C’è anche amianto abbandonato tra i rifiuti trovati dai carabinieri all’interno del campo rom di Qualiano, in provincia di Napoli. Un ammasso enorme di rifiuti quello accatastato nell’area di oltre 20mila metri quadrati dove risiedono 51 persone, tra cui diversi minorenni.
Amianto nel campo rom, il blitz dei carabinieri
I carabinieri di Giugliano in Campania hanno effettuato un attento sopralluogo e trovato diverse irregolarità. Sono stati coadiuvati dai militari del Gruppo di Castello di Cisterna e dagli elicotteristi di Pontecagnano e della stazione forestale di Pozzuoli. Trovate anche 6 auto prive dell’assicurazione e un’altra intestata a una persona inesistente.
Quelle che preoccupa maggiormente, però, è la presenza di cemento amianto lasciato alle intemperie e, quindi, ancora più pericoloso. Negli anni, infatti, l’eternit perde il potere aggrappante e disperde più facilmente le sue fibre cancerogene. Come denuncia da tempo il presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, l’avvocato Ezio Bonanni ne “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022”.
L’asbesto, altro nome per indicare i minerali di amianto, causa, infatti il mesotelioma, ma anche tante altre patologie asbesto correlate. Causa, così, ogni anno circa 7 mila vittime in Italia. I dati, relativi per altro soltanto ai casi di mesotelioma, registrati nel VII Rapporto ReNaM dell’Inail, sono sottostimati.
L’importanza della bonifica dall’amianto
Tornando al capo rom si tratta, purtroppo, soltanto di uno dei tantissimi siti contaminati in tutta la Penisola. Tantissimi sono, infatti, gli edifici costruiti prima del 1992 (anno della messa al bando del minerale killer), non bonificati.
Tra questi ci sono ancora, secondo una stima Ona, ancora 2400 scuole e 150 ospedali. Luoghi frequentati ogni giorno dai cittadini più fragili: i bambini e le persone che, per vari motivi stanno male. Nonostante tutto le bonifiche sono in forte ritardo. Per questo l’Ona ha anche realizzato una App per contribuire alla mappatura dei luoghi con amianto.