La regina Elisabetta è morta. Nonostante nell’ultimo mese c’erano state avvisaglie della sua malattia e aveva rinunciato anche ad appuntamenti importanti, forse nessuno credeva davvero che potesse succedere. Non perché non fosse umana, ma perché l’abbiamo vista sempre al suo posto, sempre lei ad impersonare la monarchia.
Elisabetta II d’Inghilterra ha conosciuto 5 Papi e durante il suo regno si sono susseguiti 15 premier (l’ultima la neoeletta Liz Truss).
La regina Elisabetta non indifferente al cambiamento climatico
In pochi sanno però che nell’ultimo periodo si è schierata a favore dell’ambiente. Davanti al cambiamento climatico e all’inquinamento che sta distruggendo il nostro Pianeta, non è rimasta indifferente.
La sua attenzione ha riguardato diversi aspetti della vita a Palazzo e ha anche smesso di indossare le pellicce. Un esempio, il suo, che non può certo da solo frenare la crisi climatica. Però è stato un messaggio forte, come tutti quelli che ha lanciato nella sua vita con grande sobrietà, ai politici di tutto il mondo fino alle nuove generazioni.
Elisabetta II ha parlato anche all’inaugurazione della Cop26 di Glasgow (attraverso un videomessaggio), in modo molto chiaro: “Non è più il tempo delle parole, è il tempo dell’azione”. Lo stesso messaggio che lancia l’Ona – Osservatorio nazionale amianto, Greta Thumberg e gli scienziati di tutto il mondo.
Elisabetta II e il taglio agli sprechi
Nonostante l’opulenza di Buckingham Palace secondo il fotografo della famiglia reale la regina ha sempre “apprezzato uno stile di vita piuttosto semplice”. La leggenda narra che la sera facesse il giro di tutte le stanze per spegnere le luci. A Natale avrebbe fatto conservare la carta da regali per poi riutilizzarla.
L’energia elettrica utilizzata a Palazzo viene per il 40 per cento da due turbine idroelettriche nel Tamigi. Le vecchie lampadine a incandescenza sono state sostituite tempo fa dai led e sono stati installati contatori intelligenti. Le auto con cui si muove la famiglia reale sono da tempo ibride.
La regina Elisabetta e il suo giardino di 17 ettari
Il giardino di Buckingham Palace si estende per 17 ettari. All’interno vivono e sono tutelate 325 specie di piante selvatiche, mille alberi e circa 30 specie di uccelli nidificanti. Nell’isola all’interno del lago, invece, sono ospitate le api che garantisco alla famiglia reale miele a km0.
Alle pellicce la regina Elisabetta ha rinunciato nel 2019. A comunicarlo fu la sua stilista, Angela Kelly. Nel 200 anche il governo britannico seguì su questa strada, mettendo al bando l’allevamento da animali da pelliccia e, poi, l’importazione e la vendita di questi prodotti.
Il nuovo re Carlo III ambientalista già dal 1986
Quello che non va omesso è che forse questa svolta ambientalista della regina sia stata in qualche modo presa insieme al principe Carlo, che ora è diventato re con il nome di Carlo III. È lui che ha abbracciato la lotta ambientalista già dal 1986 quando difese il movimento Extinction Rebellion.
Si tratta di un movimento internazionale non violento, fondato in Inghilterra in risposta alla devastazione ecologica causata dalle attività umane. Gli attivisti sono chiamati alla disobbedienza civile non violenta per chiedere ai governi di invertire la rotta che “ci sta portando – dicono – verso il disastro climatico e ecologico”.
“Capisco la loro rabbia”, disse Carlo quando a causa del movimento ci furono importanti disagi sociali.
Da decenni denuncia i pericoli del cambiamento climatico, nonostante all’epoca non fosse ascoltato e c’era chi lo derideva. Carlo è stato ai più importanti summit sul clima e nel 2007 ha ricevuto il premio del Center for health and the global environment della scuola di medicina di Harvard proprio per il suo impegno.
Ha incontrato Greta Thunberg 2 anni fa al World Economic Forum di Davos. Lì lanciò un nuovo appello ai leader mondiali: “Vogliamo passare alla storia come quelli che non hanno fatto nulla per salvare il mondo? Io non voglio essere fra questi!”.