Quando si parla di bonifica amianto uno dei temi sensibili è quello che riguarda la protezione dei lavoratori coinvolti nelle operazioni di bonifica. In effetti, in questa fase delicata, non solo sono possibili contaminazioni ambientali, ma i rischi sono alti per tutti coloro che si occupano della bonifica stessa. L’esposizione alle fibre di amianto infatti, anche a bassa dose, provoca gravi malattie tra cui infiammazioni e cancro. Tra questi il mesotelioma è il più temibile e con più basse aspettative di vita (approfondisci su “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia-Ed.2022“).
In questo articolo parliamo della legislazione in materia, circa le ditte specializzate che si occupano di bonifica amianto e le norme in materia di protezione dei lavoratori coinvolti.
L’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto è l’associazione che rappresenta le vittime dell’amianto e offre tutela legale e medica agli esposti e ai lavoratori colpiti.
In questo giornale è possibile restare costantemente aggiornati sulla materia e gli sviluppi giudiziari, consultando la categoria news amianto.
Bonifica amianto: un rischio per i lavoratori
La legge italiana permette tre tipi di bonifica amianto:
- Incapsulamento
- Confinamento
- Rimozione attraverso lo smaltimento in discarica
I primi due tipi di bonifica amianto avvengono di solito in concomitanza. I materiali di amianto vengono incapsulati, in modo da prevenire possibili contaminazioni durante il confinamento e per rendere più sicuro il confinamento stesso. Quest’ultimo consiste nell’installazione di una barriera a tenuta o di una sovra copertura con lastre isolanti, che separano i materiali contenenti amianto dalle aree fruibili di un edificio.
L’incapsulamento permette di ricoprirli preventivamente con una pellicola penetrante e impermeabile che non permette il rilascio delle fibre killer.
La normativa di riferimento è quella relativa al D.M. 06/09/1994 e al D.M. 20/08/1999. In genere lo si applica in presenza di aree circoscritte.
La rimozione è la forma di bonifica più efficace e indicata, perché evita i problemi dovuti alal manutenzione futura dei manufatti o quelli derivanti da un evento imprevisto, come un terremoto. Si tratta però della tipologia di bonifica più pericolosa per i lavoratori coinvolti e per l’ambiente durante le procedure di trasporto e smaltimento.
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Ditte specializzate per la rimozione amianto
Per le operazioni di bonifica amianto è necessario rivolgersi a una ditta autorizzata allo smaltimento amianto, ovvero avvalersi di professionisti regolarmente iscritti all’Albo Gestori Ambientali nella Categoria 10A o 10 B secondo quanto regolamentato dall’articolo 212 del d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152.
Soltanto le ditte autorizzate infatti possono svolgere la bonifica amianto in sicurezza e seguire il protocollo affinché l’edificio, l’abitazione o il capannone risultino a rischio 0. Il trasporto in discarica, in particolare, consistendo nel conferimento in discarica di rifiuti speciali prevede l’accesso al sistema SISTRI.
Piano di lavoro e protezione dei lavoratori
Le ditte autorizzate predisporranno un apposito Piano di Lavoro (ai sensi dei cc. 2 e 5) per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro e la protezione dell’ambiente esterno.
I contenuti del piano sono fissati dallart. 256, al comma 4; è importate il disposto del comma 5 dello stesso articolo: «5. Copia del piano di lavoro è inviata all’organo di vigilanza, almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori. Se entro il periodo di cui al precedente capoverso l’organo di vigilanza non formula motivata richiesta di integrazione o modifica del piano di lavoro e non rilascia prescrizione operativa, il datore di lavoro può eseguire i lavori».
Il personale delle ditte specializzate nella bonifica amianto è dunque a conoscenza dei rischi e segue un piano di lavoro redatto ad hoc in base alla friabilità e ad altre caratteristiche dell’amianto e del sito contaminato.
Importanza dei DPI: dispositivi di protezione dei lavoratori
I dispositivi di protezione individuale giocano un ruolo fondamentale nella protezione dei lavoratori coinvolti nella bonifica amianto. Essi devono:
- Essere adeguati ai rischi da prevenire;
- Non devono costituire rischi aggiuntivi;
- Devono essere compatibili alle condizioni presenti sul luogo di lavoro;
- Terranno conto delle esigenze ergonomiche e di salute dei lavoratori;
- Saranno compatibili con gli altri DPI utilizzati contemporaneamente.
Le figure professionali preposte alla sicurezza sui luoghi di lavoro devono garantire: fornitura e fit test RPE (respiratori) per i lavoratori; garantire che i lavoratori indossino i DPI quando necessario; fornire formazione ai lavoratori su come utilizzare i DPI in sicurezza, all’inizio del rapporto di lavoro e ad intervalli regolari su base continua e fornire un deposito sicuro per i DPI riutilizzabili.
Quali DPI devono essere indossati in presenza di amianto?
L’articolo 251, comma1, lettera b, del D.Lgs. 81/2008 prevede che i DPI per le vie respiratorie debbano garantire una concentrazione di fibre di amianto nell’aria respirata non superiore ad 1/10 del valore limite, fissato a 0,1 fibre per cm3 di aria e misurato come media ponderata nel tempo di riferimento di 8 ore.
In presenza di amianto DPI devono includere:
- dispositivi di protezione delle vie respiratorie (RPE);
- tute (monouso di carta o impermeabili o di cotone a tessitura stretta con biancheria monouso al di sotto);
- stivali;
- elmetti standard;
- guanti.
Cos’è l’RPE per la protezione delle vie respiratorie?
L’RPE è uno dei dispositivi di protezione individuale (DPI) più importanti nella protezione dei lavoratori dai pericoli della polvere e delle fibre di amianto.
Il respiratore deve essere sempre indossato in qualsiasi ambiente in cui sia presente o si sospetti la presenza di amianto. Ha infatti la capacità di ridurre al minimo il rischio di respirare le sottilissime fibre. Per essere efficace, è essenziale scegliere il tipo più indicato all’attività lavorativa da svolgere. Bisogna inoltre assicurarsi che sia montato correttamente.
Quando si monta per la prima volta il respiratore, è necessario eseguire un test di adattamento (Fit test) che ne valuti la perfetta aderenza al viso. Il test deve essere eseguito da personale accreditato.
Il Fit-test deve essere effettuato anche: 1) se chi lo indossa ha avuto un significativo aumento o perdita di peso; 2) annualmente (o più frequentemente se specificato dalla policy aziendale). I respiratori non sono adatti a persone con la barba, lunga o corta che sia.
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