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venerdì, Marzo 29, 2024

Processo Fibronit: ricorso della Procura Generale di Milano

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Riguardo il Processo Fibronit, la Procura Generale di Milano ha accolto le richieste avanzate dall’ONA. Ha impugnato la sentenza emessa dalla V Sezione della Corte d’Appello lo scorso ottobre. Questa aveva assolto i due imputati per prescrizione del reato di disastro ambientale, presentando ricorso in Cassazione.

Centinaia di morti per esposizione ad amianto nei diversi siti, incidenti ed esplosioni, rischio di nuove discariche di amianto. È la tragica realtà della Lomellina, terra di agricoltura e bellezze paesaggistiche e naturali. Qui sono stati impiantati numerosi stabilimenti, tra cui quello della Fibronit di Broni, ormai dismesso dai primi anni ’90.

In seguito a centinaia di morti per casi di asbestosi, mesoteliomi, tumori polmonari e altre patologie da amianto si è giunti faticosamente, grazie all’impegno delle associazioni delle vittime, alla condanna degli imputati Dal Pozzo Claudio e Boccini Giovanni in primo grado. Sono stati condannati sia per le ipotesi di disastro che per gli omicidi colposi.
Gli imputati sono ricorsi in Appello. Hanno ottenuto la riforma della sentenza di condanna di I grado con la loro assoluzione “perché il fatto non costituisce reato”.

Processo Fibronit: impugnato un ricorso di Cassazione

La Procura Generale, in data 2 gennaio 2017, ha impugnato la decisione con ricorso in Cassazione. Afferma che: “la semplice analisi del dispositivo consente di verificare il contraddittorio iter motivazionale. Incomprensibile appare perciò l’assoluzione per tali decessi, in relazione ai quali, con la formula assolutoria adottata. La Corte ha invece escluso gli elementi costitutivi del reato di omicidio colposo aggravato, elementi invece ritenuti sussistenti nel disastro, la cui aggravante, ivi riconosciuta, faceva proprio riferimento alle ipotesi specificate ai capi riguardanti gli omicidi”.

La Corte ha riconosciuto quell’evento straordinariamente grave. Ha riconosciuto il danno alla pubblica incolumità consistito, tra l’altro, nei numerosi decessi conseguenti alla notevole quantità di polveri di amianto nella Fibronit. Queste si erano liberate nell’aria nel corso degli anni e avevano provocato un gravissimo inquinamento ambientale. Vere e proprie eruzioni di ingenti quantità di polveri si erano verificate il 21.03.1988 e il 06.03.1990. La declaratoria di assoluzione appare quindi incompatibile con la precedente declaratoria di non doversi procedere per l’estinzione del reato per decorso del tempo”.

La Procura Generale di Milano prosegue affermando che nel caso di specie c’è stata “erronea applicazione della legge penale e manifesta illogicità della motivazione in ordine all’assoluzione degli imputati per mancanza dell’elemento soggettivo del reato”.

L’azione di tutela dell’Osservatorio Nazionale Amianto

L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni saranno presenti in Cassazione per far valere i diritti delle vittime e per il ripristino della legalità e della giustizia. La Procura Generale della Corte di Appello di Milano, così, ha ritenuto non peregrine le censure e le critiche avanzate dall’Avv. Ezio Bonanni all’indomani della sentenza assolutoria.

Ora la palla passa alla Corte di Cassazione. Si spera che almeno in questo caso possa essere assicurata giustizia alle vittime. Ogni anno muoiono migliaia e migliaia di lavoratori e cittadini per via dell’utilizzo indiscriminato dell’amianto in assenza di qualsiasi precauzione. Eppure non ci sono processi e i pochi che ci sono quasi sempre terminano con l’assoluzione.

Processo Fibronit, Bonanni: “I familiari vogliono giustizia”

“Queste vittime e i loro familiari non chiedono altro che giustizia. Questa giustizia che lo Stato Italiano, più volte condannato per violazione anche delle regole comunitarie e che è stato il più grosso utilizzatore di amianto, nega loro. Si tratta di una regola di giustizia, ma anche di civiltà, quella di dire alle vittime chi è il colpevole, chi è il responsabile delle loro malattie e della morte dei congiunti. 

Questo invoca l’ONA, rivolgendo un appello al Capo dello Stato perché si faccia piena luce sui motivi per i quali c’è denegata giustizia per le vittime dell’amianto”, dichiara l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’ONA. 

“L’affermazione forte e decisa della Procura Generale presso la Corte di Appello di Milano ci lascia ben sperare. Sostiene con forza la richiesta al Capo dello Stato affinché ci sia una disamina attenta delle ragioni per le quali persiste la negata giustizia in relazione alle migliaia di morti per amianto. Ci riferiamo non a casi dubbi, ma a casi certi di mesotelioma oppure di asbestosi, oltre a tumori polmonari. Almeno per i mesoteliomi e per le asbestosi non ci sono dubbi. Se poi, come nel caso della Fibronit, a morire sono tutti gli operai di un intero stabilimento, allora come ci può essere una sentenza di assoluzione”.

Le richieste dell’Osservatorio Nazionale Amianto

L’Osservatorio Nazionale Amianto recentemente ha già chiesto alla Commissione Europea di avviare una procedura di infrazione verso la Repubblica Italiana e la Regione Lombardia. La questione riguarda la discarica di amianto che si vorrebbe realizzare nei pressi della Raffineria di Sannazzaro De’ Burgondi.

L’attuale presa di posizione della Procura Generale di Milano, nella misura in cui ha sancito il ricorso per Cassazione avverso la sentenza assolutoria nel caso del Processo Fibronit, dà forza alle vittime. Giustifica il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, in relazione alla denegata giustizia per le vittime dell’amianto.

Questi temi saranno approfonditi il prossimo 14.01.2017 nella conferenza nazionale, che l’ONA sta organizzando a Sannazzaro De’ Burgondi. Qui si cercherà di evitare un’ulteriore situazione di rischio per le popolazioni del territorio. Lo scopo è rendere giustizia alle vittime dell’amianto e ripristinare la legalità.

L’ONA preannuncia iniziative anche in ambito comunitario e presso Corti internazionali per la sostanziale in applicazione delle norme del Codice Penale che reprimono i casi di omicidio, come quelli per amianto.

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