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mercoledì, Gennaio 15, 2025

Pietro Scialpi: guerriero ONA

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La storia di un eroe civile, Pietro Scialpi

Oggi raccontiamo di Pietro Scialpi, ex lavoratore siderurgico e grande sostenitore dell’ONA che con la sua storia testimonia quali sono le gravi conseguenze trascorrendo la propria vita in contatto con l’amianto.

I lavoratori siderurgici sono da sempre sottoposti ad attività intense e pericolose in quanto in fase di lavorazione i metalli sprigionano nell’aria sostanze dannose per l’organismo umano, tra queste troviamo l’amianto. Il Sig. Pietro Scialpi nasce a Crispiano in provincia di Taranto ma per 27 lunghi anni è partito dal cuore della Puglia fino a percorrere tutta l’Italia in lungo e largo grazie al proprio lavoro.

Il Sig. Scialpi ha lavorato presso le principali industrie siderurgiche italiane, dall’Ilva di cui ultimamente abbiamo sentito spesso parlare,  nel sud Italia fino ad arrivare al Nord nella città di Genova. Ma la storia di Pietro ha dell’incredibile, dopo quasi trent’anni di attività riesce ad andare in pensione con qualche anno di anticipo, ottenendo così un prepensionamento credendo di riuscire a trascorrere il resto della propria vita in tranquillità, godendosi i piaceri della vita.

Purtroppo dopo dieci anni dal pensionamento gli vengono diagnosticate due patologie asbesto correlate, ovvero malattie connesse alla passata esposizione a fibre e polveri di amianto. Parliamo di ispessimenti pleurici e placche pleuriche, entrambe malattie sono classificate come patologie tabellate INAIL ovvero che ne viene riconosciuta l’origine professionale.

Patologia non riconosciuta dall’INAIL

Come se il destino non fosse stato già abbastanza crudo nei confronti di Pietro, gli viene diagnosticata anche una forma abbastanza aggressiva di cancro prostatico che non viene però inserita in nessuna delle tre tabelle INAIL.

«L’INAIL continua a sostenere che il cancro prostatico non è riconducibile ai tanti anni di esposizione amianto che ho subito. Ma recenti studi del Prof. Giancarlo Ugazio affermano invece il contrario. L’amianto è un killer spietato che una volta entrato nel nostro organismo danneggia tanti altri organi del nostro corpo e non solo l’apparato respiratorio come si vuol far credere. L’INAIL deve aggiornare le tabelle delle malattie professionali perché col tempo l’amianto e gli altri cancerogeni ai quali noi lavoratori siderurgici siamo stati esposti, hanno avuto modo di aiutare l’insorgenza di ulteriori patologie non ancora prese in considerazione» – dichiara il Sig. Pietro Scialpi, amareggiato del fatto che quasi nessuno ha ascoltato il suo grido di aiuto, tranne l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

Pietro è venuto a conoscenza dell’attività svolta dall’Osservatorio Nazionale Amianto grazie ad internet e da allora ha iniziato a supportare molte delle iniziative proposte dall’associazione e riconoscendo l’enorme impegno dell’avv. Bonanni:

«L’avv. Bonanni è un vero guerriero che ha ridato la speranza di vincere questa battaglia  a me e molti lavoratori catapultati in questa stessa situazione. Seguo con piacere la sua attività da circa dieci anni e sono sicuro di riuscire ad ottenere giustizia restando al suo fianco».

I servizi di tutela dell’Osservatorio Nazionale Amianto

L’Osservatorio Nazionale sull’ Amianto – ONA Onlus è una associazione di utilità sociale che rappresenta, tutela e assiste cittadini e i lavoratori esposti e vittime dell’amianto e di altri agenti patogeni e cancerogeni. L’ONA offre assistenza tecnica, medica e legale gratuita per tutelare la salute e i diritti delle vittime e dei loro famigliari, con il riconoscimento dei benefici assistenziali e previdenziali e il risarcimento dei danni.

Gli obiettivi dell’ONA si riassumono nella prevenzione primaria, secondaria e terziaria rispetto al rischio amianto.

La storia di Pietro non è un caso isolato, sono molti gli ex lavoratori che anche a distanza di molto tempo, 20 o 30 anni, si ritrovano a fare i conti con queste dure conseguenze. Per questo l’ONA ha attivato uno Sportello Online da poter contattare, anche grazie al formulario nella pagina e il numero verde gratuito 800 034 294.

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