Un team di scienziati ha studiato la mummia di un ragazzo ricoperto d’oro. Il giovane indossava amuleti e gemme preziose.
“Ragazzo d’oro”
Ma che “ragazzo d’oro”! E’ proprio col caso di dirlo. Solo che non si tratta di una metafora. Un gruppo di ricercatori ha studiato la mummia di un giovincello di 2.300 anni, utilizzando uno scanner TC.
Risultato?
Il fanciullo (circa 14-15 anni) era interamente coperto di pietre d’oro e ben quarantanove amuleti protettivi, coloratissimi, posti tutti intorno al suo corpo.
Cosa che suggerisce delle origini non certo umili. Altro particolare che conferma il suo rango è la metodologia di imbalsamazione assai meticolosa e costosa per l’epoca.
La doppia bara
I resti del ragazzo d’oro erano conservati all’interno di due bare rinchiuse una dentro l’altra. La bara esterna era semplice e inscritta in nero con lettere greche, mentre il sarcofago interno in legno era inciso con diversi motivi e sopra era collocata una maschera dorata.
Tutti i suoi organi erano stati rimossi, ad eccezione del cuore e del cervello (quest’ultimo sostituito con la resina).
Una scoperta straordinaria
A definirla così, l’autore dello studio Sahar Saleem, professore di radiologia della Facoltà di medicina dell’Università del Cairo.
«Poiché questa mummia non è mai stata ‘disturbata’, fornisce una visione unica su come gli imbalsamatori avrebbero collocato attentamente gli amuleti sul corpo per proteggere i morti», ha aggiunto.
Perché il ragazzo d’oro indossava tutti questi amuleti?
In realtà, l’usanza di sistemare degli amuleti accanto ai defunti era assai diffusa nell’antico Egitto. Gli imbalsamatori li posizionavano accanto al “libro dei morti”, affinché proteggessero l’anima durante il suo viaggio finale.
Cosa si vede dalle immagini?
Le scansioni mostrano i 49 amuleti, di diverse misure, con 21 disegni stilizzati.
Essi si trovano tra le pieghe degli involucri e all’interno della cavità corporea della mummia.
Si tratta dell‘Occhio di Horus, l’amuleto akhet dell’orizzonte, la placenta, il Nodo di Iside e altri. Molti erano fatti d’oro, mentre alcuni erano fatti di pietre semipreziose, argilla cotta e altri materiali.
Lo scarabeo sul cuore del ragazzo d’oro
Accanto al cuore, le immagini mostrano un amuleto a forma di scarabeo.
L’animale è presente nel Capitolo 30 del libro dei morti e, secondo l’antica usanza, avrebbe aiutato il fanciullo ad essere giudicato bene nell’aldilà.
Qui, l’organo sarebbe stato pesato, ponendo dall’altra parte della bilancia la piuma di Maat, la dea della verità, della giustizia e dell’equilibrio.
La lingua dorata
Nella bocca del ragazzo si può notare la presenza di una foglia dorata a forma di lingua. Cosa che gli avrebbe consentito di parlare con gli dei dopo la morte.
Accanto al pene si nota un amuleto a forma di dita (indice e medio della mano destra) di grosse dimensioni. La posizione serviva a proteggere l’incisione dell’imbalsamazione.
Amuleti simboleggianti falchi e pennacchi di struzzo rappresenterebbero gli aspetti spirituali e materiali della vita.
Ancora amuleti
Altri ancora avevano vari ruoli protettivi. Un amuleto sferico, rappresenta l’acqua santa nell’aldilà.
L’ amuleto del “pilastro di Djed”, che rappresenta la spina dorsale di Dio Osiride, avrebbe assicurato al defunto l’immortalità.
Un amuleto “ad angolo retto” rappresenterebbe la livella, l’equilibrio.
Abbigliamento e accessori del ragazzo d’oro
Sul suo petto si notano delle felci secche. Ai pedi invece aveva dei sandali bianchi. Colore indicato sempre nel libro dei morti, come simbolo della purezza necessaria per presentarsi al cospetto di Iside. I sandali gli sarebbero serviti anche per uscire dalla bara. Un’altra immagine mostra anche la presenza di biancheria.
Accanto a lui c’erano anche piante e fiori.
Il ragazzo non era circonciso
Altro dettaglio importante è che il ragazzo non presenta tracce di circoncisione. Secondo Saleem, questo potrebbe indicare che gli antichi egizi furono circoncisi solo nell’età adulta. Di parere diverso Salima Ikram, capo del dipartimento di Egittologia dell’Università Americana del Cairo.
«La mancanza di circoncisione è interessante in quanto potrebbe dirci qualcosa sulla sua etnia».
In pratica per Ikram il giovane potrebbe avere origini persiane.
Chi era il ragazzo e di cosa è morto?
La mummia è stata scoperta nel 1916 in un cimitero di Nag El-Hassay (usato tra il 332 a.C. e il 30 a.C), nell’Egitto meridionale.
Successivamente è stato conservato in un seminterrato del Museo Egizio al Cairo fino al nuovo studio.
Il ragazzo avrebbe vissuto probabilmente nel periodo degli ultimi re tolemaici, e forse avrebbe assistito ai fasti del regno di Cleopatra.
Le scansioni non hanno fatto chiarezza circa le cause della sua morte. Hanno solo svelato che era alto circa 1,28 centimetri, aveva un viso ovale, un naso piccolo, un mento stretto e denti sani (non aveva ancora il dente del giudizio).
Di più non si sa.
Gli scienziati stanno studiando attentamente il suo sarcofago per trovare più indizi sull’identità del giovane.
Fonti
Frontiers in Medicine
(foto Ansa)