Circa novanta milioni di anni fa, i mammiferi avrebbero potuto vivere senza pidocchi. Ma qualcosa è andato storto.
Pidocchi al centro di uno studio
Pidocchi “succhiatori di bestiame” (Linognathus vituli, Linnaeus, 1758). I mammiferi ospitano un’ampia varietà di parassiti e il loro percorso evolutivo sembrerebbe essere parallelo.
A ipotizzarlo, uno studio dal titolo “Phylogenomics reveal the origin of mammal lice out of Afrotheria”.
Lo studio è stato finanziato dalla National Science Foundation Usa e dalla Commissione europea.
Pubblicato su Nature Ecology and Evolution, porta la firma di Kevin P. Johnson (Ricercatore capo, biologo e ornitologo del Research Institute, Università dell’Illinois a Urbana-Champaign), Conrad Matthee (Stellenbosch University, Sudafrica) e Jorge Doña (Universidad de Granada, Spagna).

Risultato?
Molti dei pidocchi che infestano i mammiferi, si potrebbero far risalire al singolo antenato di un pidocchio degli uccelli. Parassita che a sua volta era ospitato dalla Afrotheria, un mammifero vissuto prima dell’estinzione dei dinosauri.
Spieghiamo la singolare “co-evoluzione”
Entriamo nel dettaglio della ricerca.
«I pidocchi possono co-evolvere con il loro ospite», afferma Bret Boyd, biologo della Virginia Commonwealth University di Richmond.
In effetti, il percorso e la storia evolutiva dei parassiti e dei mammiferi hanno moltissimi punti in comune. Sono inoltre in grado di cambiare ospite quando se ne presenta l’opportunità.
Secondo gli esperti, i pidocchi sarebbero passati da un animale “ospite” all’altro, almeno quindici volte da quando hanno parassitato per la prima volta i mammiferi.
Questo comportamento spiega come mai i pidocchi trovati su foche, puzzole, elefanti ed esseri umani sembrino discendere tutti dallo stesso antenato.

Per arrivare a tale conclusione, il team di Johnson ha esaminato le sequenze genomiche di trentatré specie di pidocchi, provenienti dai principali gruppi di mammiferi.
Scopo di tale esame, era di ricostruire approssimativamente “l’albero genealogico” di queste due specie.
Uno studio irto di difficoltà
«Estrarre il loro DNA è stata una vera e propria sfida» afferma Vincent Smith, ricercatore nel campo della biodiversità del Natural History Museum di Londra.
«Grazie al sequenziamento del genoma – afferma poi Johnson – abbiamo dimostrato che i pidocchi odierni hanno inizialmente attaccato gli animali del genere Afrotheria, antica stirpe di mammiferi che comprende, tra gli altri, elefanti, iraci, toporagni, talpe dorate e oritteropi».
«Poi si sono diffusi anche in altre specie. La trasmissione dagli uccelli ai mammiferi è avvenuta tuttavia raramente».

Il team ha trovato prove che «ciò si è verificato solo poche volte, ad esempio per i lemuri del Madagascar, i roditori sudamericani e alcuni marsupiali. Ma una volta che i pidocchi impararono a nutrirsi di mammiferi, poterono passare più facilmente da una specie di mammifero all’altra e probabilmente hanno avuto più opportunità di farlo».
Johnson aggiunge «dopo che i dinosauri si sono estinti circa 65 milioni di anni fa e uccelli e mammiferi si sono allontanati, anche geograficamente, anche i pidocchi hanno iniziato a passare a nuovi ospiti, dando origine a nuove specie».
Qualche certezza?
Anche se è necessario un maggiore lavoro per tracciare la storia evolutiva dei pidocchi e dei loro ospiti, Johnson ha qualche certezza.
Per il biologo, «i pidocchi risalgono probabilmente a 90 milioni a 100 milioni di anni fa e probabilmente i primi dinosauri o uccelli ne erano parassitizzati».
Ci sono pidocchi e pidocchi
I pidocchi si dividono in due gruppi principali, in base alle loro abitudini alimentari:
- I pidocchi masticatori: si cibano di pezzettini di pelle o di le secrezioni:
- succhiatori: perforano la pelle per consumare il sangue dei loro ospiti. Johnson ricorda che «Entrambi i tipi si nutrono di mammiferi, ma i pidocchi succhiatori sono esclusivi dei mammiferi».
Ancora niente di sicuro
Nonostante l’entusiasmo dei colleghi, Jessica Light, biologa evoluzionista della Texas A&M University di College Station, avverte che è meglio non cantare vittoria.
«È troppo presto per affermare che queste conclusioni siano esatte. Studi futuri, magari con un aumento del campionamento genomico, potrebbero supportare o non questi risultati», dice.
A cosa serve lo studio sui parassiti?
Perché è così importante conoscere la storia evolutiva dei pidocchi?
«I biologi dell’inizio del XX secolo hanno usato i pidocchi per testare le loro idee sulla co-evoluzione, l’evoluzione congiunta di due o più specie», spiega Smith.
Il loro studio potrebbe fornire importanti informazioni sulla trasmissione delle malattie, dagli animali all’uomo- un argomento quanto mai attuale.
Ricordiamo infatti che le origini di alcune malattie, incluso il COVID-19, trovano origine dal passaggio del virus dall’ospite ad altri altri animali, fino agli esseri umani.

Scoprire queste dinamiche, «potrebbe far luce su come ridurre al minimo la possibilità di trasmissione di nuove malattie agli esseri umani», afferma Johnson.
Fonti
Johnson, K. P. Matthee, C. & Doña, J. Natura Ecol. Evol. https://doi.org/10.1038/s41559-022-01803-1 (2022).
Leonardi, M. S., Crespo, J. E., Soto, S. & Lazzari, C. R. Insetti 13, 46 (2021).
Boyd, B. M. et al. Appl. Ambiente. Ambiente. Microbiolo. 82, 3185–3197 (2016).