistenza ONA per le vittime amianto

Grazie al presidente ONA, Avv. Ezio Bonanni, è altresì disponibile uno staff di avvocati online gratis per tutelare i diritti delle vittime (e dei famigliari in caso di decesso) per ottenere la rendita INAIL, il prepensionamento, il riconoscimento di Vittima del Dovere e il risarcimento dei danni. L’ONA assiste gratuitamente cittadini e lavoratori esposti ad asbesto e altri cancerogeni.

L’impegno dell’ONA e dell’avv. Ezio Bonanni

L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA Onlus  e l’Avv. Ezio Bonanni tutelano i diritti di tutti i lavoratori esposti e vittime dell’amianto. L’associazione assiste i cittadini per la bonifica e la messa in sicurezza dei siti contaminati (prevenzione primaria).

In caso di esposizioni ad asbesto ed altri cancerogeni, si può chiedere il servizio di assistenza medica gratuita (prevenzione secondaria). L’ONA guida la ricerca scientifica in materia di mesotelioma ed altre patologie asbesto-correlate.

La prevenzione primaria, la diagnosi precoce e terapie più tempestive, assicurano maggiori chance di guarigione e migliori condizioni di salute. L’ONA guida anche il pool di legali, per la tutela di tutti i diritti delle vittime di malattia professionale, tra cui quelle asbesto correlate, per il prepensionamento e l’adeguamento dei ratei pensionistici, con i c.d. benefici contributivi per esposizione ad amianto.

Rendita INAIL e riconoscimento vittima del dovere

Anche i lavoratori che sono ancora privi di malattia, hanno diritto ai benefici contributivi per esposizione ad amianto. In caso di insorgenza di malattia professionale, l’ONA avvia il percorso INAIL per l’indennizzo e/o la rendita.

In caso di servizio reso nelle Forze Armate, ovvero in esposizione ad amianto ed altri cancerogeni, nel rapporto di pubblico impiego non privatizzato, la struttura medico legale dell’ONA avvia le domande amministrative di riconoscimento di causa di servizio e quelle di vittima del dovere.

Tutte le vittime e i loro famigliari hanno diritto al risarcimento di tutti i danni. In caso di decesso, le somme sono liquidate ai famigliari, loro eredi legittimi.

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