Dopo una recente diminuzione, torna a salire la curva dei ricoveri Covid. Cambia la percentuale delle terapie intensive con un picco in salita del 77%. Stando ai valori assoluti però i numeri ridimensionano la visione e la rendono meno drammatica: is è passati infatti da 18 a 32 pazienti ricoverati nelle terapie intensive.
Tuttavia è il trend che spaventa. Invece di diminuire, la tendenza è in costante aumento. Torna infatti a salire anche il numero dei pazienti ricoverati nei reparti ordinari: nell’ultima settimana si è passati da 487 a 595 pazienti ricoverati (+22,2%). I dati sono quelli relativi alla rete Fiaso, Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere relativi al periodo 16-22 novembre rispetto al periodo 9-15 novembre.
Fa notare la Fiaso che “si tratta del primo significativo incremento, al di là di qualche lieve assestamento verificatosi ad ottobre, dopo quattro mesi quasi continui di calo progressivo dei posti letto occupati negli ospedali“.
Ricoveri Covid, il virus è tornato a circolare
“I numeri testimoniano dunque una ripresa della circolazione del virus, già registrata dall’aumento dei contagi. Con il cambio di stagione e l’arrivo del freddo – rileva il presidente Fiaso, Giovanni Migliore – ha ripreso a circolare ampiamente il virus; insieme ai contagi, sono tornati a crescere anche i ricoveri.
Il vaccino, però, rappresenta uno scudo di protezione importante e offre una protezione valida dalle conseguenze gravi del Covid. A finire in ospedale con sintomi respiratori tipici della malattia da Covid – nota Migliore – infatti, sono quasi sempre anziani e fragili che dovrebbero ricevere la quarta dose. Invece, come vediamo dai ricoveri in ospedale, non l’hanno fatta.
La campagna vaccinale per il secondo booster va a rilento nonostante sia partita ormai da mesi. Ben il 65% della platea di destinatari, stando ai dati ministeriali, non ha ancora fatto la quarta dose. È importante accelerare per tutelare i più vulnerabili; ed evitare che le corsie degli ospedali tornino a riempirsi“.
A rilento la campagne vaccinale, anche contro l’influenza
Se viaggia a rilento la campagna vaccinale contro il Covid, altrettanto sta facendo anche quella contro l’influenza stagionale. Corrono invece i contagi, con una incidenza che è arrivata già a 6,6 casi per mille abitanti. Si tratta di numeri che di solito si riscontrano a gennaio e che invece sono arrivati con un anticipo di circa due mesi.
A sottolinearlo è il professor Paolo Bonanni. Il prof. Bonanni è componente del gruppo ‘Vaccini e Politiche Vaccinali’ della Società italiana di Igiene ed ha partecipato a una recente sessione del Congresso SIMG (Società Italiana di Medicina Generale).
“Oggi siamo a un livello di incidenza che solitamente si riscontra intorno alla prima settimana di gennaio: siamo in anticipo di quasi 2 mesi. Questo non significa che si debba avere un andamento simile a quello che si avrebbe a gennaio, ma è comunque un motivo di allarme. E rappresenta un invito a procedere con le vaccinazioni quanto prima. In questa prima fase abbiamo riscontrato una lentezza nelle adesioni. Eppure le previsioni per l’influenza non lasciano ben sperare: non solo la curva epidemica ha già iniziato a salire in maniera importante, ma a causa della limitata circolazione negli ultimi due anni la diffusione potrebbe essere superiore rispetto agli anni pre-pandemici, mentre l’abbandono delle misure di distanziamento potrebbe favorire la diffusione di tutte le infezioni alle vie respiratorie, come influenza, COVID-19, virus respiratorio sinciziale“.