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mercoledì, Settembre 11, 2024

Pneumoconiosi malattie polmonari: cos’è e quali i pericoli

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Pneumoconiosi: etimologia e le cause

Il termine pneumoconiosi (da pneumo, polmone e dal greco κόνις, kónis, polvere) indica un insieme di malattie polmonari provocate dall’inalazione di polveri o fumi di sostanza metalliche.

Durante l’inalazione, mentre una parte di polveri estranee viene eliminata dall’apparato respiratorio tramite vari meccanismi di depurazione, l’altra parte rimane nei polmoni determinando la pneumoconiosi.

Questa malattia, nel tempo, può compromettere la capacità respiratoria e può provocare, a seconda delle polveri inalate: fibrosi polmonare, enfisema polmonare, pleurite cronica con ispessimento pleurico, insufficienza respiratoria, dispnea.

Nei casi più gravi, quando la sostanza inalata ha un alto valore di cancerogenicità (come le polveri di amianto e berillio) provoca asbestosi, mesotelioma, tumore ai polmoni, tumore ai bronchi o del peritoneo, patologie tumorali che, spesso, portano alla morte. Purtroppo, il tumore, può manifestarsi anche a distanza di anni dall’esposizione, a causa del lungo periodo di latenza.

L’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e il suo presidente, l’Avvocato Ezio Bonanni tutelano tutti coloro che sviluppano patologie dovute all’esposizione all’amianto. Le vittime possono richiedere la propria consulenza gratuita legale e medica.

consulenza pneumoconiosi

La causa più frequente di pneumoconiosi è l’esposizione professionale a polveri, presenti soprattutto in alcuni luoghi di lavoro. Per questo è importante garantire la sicurezza sul lavoro. La malattia professionale assume denominazione diversa a seconda del tipo di polveri inalate.

Indice

  • Malattie causate da fattori di rischio

  • Come diagnosticare la pneumoconiosi?

  • Tempo di lettura: 6 minuti

    Malattie causate da polveri di amianto

    Asbestosi è una malattia respiratoria cronica provocata dall’inalazione di polveri di amianto, chiamato anche asbesto.

    Secondo la legge 780/75 “Per asbestosi deve intendersi una fibrosi polmonare che, provocata da inalazione di polvere di amianto, si manifesta particolarmente con presenza negli alveoli, nei bronchioli e nel connettivo interstiziale di “corpuscoli dell’asbestosi” con tracheo-bronchite ed enfisema, e all’esame radiologico con velatura del campo polmonare (velatura polmonare) o con striature od intrecci reticolari più o meno intensi, maggiormente diffusi alle basi”.

    L’inalazione di queste polveri nei polmoni, può provocare il mesotelioma (tumore correlato esclusivamente all’amianto), tumore al polmone, alla laringe, alla faringe, placche pleuriche, ispessimenti pleurici, tumore del peritoneo.

    L’asbesto è un minerale della famiglia dei silicati naturali le cui caratteristiche di resistenza al calore lo rendono utile per l’inclusione in materiali per l’edilizia e le imbarcazioni, dei freni delle automobili e in alcuni tessuti. Il crisotilo (una fibra a serpentina), la crocidolite e l’amosite (fibre anfibole o rettilinee) sono i tre tipi principali di asbesto che provocano la malattia.

    L’asbestosi, di solito, è una malattia lavorativa. Sono a rischio gli impiegati nelle industrie, nell’edilizia, nei cantieri navali, nell’industria tessile e dei trasporti, nell’edilizia ma anche chi è esposto in modo secondario tramite familiari che lavorano a contatto con amianto oppure per la vicinanza all’amianto friabile.
    Inoltre, chi lavora nelle navi, reparto caldaie o meccanici, negli arei e addirittura nelle strutture dov’era presente l’asbesto, sono esposti a forte rischio.

    L’uso di amianto e la necessità della bonifica

    L’amianto si può trovare anche sotto forma di un composto carta cemento asbesto (eternit) impiegato in passato nell’ edilizia e come materiale da copertura. Tutt’oggi sono presenti molti manufatti e parte di alcuni edifici (come i tetti), in eternit, come testimonia “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2021“. Se il materiale, per esposizione a calore, vento e altri fattori, si degrada, diventa friabile e genera fibre volatili cancerogene.

    La bonifica e la rimozione dell’amianto e dell’eternit sono l’unica soluzione per evitare l’insorgenza di malattie asbesto correlate in persone che lavorano o che sono a contatto con l’amianto.

    È stata prevista l’erogazione di contributi per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto da edifici sedi di imprese. Basta presentare la domanda al Servizio gestione rifiuti e siti inquinati della Direzione centrale ambiente ed energia.

    Patologie causate da polveri di carbone

    Antracosi polmonare è una malattia provocata dall’inalazione di polveri di carbone, che si manifesta soprattutto in chi lavora nelle miniere, quindi dovuta all’inalazione di grandi quantità di polveri.

    Negli addetti alla lavorazione dell’antracite (carbon fossile contenente notevoli quantità di carbonio associato a silicio), tende a svilupparsi una fibrosi polmonare  con conseguenze molto gravi: compromissione anatomica e funzionale dell’apparato respiratorio che può portare a un’insufficienza respiratoria, enfisema polmonare centrolobulare, bronchite cronica e tubercolosi polmonare.

    La sindrome di caplan o artrite reumatoide da pneumoconiosi è un’altra patologia legata all’inalazione delle polveri di carbone. I sintomi sono insufficienza respiratoria nei soggetti affetti da artrite reumatoide.

    Malattie provocate da altri fattori di rischio

    Polveri di ferro provocano la siderosi. È una pneumoconiosi derivante dall’inalazione del pulviscolo ferruginoso che si accumula nei polmoni in  coloro che sono esposti al ferro come durante le saldature, nelle fonderie e nelle miniere di ferro. Respirare polvere di ferro la provoca. La sua presentazione fisiopatologica è simile all’asbestosi.

    Polveri di silicio provocano la silicosi. È dovuta all’inalazione di polveri di silicio o biossido di silicio, SiO2 (talco, caolino, argilla, bentoniti) e riguarda quelli che lavorano nelle fonderie, nelle cave di quarzo, gli addetti allo scavo di gallerie, alla sabbiatura, alla frantumazione di ghiaia, graniti e materiali di quarzo. Inoltre, sono esposti anche coloro che sono a si occupano della lavorazione di vetro, porcellana, maioliche e ceramiche.

    Inizialmente, a parte la dispnea, i sintomi della silicosi non sono evidenti.
    Tuttavia, con il tempo, la malattia può progredire, mostrando silicosi sintomi, fino a coinvolgere la maggior parte del polmone e provocare ipossiemia, ipertensione polmonare e insufficienza respiratoria. La diagnosi si basa sull’anamnesi e sul referto della RX torace. Non c’è una silicosi cura. Non esiste nessun trattamento efficace, eccetto la terapia di supporto e, per i casi gravi, il trapianto di polmone (silicosi polmonare).

    Berilliosi e altri danni per le polveri inerti

    La berilliosi è una malattia polmonare interstiziale granulomatosa causata dall’inalazione di sali di berillio. I sintomi sono la tosse cronica secca, affaticamento, perdita del peso, dolore toracico e dispnea progressiva. In alcuni casi si possono presentare dermatite o granulomi cutanei.
    Sono soggetti a questo tipo di patologia coloro che lavorano nell’industria aerospaziale, nucleare o elettronica ma anche quelli che fabbricano lampade fluorescenti.

    Polveri inerti inducono una reazione fagocitaria nel tessuto polmonare senza determinare alterazioni strutturali. Queste sono: le polveri di gesso, il cemento, bario, gli ossidi di stagno, la polvere nei polmoni di carbone solo se non pura. Invece, altre polveri inorganiche hanno un’azione lesiva come detto in precedenza: la silice, i silicati, l’asbesto, la bauxite, il berillio e i metalli.

    Diagnosi pneumoconiosi: vari tipi di esami

    Per diagnosticare la pneumoconiosi è necessario effettuare varie indagini come esami radiografici, istologici e biopsie del tessuto polmonare. Ovviamente lo pneumologo, a seconda della gravità e dell’entità della malattia, indicherà al paziente altri esami approfonditi.

    Il paziente deve far presente al medico il tipo di lavoro che svolge e che ha svolto, se ha lavorato in industrie, i materiali utilizzati, la comparsa di patologie simili nei colleghi di lavoro.

    La Classificazione ILO pneumoconiosi

    La classificazione dell’International Labour Organization (ILO-BIT) del 1980 è tuttora utilizzata, in particolare negli studi epidemiologici, per classificare i rilievi della radiografia del torace nei casi di pneumoconiosi.

    • Fornisce un mezzo per descrivere e registrare sistematicamente le anomalie radiografiche provocate dalla inalazione di polveri;
    • Si applica a tutte le pneumoconiosi;
    • Si applica solo a rxt in proiezione posteroanteriore;
    • Codifica in modo semplice e riproducibile le anomalie radiografiche delle pneumoconiosi;
    • Confronta rx in esame con serie standard;
    • Codifica le immagini (forma, grandezza, profusione) con lettere e numeri;
    • Registra in modo sistematico;
    • Uniformità di linguaggio;
    • Limitazione variabilità.

    Periodo di latenza pneumoconiosi

    Dipende dal periodo di tempo in cui il soggetto è stato esposto all’inalazione di polveri e dalla quantità delle stesse. Ovviamente c’è anche una predisposizione genetica che influisce sul decorso della malattia che può essere veloce o può manifestarsi anche dopo molti anni in seguito all’esposizione.

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