Ancora oggi l’amianto occupa uno spazio imponente all’interno delle costruzioni che ci circondano. Questo perché nella ricostruzione degli edifici c’è stato un ampio e largo impiego di questo materiale in seguito alle demolizioni avvenute nel corso della Seconda Guerra Mondiale, così come nel periodo del boom negli Anni ’80. Pertanto, ancora oggi procedono i lavori di rimozione e bonifica degli edifici contententi questa sostanza, ampiamente accertata come tossica per la salute e l’ambiente. Nella rimozione dell’amianto bisogna valutare attentamente tutti i rischi e affidarsi a ditte specializzate e autorizzate, essendo uno dei materiali con il più alto rischio di sviluppo di cellule tumorali se non adeguamente trattato.
Occorre essere a conoscenza degli eventuali rischi a cui si è esposti nel caso si decida di intervenire con la rimozione dell’asbesto e la conseguente bonifica, nonostante in alcuni casi sia del tutto obbligatoria. In quest’articolo vi illustreremo, appunto, i rischi da non sottovalutare in caso di rimozione dell’amianto.
Rimozione dell’amianto: quando è pericoloso?
Spesso non si è sempre e subito a conoscenza della presenza di amianto all’interno delle costruzioni. Nonostante è ben noto del largo utilizzo che è stato fatto di questo materiale nelle ricostruzioni in seguito alla Seconda Guerra Mondiale e nel periodo di boom negli Anni ’80, sono molti gli acquirenti di immobili che solamente in una fase successiva all’acquisto vengono a conoscenza della presenza di sostanze nocive contenute nei materiali di costruzione dell’edificio. A volte si è a conoscenza della presenza di amianto, e quindi già consapevoli di una futura rimozione, perché si è stati unici proprietari dell’immobile. Molto spesso però accade che quest’informazione – essenziale- non venga trasferita e, quindi, omessa nella compravendita di un edificio. Pertanto, accade sempre più spesso che solo attraverso i lavori di ristrutturazione si viene a conoscenza della presenza di particelle di asbesto nelle fondamenta della costruzione, portandone alla luce anche un ampio utilizzo.
Che sia utilizzato in quantità ridotte o meno, certamente l’amianto è pericoloso e, per questo, sempre più spesso si procede con la rimozione della sostanza tossica. Bisogna tener presente che i rischi dovuti all’esposizione ad amianto sono da valutare a seconda delle circostanze. Nello stabilire la pericolosità dei rischi collegati alla salute e all’ambiente di fronte la presenza di asbesto è importante valutare anche lo stato di conservazione del materiale stesso, che ne determina l’eventuale rimozione e conseguente bonifica.
Rischi e pericoli nella rimozione dell’amianto
Rimuovere l’amianto dagli edifici contaminati da questa sostanza nociva, nonché uno dei materiali con il più alto rischio di sviluppo di cellule tumorali, è altresì pericoloso. Bisogna valutare, infatti, i rischi che ne conseguono all’eventuale rimozione e bonifica. Innanzitutto, occorre rivolgersi a ditte specializzate e autorizzate all’eliminazione e al successivo smaltimento dei materiali inquinanti. Durante gli interventi di rimozione è necessario valutare lo stato di conservazione del materiale. Soprattutto le possibili usure che potrebbero essersi create con il tempo.
Per esempio, quando l’amianto si trova all’interno di malte cementizie non risulta pericoloso. Anzi, lo si può trattare come qualsiasi altra malta cementizia o manufatto edile. Al contrario, se è esposto a intemperie, quali calore, gelo e vento, potrebbe subire delle usure, iniziandosi quindi a danneggiare e diventare friabile. È proprio la friabilità di questo materiale a costituire un pericolo a causa delle polveri che produce, che costituiscono un potenziale rischio per problemi tumorali. Durante le giornate di vento, le polveri rischiano di espandersi nel territorio circostante. E in questo modo, costituire una minaccia per l’ambiente, oltre che per la salute dell’essere umano.
Protezione dalle polveri di amianto
Quando l’amianto non viene conservato in maniera ottimale all’interno delle costruzioni presenta un potenziale rischio per l’ambiente e la salute dei cittadini. Il principale pericolo è rappresentato dalle polveri che produce questo materiale in stato di usura. Infatti, il contatto diretto con la sostanza nociva porta a un’inalazione, che si vetrifica prima nelle vie respiratorie e successivamente nei polmoni. Allo stesso tempo, iniziano a svilupparsi bruciori, orticarie o addirittura piaghe della pelle. Ad essere più rischioso è il contatto con gli occhi che può causare lacrimazione, rossore, cecità o visione doppia. Proprio per la rapidità con la quale le polveri attaccano il bulbo oculare, è bene porre molta attenzione. Per questo, le ditte autorizzate che provvedono alla rimozione del materiale inquinante sono obbligate ad utilizzare un abbigliamento adeguanto e resistente, ma anche mezzi isolati dall’esterno.