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giovedì, Aprile 18, 2024

Repubblica dell’amianto, presentato II Rapporto Mesoteliomi

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I nuovi dati epidemiologici dell’Osservatorio Nazionale Amianto sono stati diffusi dall’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA attraverso la pubblicazione del II rapporto mesoteliomi.

La pubblicazione diffusa poi nel corso della conferenza stampa “Italia: la Repubblica dell’Amianto”.

Sulla pagina Facebook Osservatorio Nazionale Amianto TV è possibile rivedere la conferenza ed ascoltare le interviste all’Avv. Ezio Bonanni.

“Di amianto si continua, e purtroppo, si continuerà a morire per i prossimi 130 anni, considerando che, anche con le più rosee aspettative, le bonifiche non finiranno prima di 85 anni.

Ecco perché occorre bonificare al più presto i 40.000.000 di tonnellate contenenti amianto che sono disseminate nell’intero nostro territorio nazionale”, dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

Presentazione del II rapporto mesoteliomi

I nuovi dati shock raccolti nel II rapporto mesoteliomi, confermano che questo killer provoca ogni anno non meno di 6000 morti l’anno.

Decessi per mesotelioma, cancro ai polmoni, alla faringe, alla laringe, allo stomaco, al fegato, all’esofago, al colon, al retto e alle ovaie.

Per non parlare dell’asbestosi con le sue complicazioni cardiocircolatorie, e questo per fermarci alle sole malattie per le quali c’è totale unanimità scientifica.

Come è noto. anche le scuole sono imbottite di amianto. Sono 2400 gli istituti contaminati in Italia. 

Ecco perché creare i Dipartimenti ONA, attraverso i quali forniamo assistenza medica e legale, naturalmente in piena sussidiarietà con le strutture pubbliche.

Le proposte avanzate dall’ONA per la bonifica

LOsservatorio Nazionale Amianto propone di attuare le seguenti soluzioni per arginare la strage di patologie asbesto correlate.

Necessità di mappatura e bonifica amianto,  attuando così la prevenzione primaria per evitare ogni forma di ulteriore esposizione. La prevenzione primaria si configura come unico strumento efficace.

In secondo piano, ma non per importanza, la ricerca scientifica e sorveglianza sanitaria, ovvero, la prevenzione secondaria, utile per ottenere la diagnosi precoce e le cure migliori.

Infine, la prevenzione terziaria attraverso l’assistenza ai cittadini, ai lavoratori malati e ai loro familiari, oltre al risarcimento dei danni e alla punizione dei colpevoli.

I dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale Amianto

Dal II rapporto mesoteliomi si evince un trend del numero dei nuovi casi di mesotelioma si presenta in Italia in costante aumento, e ciò lo sarà anche per gli anni successivi.

L’ONA aveva già a suo tempo censito 20629 casi per il periodo 1993-2011 (tenendo presenti anche i dati del V Rapporto Mesoteliomi), poi occorre tener conto dei casi successivi.

L’associazione ha riscontrato un continuo aumento di segnalazioni di casi di mesotelioma e di altre patologie asbesto-correlate, raccolte poi anche nel II rapporto mesoteliomi.

L’associazione ha istituto il Dipartimento Ricerca e Cura del Mesotelioma e la piattaforma digitale Ona Repac: Registro delle Patologie Asbesto Correlate, attraverso i quali sono state raccolte tutte le segnalazioni dei nuovi casi di mesotelioma.

Nel portale Ona Repac: Registro delle Patologie Asbesto Correlate risulta consultabile la mappa interattiva, nella quale risultano centinaia di nuovi casi solo negli ultimi 30 giorni.

ONA Repac: la piattaforma di ricerca

L’Osservatorio Nazionale sull’Amianto, grazie alle segnalazioni ricevute e all’incrocio di tutti i dati (compresi quelli del II rapporto mesoteliomi), ha formulato una stima di 3700 mesoteliomi per il periodo dal 1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2016.

Negli uomini i 40% dei casi si è manifestato tra i 65 ed i 74 anni, mentre invece il 40% dei casi femminili concentra la manifestazione del mesotelioma nella fascia di età compresa fra i 75 ed gli 84 anni.

Ciò perché si presume che le esposizioni femminili siano state di minore intensità e quindi con maggiori tempi di latenza.

Mesotelioma: cancro asbesto correlato

Il mesotelioma presuppone sempre l’esposizione ad amianto, salvo rari casi. È una patologia di origine professionale per il 90% dei casi per gli uomini e in circa il 50% per le donne.

Per il resto l’esposizione è ignota e tuttavia non è da escludere che ci siano dei settori nei quali le esposizioni di amianto, nonostante non siano conosciute, si siano comunque verificate.

I dati elaborati dall’Ona nel II rapporto mesoteliomi, permettono la ripartizione dei casi di mesotelioma nei diversi comparti, tra i quali spiccano quello edile per il 15,2%.

Mesotelioma nell’industria metalmeccanica

Quello dell’industria metalmeccanica, più dell’8,3%, quello dell’industria tessile, per più del 7%, mentre quello della cantieristica navale per circa il 7%.

Questi ultimi settori con un limitato numero di lavoratori, ad eccezione del settore edile e della metalmeccanica.

Rischio mesotelioma nel comparto difesa

Il comparto Difesa, con più di 620 casi, censiti al 2012, rappresenta il 4,1% del totale dei mesoteliomi insorti in seguito alle esposizioni professionali.

Esposizione da amianto anche nelle scuole

Preoccupa anche il numero dei casi di mesotelioma registrati nel settore della scuola. Sarebbero 63, gli addetti ai lavori ammalati fino al 2011, con il censimento di almeno altri 20 nuovi casi fino al 2016, per un totale che si stima superiore agli 80 casi.

Così, nel settore dei rotabili ferroviari, fino al 2011 sono stati censiti 505 casi solo di mesotelioma e negli anni a seguire si stima che i nuovi casi per i successivi 5 anni, siano saliti a 650.

Per calcolare l’impatto dell’esposizione all’amianto sulla popolazione, è opportuno però tenere conto anche delle altre patologie riconducibili all’asbesto.

II rapporto mesoteliomi: dati sulle altre neoplasie

In primis i decessi per tumore al polmone, non sono inferiori a 3500 l’anno. A questi devono essere sommati i tumori della laringe, delle alte vie aeree, i tumori del tratto gastrointestinale, e quelli dell’ovaio, e altri rispetto ai quali vi sono ancora pochi studi, come i tumori biliari e ai reni.

Poi vi sono poi le patologie fibrotiche come le placche pleuriche e gli ispessimenti pleurici e asbestosi, e le complicazioni cardiache e cardiocircolatorie.

Nuovi approcci terapeutici mesotelioma

Non ci sono dubbi che negli ultimi anni nuovi approcci terapeutici sono stati presi in considerazione per il trattamento del mesotelioma.

Tra i fattori che influenzano l’efficacia dei nuovi agenti terapeutici e rendono questo tumore così unico e letale è l’esistenza di un complesso ed alterato microambiente.

La “miglior” attuale opzione terapeutica permette di allungare la sopravvivenza di solo 2.7 mesi. Essa si basa su uno studio pubblicato dal nostro gruppo ben 16 anni fa.

Quindi, dovremmo soffermarci a riflettere sul perché non sono ancora stati raggiunti significativi passi avanti dal punti di vista terapeutico.

Risultati importanti della ricerca scientifica

Sulla base della nostra esperienza di ricerca è molto più accurato basarsi sullo studio della biologia del tumore.

Proseguendo soffermandosi sullo studio della genetica, dei processi cellulari e delle funzioni che rendono peculiari questo tumore in organismi modello, in linee cellulari prelevate dal paziente o utilizzando sistemi cellulari in 3D, favorendo il nostro impatto clinico.

Inoltre, utilizzare come obiettivo primario surrogati come la sopravvivenza libera da progressione di malattia non rispecchia il reale effetto clinico di nessun tipo di farmaco oncologico.

Il nostro scopo dovrebbe essere quello di estendere la sopravvivenza globale di più di tre mesi per il trattamento del mesotelioma.

Questo è particolarmente vero per i recenti studi sull’immunoterapia che ha mostrato un fallimento.

Questo nonostante il primario end point fosse la sopravvivenza globale ma soltanto un limitato numero di pazienti hanno potuto realmente beneficiare della terapia basata sull’utilizzo di inibitori del checkpoint immunitario.

Approccio genetico alla malattia del mesotelioma

L’approccio genetico per trattare il mesotelioma è attualmente in discussione. È svalutato poiché è considerato controverso dovuto al basso numero di mutazioni presenti nel mesotelioma.

Noi crediamo che soltanto un più integrato ed equilibrato approccio permetterà di andare avanti e raggiungere significativi risultati clinici.

Questo obiettivo dovrebbe essere raggiunto tramite un coinvolgimento multidisciplinare di campi di studio come genetica, biochimica, ed immunologia.

Una migliore compressione di come lo stroma potrebbe influenzare la risposta alla terapia ha recentemente acquistato importanza. Offrendo così  nuovi bersagli terapeutici.

L’effetto del microambiente e della riprogrammazione metabolica offre uno scenario unico con potenziali e significative implicazioni terapeutiche per il mesotelioma.

MicroRNA: potenziali bersagli terapeutici

Altri potenziali bersagli terapeutici sono i microRNA, piccole molecole di RNA non codificante dotate di una funzione regolativa, alterata in vari tumori, compreso nel mesotelioma.

Un nuovo studio clinico effettuato in collaborazione con ricercatori dell’università di Sydney ha permesso di portare in clinica un nuovo promettente approccio terapeutico basato sui microRNA.

Perciò sulla base di questi recenti studi, evidenze scientifiche stanno offrendo aspettative nuove ed inattese fino ad un anno fa.

Questi incoraggianti piccoli passi sono stati effettuati senza il coinvolgimento di case farmaceutiche ma grazie alla rete di collaborazioni che stanno permettendo di trovare punti deboli di questo incurabile tumore.

Primo bilancio di Ona: Guardia Nazionale Amianto

Parallelamente prosegue l’attività del Dipartimento bonifica e decontaminazione dei siti ambientali e lavorativi.

Uno strumento che contribuisce alla mappatura avviata dalla Guardia Nazionale Amianto. Iniziativa svolta al fine di richiedere la  bonifica dei siti contaminati e la collaborazione delle istituzioni locali nello spirito di sussidiarietà proprio dell’Associazione.

In un anno e mezzo di attività le segnalazioni pervenute al portale sono 852, di cui 619 in forma anonima e 233 mediante registrazione nominale.

Informazioni generali della morte da amianto in Italia

Solo in Italia sono più di 6.000 coloro che perdono la vita ogni anno, per malattie amianto correlate, cui si aggiungono decine di migliaia di nuovi malati.

L’emergenza, dunque, non è soltanto sanitaria e giudiziaria, ma è anche sociale ed economica.

Questo perché tali patologie sono molto invalidanti e determinano una necessità di assistenza, terapie e cure.

Ma provoca anche morti cruente, come quelle che provoca l’amianto e che sconvolgono intere famiglie anche dopo il decesso, e spesso, intere comunità, come per il caso della città di Priolo Gargallo, Taranto ed altre.

Infatti, l’utilizzo scriteriato di materiali di amianto, in assenza di misure di prevenzione e protezione, determina la malattia e la morte di intere coorti di lavoratori.

È sufficiente fare un raffronto sull’indice di mortalità del reparto fonderia dell’ILVA di Taranto, con il personale impiegatizio, esposto solo in via indiretta, per dimostrare che c’è un’incidenza di cancro, superiore del 50%, e del 400% dei cancri di amianto in chi lavora in fonderia.

Se poi si paragona chi lavora come impiegato nell’ILVA di Taranto alla popolazione di Taranto, l’indice di mortalità è comunque superiore al resto della popolazione della città e a sua volta l’indice sulla popolazione di Taranto è comunque superiore a quello di ogni altra città.

Per quanto riguarda la sola città di Taranto, la spesa sanitaria per curare i cittadini e lavoratori dalle patologie provocate dalle esposizioni e dall’inquinamento dell’ILVA di Taranto è pari a circa 4.000.000.000 di euro. A queste si aggiungono le altre spese.

L’amianto non è stato quindi un business

Forse lo è stato solo per Stephan Ernest Schmidheiny e per coloro che hanno fatto parte della sua corte qui in Italia.

Più di 3milioni sono stati i lavoratori esposti all’amianto nel corso dei decenni. Ma ad oggi ci sono centinaia di migliaia di cittadini esposti e quindi il rischio di contrarre patologie asbesto-correlate non può dirsi circoscritto.

Le quantità di amianto e di materiali contenenti amianto sono pari a circa 40milioni di tonnellate. 

Di queste 34milioni a matrice compatta e circa 6milioni in matrice friabile, con circa 50mila siti e 1milione di micrositi.

Il tutto con continua riduzione allo stato pulverulento ed inalazione che si aggiunge all’ingestione provocata dalla presenza di amianto nell’acqua potabile per effetto dell’utilizzo di tubature con amianto, ovvero in cemento amianto.

Rilevazioni epidemiologiche, le malattie asbesto correlate

Le patologie asbesto-correlate sono lungo latenti.

Il mesotelioma può manifestarsi anche a distanza di 40-50 anni dalla prima esposizione alle polveri e fibre di amianto.

Poiché il periodo di più intenso utilizzo e di più elevata esposizione è quello dal 1960 al 1985, e tenendo conto dei tempi di latenza, il presumibile picco delle patologie asbesto-correlate, ed in particolare dei mesoteliomi, si verificherà tra il 2020 ed il 2030.

Tant’è vero che il trend dei mesoteliomi è in continuo aumento, con 1800 casi del 2015 e 1900 nel 2016.

Le importazioni italiane di amianto grezzo sono state sempre superiori a 50mila tonnellate/anno fino al 1991.  Successivamente ci sono stati casi di importazione anche nei tempi più recenti, come denunciato dall’ONA e come confermato anche dal Governo.

Le condizioni che generano la strage

Tutte condizioni che, nella totale assenza di validi strumenti di prevenzione primaria e di efficace prevenzione tecnica, hanno innescato una vera e propria epidemia di patologie asbesto-correlate.

Una strage che registra un trend in aumento dei casi di mesotelioma, che sono stati stimati in 1800 per il 2015 e 1900 per il 2016, peraltro in linea con le conclusioni di Aiom-Airtum.

Se si tiene conto che soltanto il 5% dei malati di mesotelioma sopravvive ai 5 anni, l’impatto per il solo mesotelioma è pari a 1800 decessi per il 2016.

Poiché i decessi per tumore polmonare da amianto sono almeno il doppio dei casi di mesotelioma, vi è un’ulteriore incidenza di circa 3500 decessi.

Naturalmente è una stima prudenziale a ribasso. Mentre  complessivamente sono 5300 decessi solo per queste due patologie e tenendo conto di tutte le altre, il conteggio finale di circa 6000 decessi l’anno.

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