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venerdì, Febbraio 7, 2025

Prof vittima di amianto, Miur condannato in Appello

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La Corte d’Appello di Bologna ha confermato la condanna in primo grado del Ministero dell’Istruzione. Dovrà risarcire 930mila euro a favore dei figli della prof. Olga Mariasofia D’Emilio. L’insegnante è morta il 21 febbraio 2017, all’età di 87 anni, a causa di un mesotelioma, per l’esposizione all’amianto.

L’amianto nella scuola della prof. D’Emilio

La donna aveva insegnato nella scuola media “Farini” di Bologna, tra il 1981 e il 1990. All’interno dell’immobile era presente, purtroppo, e non ancora bonificato, l’asbesto che le è stato fatale. Consapevole della sua esposizione, l’insegnante aveva ottenuto dall’Inail il riconoscimento di malattia professionale.

Nel 2011, poi, la prof. aveva iniziato la procedura giudiziaria per ottenere il risarcimento dei danni. Soltanto dopo la sua morte, i figli Silvana ed Andrea, grazie all’Osservatorio Nazionale Amianto e al suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, costituito con l’avv. Massimiliano Fabiani del Foro di Bologna, hanno vinto la causa contro il ministero per non aver rimosso l’amianto dalla struttura.

Il presidente dell’Ona lavora da anni al fianco delle vittime. Ha raccolto dati e documenti, ha affiancato la ricerca. E, soprattutto, ottenuto importantissimi risultati nella garanzia dei diritti di chi viene colpito dalle patologie asbesto correlate. Tutto il suo impegno e il suo lavoro è stato poi riportato ne “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022“.

Purtroppo l’amianto è stato utilizzato in maniera massiccia nell’edilizia e in tantissimi altri settori, contaminando molti luoghi in cui ancora oggi viviamo. Tutto questo nonostante fosse chiara la sua pericolosità. Causa, infatti, oltre al mesotelioma anche il tumore del polmone, della faringe, della laringe, delle ovaie e del colon. Causando oltre 7mila decessi l’anno. I casi di mesotelioma sono consultabili nel VII Rapporto ReNaM. L’Ona lavora anche per rendere sempre più puntuale la mappatura dei siti contaminati. Tutti i cittadini possono aiutare in questo senso segnalando all’apposita App le zone con presenza di amianto.

Asbesto nelle coperture, in palestra e nei laboratori

Già in primo grado il tribunale aveva stabilito che era stata dimostrata la presenza di amianto all’interno dell’immobile, grazie anche alle testimonianze di alcuni colleghi della prof. che avevano spiegato come l’asbesto fosse nelle coperture esterne, nelle tettoie, nelle palestre e negli inter-passaggi fra gli edifici scolastici.

A supporto dell’esame dei testimoni era stata presentata anche una consulenza tecnica d’ufficio che accertava l’esposizione della docente all’amianto e il nesso quantomeno concausale con il sopravvenuto mesotelioma.

La condanna di Appello del Ministero dell’Istruzione

Ora, anche la Corte d’Appello ha confermato la condanna del Miur. I giudici Coco, Vaccari e Angelini, hanno respinto tutti i motivi del ricorso. In particolare quello con il quale sosteneva che l’amministrazione scolastica non sarebbe stata destinataria di obblighi prevenzionistici perché il ministero non “è mai stato titolare di competenze in materia di edilizia scolastica”.

I giudici hanno ribadito: “essendo pacifico che il Ministero… riveste il ruolo di datore di lavoro e la conseguente posizione di garanzia nei confronti del personale addetto (e degli alunni) anche con riguardo all’agibilità e sicurezza degli edifici e delle attrezzature destinati al servizio”.

La figlia della prof.: “Sentenza liberatoria”

“Questa seconda sentenza – ha commentato la figlia Silvana – è stata liberatoria. Mia madre ha avuto quello che ha sempre desiderato quando ha scoperto di avere un mesotelioma, mi diceva sempre che voleva giustizia. In questi anni ho vissuto sentendo un dovere profondo nei suoi confronti, quello di non mollare. Ed è per questo che, anche a livello personale, è stato liberatorio riuscire ad arrivare fino in fondo ottenendo, anche grazie alla bravura dell’avvocato Bonanni, un esito favorevole”.

In Emilia Romagna oltre 400 scuole con amianto

In Emilia Romagna sono stati rilevati 431 istituti con amianto. A fronte di alcune bonifiche, negli anni sono stati segnalati altri casi di scuole contaminate, quindi, secondo le stime dell’ONA, nel 2021 ci sono più di 400 scuole con materiali contenenti amianto. “L’amianto nelle scuole – ha tuonato l’avvocato Bonanni – è una vergogna per un paese civile, circa 356mila studenti sono ancora esposti ad un materiale che provoca patologie come l’asbestosi, malattia polmonare cronica, e il mesotelioma, tumore che colpisce il tessuto sottile che riveste gli organi interni. A questa cifra si aggiungono altre 50mila persone tra docenti e personale scolastico. Alcune regioni e città stanno provvedendo alle bonifiche di oltre 2400 scuole in tutta Italia ancora contaminate, ma non c’è un piano coordinato, né vengono stanziati finanziamenti adeguati”.

Altra emergenza denunciata dall’osservatorio è quella degli acquedotti con le tubature realizzate in cemento-amianto, 28 solo nelle province di Bologna e Modena a servizio di 134 Comuni. Da un’indagine effettuata lo scorso anno su 453 campioni analizzati, 41 sono risultati positivi per la presenza dell’asbesto.

L’assistenza gratuita all’Ona si può chiedere tramite lo sportello online o al numero verde gratuito 800 034 294.

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