La legge 68/2015 ha inserito nel Codice Penale il Titolo VI-bis, il quale è dedicato al reato ambientale. I nuovi delitti contro l’ambiente sono i seguenti:
- Inquinamento ambientale
- Traffico e/o abbandono di rifiuti tossici
- Disastro ambientale
- Omessa bonifica
Cresce in modo esponenziale il rischio di inquinamento a causa dei roghi che si propagano sempre di più sul nostro territorio.
Reato ambientale, l’amianto killer immerso nella società
L’amianto abbandonato e non debitamente smaltito genera preoccupazione.
Un materiale cancerogeno, quello dell’asbesto, che è sotto controllo dal piromane, il quale ultimamente tende a diramare paura, causando disastri sul territorio.
I crimini ambientali crescono, i rifiuti vengono bruciati in segno di protesta o come smaltimento illecito.
Ogni anno, vengono indagate persone di ogni regione, la Polizia lavora costantemente, senza fermarsi mai.
Lo smaltimento costa e il margine che si ottiene con il lato illecito è molto gradevole non solo per la criminalità organizzata.
Reato ambientale: operazione Escalation
Nel 2016 c’è stata una crescita esponenziale di questi reati nel nord Italia. Escalation era il nome dell’operazione di polizia che ha portato al sequestro ben 4 aziende, con 29 persone indagate per crimini ambientali.
Il sequestro prevedeva materiali di proprietà delle aziende coinvolte, utilizzati per la “produzione” illecita dello sporco smaltimento.
Infatti, da questa operazione, sono stati sequestrati ben 180.000 tonnellate di rifiuti, tra cui anche rifiuti “speciali”. D’altra parte, gli anni di irregolarità hanno generato un problema, cioè la diffusione di danni enormi su tutto il territorio. Parliamo di irregolarità e di illeciti di diversa natura: civili e penali.
Nelle aree industriali dismesse era solito bruciare materiali nocivi, le bare delle riesumazioni, cisterne di gasolio abbandonate, o altri liquidi chimici. In aggiunta a questo, sono state trovate diverse zone fortemente inquinate anche dall’amianto.
L’Italia malata: i bilanci delle ecomafie
In particolare, quando si parla di smaltimento dei rifiuti e di crimini ambientali in Italia, non si può non parlare di ecomafie.
La parola ecomafia è un neologismo coniato da Legambiente. Definisce quelle attività illecite da parte di organizzazioni criminali a stampo mafioso che creano o generano danni all’ambiente.
Le attività delle ecomafie comprendono abusivismo edilizio, smaltimento illegale di rifiuti, incendi boschivi e illegalità su vasta scala degli alimenti.
Un bilancio milionario quello delle ecomafie, che li vede protagonisti in alcuni settori prediletti: rifiuti e cemento illegale.
L’uomo è responsabile della salvaguardia e della conservazione di tutto l’ambiente che lo circonda.
Con la violazione delle proprie responsabilità si innesca un meccanismo di comportamento deviante. Tanto è vero che, alla portata della violazione, si risponde di sanzioni penali o sanzioni amministrative.
Un filo sottile tra crimine e malattia
Varie indagini e studi scientifici hanno messo in luce una forte correlazione tra i fenomeni criminogeni e il numero di malati oncologici.
Basti pensare al territorio campano dove esiste un luogo nominato il “triangolo della morte” in cui il tasso di mortalità dovuto al cancro è altissimo. Difatti, tale malattia viene innescata a causa dello smaltimento illegale dei rifiuti da parte dei camorristi.
L’asbesto, fibrosi polmonare, è causata esclusivamente dai minerali di amianto. L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA e l’Avv. Ezio Bonanni infatti, hanno incentrato il loro lavoro anche su una finalità preventiva per tali malattie.
L’Associazione Vittime Amianto tutela le vittime, segue tutto l’iter per adempiere alla più corretta forma di tutela dei propri diritti.
Ad ogni modo, secondo l’Osservatorio, è fondamentale la prevenzione primaria.
Reato ambientale: è emergenza nazionale
Siamo difronte ad un’emergenza nazionale, dove lo Stato deve attivarsi per la prevenzione. È doveroso attuare metodi diversi per conoscere e saper affrontare uno stato emergenziale.
Le bonifiche per i roghi dei rifiuti abbandonati stanno diventando a sua volta una pesante spesa per il Paese.
L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) mette nero su bianco i numeri che determinano questo nuovo problema:
- Una tonnellata di rifiuti bruciati produce 1.8 tonnellate di CO2
Ogni tonnellata, per essere smaltita, prevede un costo tra i 160€ ai 240€.
Concludendo, la bonifica di una zona contenente amianto serve per la tutela della salute dei cittadini, così come la salvaguardia dell’ambiente. È possibile richiedere assistenza tecnica per la bonifica, di grande aiuto per una maggiore cura verso l’ambiente.
La messa in sicurezza degli spazi, attraverso la bonifica, serve a tutelare ogni cosa. Ultimo, e non meno importante, è il tentativo che ogni uomo dovrebbe ossia fare prevenzione verso questi atti criminali, ancor prima che si verifichino.
In ogni caso, invece di aprire indagini e iniziare una lunga giurisdizione, si deve rendere il crimine meno interessante o stimolante.