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martedì, Settembre 17, 2024

Mancata applicazione della Legge 10/2014

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Chiesto il giudizio per la Regione Sicilia

La Regione Sicilia, la ASP di Palermo e i sanitari dell’Ospedale di Augusta saranno convocati a giudizio dai familiari di Giuseppe Canino. Ex lavoratore di Fincantieri, Giuseppe Canino è morto di mesotelioma pleurico, per responsabilità medica, assenza di sorveglianza sanitaria e mancata attuazione della Legge Regionale n. 10 del 29 aprile 2014. (Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto).

La storia del Sig. Giuseppe Canino

I figli del Sig. Canino hanno dato mandato all’ONA e all’Avv. Ezio Bonanni.

«Intraprendiamo questa nostra battaglia legale – ha dichiarato la signora Carmela figlia del defunto – per far sì che l’ospedale di Augusta riceva le necessarie strutture e risorse umane e tecniche per la terapia e cura del mesotelioma».

A Giuseppe Canino viene diagnosticato il mesotelioma solo il 12 giugno 2015. Dopo tredici giorni, il 25 dello stesso mese, muore. Erano almeno sei mesi che Giuseppe alternava periodi di ricovero in ospedale con periodi a casa con continue crisi respiratorie e dolori atroci.

Secondo il dott. Arturo Cianciosi, medico legale dell’ONA, ci fu responsabilità medica per assenza di sorveglianza sanitaria. Inoltre, mancata attuazione della L.R. 10/2014 e mancata istituzione del centro di riferimento delle patologie asbesto correlate presso l’ospedale Muscatello di Augusta.

Il tutto per mancato sostegno alle ricerche del Prof. Marcello Migliore del policlinico di Catania e uno dei maggiori esponenti nella regione Sicilia. Ricerche nei confronti dell’azienda ospedaliera presso la quale al paziente, ricoverato più volte, è stata formulata la diagnosi con ritardo, pochi giorni prima della morte.

«Mio padre ha cominciato ad avere i sintomi del mesotelioma già all’inizio del 2014 – dice la signora Carmela – ma noi non sapevamo niente della questione dell’amianto e che provocasse il cancro. Ci siamo rivolti poi all’azienda ospedaliera di Palermo, i cui medici, però, ci avevano detto che nostro padre aveva una forte infezione e così per mesi è stato sottoposto a diversi interventi chirurgici e terapie antibiotiche che lo hanno debilitato. Lui strillava e gridava dicendo che con queste cure stava peggio. Solo il 12 giugno 2015 ci hanno detto che forse aveva il mesotelioma, poi lo abbiamo scoperto noi perché ci siamo rivolti al Prof. Luciano Mutti, del dipartimento cura del mesotelioma dell’ONA Onlus».

I Sigg.ri Canino e la loro battaglia legale

I Canino insistono, quindi, sulla convocazione a giudizio dei presunti responsabili della morte del genitore. 

«Mio padre ormai è morto ma possiamo bloccare questa epidemia di decessi, non solo a Palermo ma anche a Priolo Gargallo, Augusta e Siracusa – dichiara la sig.ra Carmela -. Intraprendiamo questa nostra battaglia legale per far sì che l’ospedale di Augusta riceva le necessarie strutture e risorse umane e tecniche per la terapia e cura del mesotelioma».

La legge amianto approvata nella regione Sicilia il 29 aprile 2014, secondo testimonianze non fu regolarmente applicata dalla giunta Crocetta (2012 – 2017). Secondo Fabio La Ferla, esponente dell’ONA, la passata Amministrazione regionale è colpevole di non aver potenziato l’ospedale di Augusta, presso il quale andava istituito il centro regionale amianto.

«Non ci stiamo a questi ritardi. Pretendiamo che la Regione, adesso che è cambiata l’Amministrazione, dia corso al potenziamento dell’ospedale di Augusta. Anch’io – continua La Ferla -, come Carmela, mi batto per gli altri, perché ormai mio padre è morto per mesotelioma e nessuno lo riporterà in vita, però è estremamente ingiusto che la Regione perda tempo nell’applicazione della legge.

Regione Sicilia: continui i casi di morti da amianto

«La morte di Canino non è un caso isolato – sottolinea l’on. Pippo Gianni, protagonista dell’approvazione della Legge Regionale amianto in Sicilia -. Dopo la mia estromissione dall’ARS (Assemblea Regionale Siciliana) la giunta Crocetta ha smontato la legge e soprattutto non ha potenziato l’ospedale di Augusta, presso il quale andava istituito il centro regionale amianto. La conseguenza è che Più di trent’anni fa sono stato profeta – conclude l’onorevole, componente del comitato tecnico scientifico dell’ONA -, primo sindaco ambientalista di Priolo Gargallo che aveva sostenuto la necessità della bonifica, in particolare dal mercurio della baia di Augusta».

L’amianto nella cantieristica navale

Fino al 28.04.1993, data di effettiva entrata in vigore dell’art. 1, L. 257/1992, l’amianto fu uno dei protagonisti nella cantieristica navale. Si utilizzava anche nelle attività di manutenzione, demolizioni e anche nel trasporto marittimo.

Quindi, tale rischio è stato esteso anche ai marittimi. Tra l’altro, l’amianto, si applicava a in molteplici strati, ad esempio:

  • Tela in amianto verniciata;
  • Intonaci con cemento impastato da amianto friabile;
  • Finiture esterne con molteplici procedure di realizzazione,
  • Vernice protettiva per evitare la formazione di ruggine ricoperta o non ricoperta da vernice, quindi, vernici ad elevato spessore c.d. antirombo;
  • Reti metalliche all’interno delle quali si trovava l’amianto friabile, anche con gesso o calce;
  • Cartone in amianto forato;
  • Marinite laminata;
  • Amianto floccato applicato a spruzzo oppure con il materassino con la lana minerale artificiale;
  • Arpae Emilia Romagna – Navalmeccanica e grandi navi in ferro
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