I rapporto mesoteliomi. In data 15 dicembre 2015 presso la Sala Nassirya del Senato, l’Osservatorio Nazionale Amianto ha presentato i risultati del Primo Rapporto Mesoteliomi.
I rapporto mesoteliomi: la presentazione
Si tratta di uno studio approfondito sul numero dei decessi e delle malattie legate al micidiale killer, ma anche le categorie professionali più a rischi. Molte delle quali non vengono ancora considerate tali, come insegnanti, militari e agricoltori.
Il rapporto è stato realizzato dall’ONA grazie ad un capillare e sperimentale screening sul territorio.
Le malattie professionali contemplate nelle liste INAIL
Tra i rischi non vi è solo il mesotelioma. Le patologie asbesto correlate sono molteplici, e l’INAIL le ha raccolte in 3 liste.
Le patologie asbesto correlate della Lista I INAIL
Nella lista I dell’INAIL troviamo quelle patologie di cui l’origine lavorativa è considerata di “elevata probabilità”:
- Placche e ispessimenti pleurici (I.4.03);
- Asbestosi polmonare (I.4.03);
Poi troviamo i vari tipi di mesoteliomi:
- Pleurico (I.4.03);
- Pericardico (I.6.03);
- Peritoneale (I.6.03);
- Tunica vaginale del testicolo (I.6.03);
Ed, infine, i tumori:
Le patologie asbesto correlate della Lista II INAIL
Nella lista II, invece, troviamo le patologie, ovvero tumori, c.d. di “limitata probabilità”:
In ultimo, nella lista III, troviamo il solo tumore dell’esofago, la cui origine lavorativa è ritenuta “possibile”.
Dati rilevati dall’ONA in merito al mesotelioma in Italia
Nel nostro paese sono ben più di 6.000 le persone che perdono la vita ogni anno a causa delle malattie asbesto correlate. Davvero un dato inaccettabile, che porta un costo elevato sia in termini di spese sanitarie, che per prestazioni previdenziali e assistenziali.
In Italia sono presenti ancora più di 40mln di tonnellate di amianto e materiali contenenti amianto. 34mln in matrice compatta e la restante parte in matrice friabile, rilevabili in più di 40mila siti e in 1mln di micrositi.
In questi siti, l’amianto non demorde, e continua a disperdere le sue polveri e fibre, riducendosi allo stato pulverulento.
Ancora a tutt’oggi, l’asbesto è il componente di gran parte degli acquedotti che, oltre a perdere il 40% dell’acqua, contamina la restante parte con le fibre. Queste ultime vengono, quindi, ingerite, così provocando danni alla salute.
Bonifica amianto dopo l’entrata in vigore della L. 257/92.
Sono passati ben più di vent’anni dall’entrata in vigore della Legge 257/1992. Ad oggi, sono solo meno di 500mila le tonnellate di materiali di amianto e contenenti amianto ad essere state bonificate. Ne consegue che, la restante parte, continuerà ad inquinare e contaminare l’ambiente, determinando, quindi, ulteriori esposizioni, patologie e tragedie.
Tutte le forze politiche e le agenzie pubbliche, INAIL compresa, si avvicinano all’argomento amianto senza nessun tipo di sensibilità. Ne tengono conto solo sotto l’aspetto indennitario e, quindi, decidono di intervenire solamente una volta che la patologia è conclamata.
Questo perché ne vogliono negare il nesso causale e, a causa di ciò, costringono le vittime a cominciare un processo molto lungo, per potersi vedere riconosciuta l’origine della patologia.
Tant’è vero che, spesso, il decesso, precede il riconoscimento delle prestazioni previdenziali.
Importanza della prevenzione primaria
La soluzione è evitare ogni forma di esposizione alle fibre di amianto e potenziare gli strumenti della ricerca scientifica, in modo da costituire ulteriori strumenti per migliorare la prognosi ed, eventualmente, aumentare il periodo di sopravvivenza e migliorare la qualità di vita.
Atti in video conferenza ONA in Senato (15.12.2015)
Il I rapporto mesoteliomi dell’ONA Onlus è stato presentato presso il Senato della Repubblica in data 15.12.2015.