La Regione Piemonte ha comunicato che la Rete oncologica regionale individuerà presto i due nuovi esperti per valutare le ricerche svolte sui casi di mesotelioma pleurico nella zona di Casale Monferrato e Alessandria.
Piemonte, entro settembre la valutazione dei risultati
L’obiettivo è quello di capire le modalità di impiego delle risorse da destinare alle prossime ricerche. Entro settembre si concluderà così la valutazione dei risultati raggiunti e si decideranno modalità e operatività dei nuovi progetti previsti in avvio entro la fine dell’anno.
L’assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, i rappresentanti del Centro regionale Amianto, dell’Associazione famigliari vittime dell’amianto, della Rete oncologica, delle aziende sanitaria e ospedaliera di Alessandria, hanno preso questa decisione durante l’ultimo incontro. Si sono, infatti, riuniti nel palazzo della Regione proprio per fare il punto sulla situazione.
“Un risultato molto importante – ha dichiarato Icardi – che consente di mettere in campo nuove progettualità ed un impegno altamente qualificato, che può rappresentare un modello anche a livello nazionale”.
La regione ha pagato un alto prezzo per l’uso dell’amianto
Alessandria e Casale Monferrato hanno pagato caro l’utilizzo dell’amianto nell’industria italiana. Il minerale cancerogeno causa, purtroppo, mesotelioma, tumore del polmone, della laringe, della faringe. E ancora il cancro delle ovaie e del colon. Le patologie legate all’asbesto non finiscono qui. Eppure gli imprenditori hanno continuato ad usarlo fino al 1992, anno della sua messa al bando.
Il VII rapporto ReNaM conteggia i casi di mesotelioma da quella data e in 30 anni ne ha contati 31.572. Si tratta di una stima al ribasso per diverse ragioni e, a questi, bisogna aggiungere tutte le altre malattie. È evidente che il costo sanitario e quello legato alle bonifiche dall’amianto sia enorme. Senza considerare la sofferenza delle famiglie colpite.
Nel frabbraio 2023 la Regione ha diffuso i dati aggiornati. Nel periodo 1990-2019 in Piemonte sono stati registrati 5790 casi di mesotelioma, per i quali è stato possibile definire l’esposizione in 4468 soggetti (77,2%). I casi con esposizione definita a localizzazione pleurica sono stati 4157 (93,0%), mentre quelli a localizzazione peritoneale rappresentano il 6,7% del totale (299 casi).
Si tratta di una pagina nera della storia italiana, ben delineata nell’ultima pubblicazione del presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, l’avvocato Ezio Bonanni: “Il libro bianco delle morti da amianto in Italia – ed. 2022”. L’Ona ha realizzato anche una App per segnalare i siti contaminati: tutti i cittadini possono usarla.