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mercoledì, Settembre 11, 2024

Rione Monti: alla ricerca del Marchese del Grillo

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Rione Monti è il primo rione di Roma. Nel Palazzo del Grillo visse probabilmente il Marchese del Grillo, il personaggio reso noto da Alberto Sordi nell’omonimo film.

Rione Monti vs Trastevere 

Iniziamo da una piccola curiosità. Da sempre gli abitanti del quartiere rivendicano l’originaria “romanità“, dichiarandosi diretti antagonisti dei trasteverini.

Al termine della Salita del Grillo, nella piazza omonima campeggia il palazzo del Marchese, con la sua splendida torre merlata.

Onofrio del Grillo, il burlone è davvero esistito? 

Palazzo del Grillo era probabilmente la dimora del marchese Onofrio del Grillo.

Nel 1981, il nobile burlone fu immortalato da Mario Monicelli nel film cult “Il marchese del Grillo”, interpretato magistralmente da Alberto Sordi. 

Il “probabilmente” è d’uopo, anche perché non vi sono prove tangibili che il personaggio sia realmente esistito.

Non è certo che si chiamasse effettivamente Onofrio, non si conosce la data precisa della nascita, né sotto quale Papa sia avvenuta la sua morte.

Esisteva davvero la casata del Grillo? 

Leggendo la “Storia delle Famiglie Romane” di Carlo Augusto Bertini (1915) e consultando l’Archivio Capitolino si legge che a Roma esistevano due distinte casate Del Grillo.

Queste due nobili famiglie vissero nella Capitale tra la seconda metà del Seicento e la fine dell’Ottocento.

All’interno della chiesa di San Giovanni dei Fiorentini esiste una tomba di famiglia appartenente alla casata Del Grillo ed esistono alcune storie scritte che parlano di loro.

Le parole di Giovagnoli 

A parlare del marchese burlone fu soprattutto Raffaello Giovagnoli (13 maggio 1838-15 luglio 1915), scrittore, patriota e storico romano.

Ecco come lo descrive: «Quantunque non mi sia riuscito di apprendere, per quante ricerche abbia fatte, il suo nome né la data precisa della sua nascita, ho potuto verificare dalle affermazioni recise de’ suoi discendenti che egli è un personaggio storico realmente esistito e che molte delle bizzarre avventure, dalla leggenda popolare unite al suo nome, fan parte effettivamente delle gesta compiute da quest’uomo che io sarei disposto a chiamare l’ultimo e il più stravagante dei feudatari romani».

Leggenda o no, si dice che Onofrio si divertisse ad architettare scherzi cinici a danno della gente potente, o superba, acquiescente o privilegiata.

Altro bersaglio erano gli ebrei, che Onofrio detestava e chiamava “li giudèi“.

Insomma, potrebbe essere una figura leggendaria, costruita dal popolo per prendersi gioco di nobili veramente esistiti.

Gli scherzi del Marchese del Grillo 

Tra gli scherzi architettati da Onofrio, uno dei più divertenti fu architettato a danno di un mercante ebreo molto ricco.

Il marchese propose al commerciante dei versare un baiocco (una moneta dell’epoca) per ogni oggetto custodito all’interno di alcuni forzieri in suo possesso. Il mercante, certo di trovare tesori dal valore inestimabile, accettò la proposta e sottoscrisse persino un contratto.

Una volta aperti i forzieri tuttavia si trovò davanti a un mucchio di spille e di fatto andò in rovina.

Rione Monti: il Palazzo del Grillo

Leggenda a parte, il palazzo del marchese, è un capolavoro artistico che merita di essere attenzionato.

Dopo essere appartenuto alla famiglia Del Grillo, nell’Ottocento passò a Nicolis De Robilant, mentre nel secondo dopoguerra ospitò lo studio del grande pittore Renato Guttuso

Il palazzo ha una cappella ed una galleria, quest’ultima ornata da stucchi, affreschi e decorazioni in stile classicheggiante.

Il portale barocco è decorato da una doppia conchiglia sovrastata da una protome leonina.

I due avancorpi del palazzo di Rione Monti

Il palazzo ha due avancorpi. Quello di sinistra è unito alla facciata mediante un sottopasso ad arco, chiamato “dei Conti”

Ha cinque piani ed include al suo interno anche una torretta medioevale, restaurata diverse volte in passato e perfettamente conservata. 

L’avancorpo di destra è formato da tre piani.

Le finestre di ambedue i corpi presentano decorazioni con volute e fregi, teste di leone e conchiglie.

La torretta della Miliziola

La torretta è così chiamata per distinguerla dalla più alta Torre delle Milizie. Risale al 1223 e apparteneva alla famiglia Carboni. Successivamente passò fra i possedimenti dei Conti, finché nel 1675 venne acquistata dalla famiglia del Grillo. 

Furono questi ultimi a sottoporla a restauro per renderla stilisticamente più simile al resto del palazzo.

Su di essa, un epigrafe commemorativa riporta la scritta “Ex marchione De Grillis”. 

Il giardino del palazzo

Una delle caratteristiche del palazzo è il fastoso giardino pensile, ornato con fontane (di cui costituita da una nicchia a forma di conchiglia), sculture barocche e ninfei.

Esso si affaccia su un portale realizzato con quattro colonne avvolte dalla vegetazione e affiancate dalle statue di Mercurio e Minerva. 

L’opera è stata attribuita a Balthasar Permoser, che la realizzò nel 1676.

Quanno se scherza, bisogna esse’ seri!

Il Marchese resta famoso per una celebre frase, “perché io so io e voi non siete un cazzo” , battuta che viene dal sonetto “Li soprani der monno vecchio” di Gioacchino Belli.

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