Il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), avv. Ezio Bonanni non usa mezzi termini circa la necessità di «inserire gli esposti all’amianto nel piano vaccinale anti-Covid».
Per il legale, «nella stragrande maggioranza dei casi, chi soffriva di mesotelioma o altre malattie neoplastiche e asbestosi e ha contratto il Covid-19 è deceduto. Necessario prevedere un piano di diagnosi e trattamento specifico».
Nessuna priorità per gli esposti all’asbesto
Il calendario vaccinale anti-Covid definito, dal piano strategico del ministero della Salute, ha stilato un elenco assai discutibile.
In cima alla lista del piano vaccinale anti-Covid: operatori sanitari e sociosanitari, poi gli ospiti e personale delle Rsa, infine anziani e soggetti con una o più patologie.
Per i malati affetti da mesotelioma, non è prevista alcuna scorciatoia.
A denunciarlo è ancora una volta il presidente ONA, Ezio Bonanni «nessuna priorità è stata data agli esposti all’amianto, fragilissimi da sia un punto di vista respiratorio che cardiovascolare. Per loro, questo vaccino rappresenta un vero e proprio salvavita. L’esposizione alle fibre di amianto crea uno stato infiammatorio, a prescindere dalla patologia correlata, che rende il soggetto generalmente più delicato e l’infezione da Covid-19 più aggressiva».
La fragile condizione dei malati di mesotelioma
Il mesotelioma è causato dall’inalazione o dall’ingestione di fibre del pericoloso agente patogeno.
Le fibre della cosiddetta “lana di salamandra” possono viaggiare nei polmoni o nell’addome e alloggiare nel mesotelio, una membrana protettiva che copre gli organi (polmoni, addome e cuore).
Una volta che l’amianto viene inalato, il corpo ha difficoltà a liberarsi delle fibre, che si depositano nei tessuti e si accumulano con l’esposizione ripetuta. Dopo molti anni, le fibre possono causare cambiamenti cancerogeni alle cellule circostanti.
Tra le varie complicazioni, il cancro porta alla compromissione cardiaca e cardiocircolatoria, rendendo particolarmente fragili le vittime di patologie asbesto.
Danni al Dna causati dalle fibre killer
- Cellule infiammate : le fibre infiammano e irritano le cellule mesoteliali, provocando cicatrici irreversibili, danni cellulari e cancro.
- Cambiamenti genetici: le fibre entrano nelle cellule mesoteliali e interrompono il loro ciclo di vita, causando cambiamenti genetici che portano al cancro.
- Mutazioni cancerose: l’amianto provoca la produzione di radicali liberi, che sono molecole che danneggiano il DNA e causano la mutazione delle cellule sane.
- Crescita incontrollata: le fibre innescano la produzione di oncoproteine, che bloccano i geni che proteggono le cellule dalla crescita incontrollabile e dalla formazione di tumori (mesotelioma pleurico).
Correlazione fra coronavirus e amianto
L’avv. Bonanni ha sottolineato l’incremento del tasso di mortalità delle vittime di amianto, da quando è esplosa la pandemia. «Nel 2020 il numero di esposti all’amianto deceduti è ben superiore all’anno precedente. Incremento correlato, senza alcun dubbio, alla circolazione del nuovo Coronavirus. Il Covid-19 incide sugli stessi organi bersaglio delle fibre di amianto, dall’apparato respiratorio a quello cardiovascolare. Coloro che avevano contratto il mesotelioma o altre malattie neoplastiche e asbestosi, che sono stati colpiti dal Covid-19, sono deceduti nella stragrande maggioranza dei casi. Al contrario, l’incidenza dei decessi è stata meno elevata tra chi soffre di malattie asbesto correlate diverse dal mesotelioma».
Urge un protocollo vaccinale anti-Covid
Dallo scoppio della pandemia, il Covid-19 ha fatto registrare un altissimo indice di letalità tra i malati di mesotelioma e di altre malattie asbesto correlate.
Per loro è diventato un pericolo aggiuntivo da non sottovalutare. Le malattie asbesto correlate provocano infatti difficoltà respiratoria e, l’infezione diventa letale nella stragrande maggioranza dei casi.
Il buonsenso suggerisce che essi dovrebbero essere inclusi tra le categorie a rischio, anche nel piano vaccinale anti-Covid (iniziato lo scorso 27 dicembre 2020).
Tuttavia, il governo nazionale e la struttura commissariale non hanno previsto nei protocolli le vittime dell’amianto, né tantomeno hanno riservato loro un posto prioritario per il piano vaccinale.
L’avv. Bonanni si appella al ministro della Salute
In riferimento al piano vaccinale anti-Covid, l’avvocato Bonanni è intervenuto prontamente nel corso della conferenza stampa del 13 ottobre 2020 (Rischio amianto in Italia, diritti negati alle vittime), durante la quale ha sottolineato l’urgenza di inserire i malati della pericolosa fibra tra le categorie “a rischio”.
«Il nostro appello al ministro della Salute è stato reiterato. Riteniamo che sia necessario prevedere un piano di diagnosi e trattamento specifico per gli esposti all’amianto che contraggono il Covid-19.
Le Regioni, come il Friuli Venezia-Giulia, oppure l’Inps/Inail, hanno gli elenchi di coloro che sono stati riconosciuti esposti all’amianto, tra cui quelli intensamente esposti. E anche di coloro che sono affetti da malattie asbesto correlate, compresi i mesoteliomi (COR regionali che rispondono al ReNaM che è inserito nell’Inail). Attingendo a questi elenchi si potrebbero facilmente individuare i soggetti da inserire in un eventuale protocollo Covid».
Pochi centri di cura per i malati
Altro aspetto che desta preoccupazione è la carenza di centri di cura per i malati.
«Sarebbe necessario istituire almeno un Centro regionale sanitario per amianto, per diagnosi e cura, in particolare mesotelioma, in ogni regione d’Italia. Lo scarso numero di strutture da un lato e l’interruzione dell’erogazione di esami durante il periodo di lockdown dall’altro, hanno ritardato molte diagnosi – sottolinea il presidente dell’Osservatorio -. Anche le cure e gli interventi chirurgici necessari sono stati spesso rimandati, con un peggioramento delle condizioni di salute generale del soggetto».
L’importanza della tutela legale
Infine, ma non di minore importanza, è la questione legale, volta a tutelare chi ha contratto il coronavirus nell’esercizio delle attività lavorative.
L’ONA e l’avv. Ezio Bonanni hanno attivato un percorso legale di riconoscimento dei diritti delle vittime Covid-19, per il riconoscimento della malattia professionale, classificata quale “infortunio sul lavoro” e il relativo risarcimento danni.
Il presidente ONA chiede un piano vaccinale anti- Covid
“La problematica COVID-19 ha assunto un ruolo drammatico per quanto riguarda le vittime dell’amianto. Ciò è stato dovuto anche alla assenza del Piano pandemico, come evidenziato dal dottor Zambon”.
L’ONA sollecita ancora una volta il ministro Speranza ad assumere un ruolo più energico per quanto riguarda la tutela dei più fragili, dei più deboli. Oltre agli ultraottantenni, come giustamente sottolineato anche dal presidente Draghi, anche i gli esposti all’amianto dovrebbero essere inseriti nelle categorie a rischio.
Quale vaccino per i malati di mesotelioma?
Atteso che i malati di mesotelioma debbano essere vaccinati nel più breve tempo possibile, resta da capire quale vaccino sia più indicato per loro.
Permangono infatti alcune perplessità circa l’efficacia sui pazienti immunosoppressi.
Lo rivela uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association, condotto su pazienti con sistema immunitario soppresso (tra cui 436 destinatari di trapianto di organi).
Dopo che i partecipanti hanno ricevuto la prima dose di un vaccino mRNA COVID-19, solo il 17% ha sviluppato anticorpi rilevabili contro il COVID-19.
Di conseguenza, questa categoria di malati potrebbe essere vulnerabile al COVID-19 anche dopo la vaccinazione.
Di contro, il 100% delle persone con un sistema immunitario funzionante ha sviluppato anticorpi dopo aver ricevuto la prima dose di vaccini Pfizer-BioNTech o Moderna.
Due vaccini a confronto
Le opzioni Pfizer-BioNTech e Moderna, sono vaccini a mRNA che non contengono parti vive o morte del virus e aiutano il corpo a produrre anticorpi contro COVID-19.
Questi vaccini richiedono due dosi:
Il vaccino Pfizer-BioNTech, richiede due dosi, a tre settimane di distanza.
Il vaccino Moderna due dosi, a quattro settimane di distanza.
La vaccinazione non è completa finché una persona non ha ricevuto entrambe le dosi del vaccino.
Malati di mesotelioma: sì al piano vaccinale anti-Covid
Senza entrare nel merito della scelta relativa al vaccino, il Mesothelioma Applied Research Foundation (Meso Foundation), l’American Society of Clinical Oncology (ASCO) e il MD Anderson Cancer Institute, in linea con la guida della Society for Immunotherapy of Cancer (SITC), hanno raccomandato le vaccinazioni per i malati di mesotelioma sottoposti a immunoterapia.
Controindicazioni dei vaccini
Gli esperti del SITC e del Centers for Disease Control and Prevention (CDC), pur raccomandando le vaccinazioni hanno identificato le seguenti controindicazioni:
1) l’età del paziente come descritto nelle EUA (Emergency Use Authorization);
2) storia di anafilassi con componenti del vaccino simili/comparabili;
3) SITC non raccomanda la vaccinazione Covid-19 sperimentale e/o non approvata per i pazienti in trattamento con immunoterapia al di fuori delle impostazioni di studi clinici dedicati in questo momento;
4) pazienti immunodepressi, quelli ad esempio che ricevono corticosteroidi o bloccanti del TNF per gestire gli effetti collaterali immuno-correlati;
5) Una reazione allergica immediata al polisorbato (un ingrediente comune nei vaccini per l’infanzia come DTaP);
6) pazienti con neoplasie ematologiche o i pazienti con deficit di cellule B, potrebbero non fornire una risposta immunitaria robusta contro i vaccini e/o potrebbero aver bisogno di ulteriori vaccinazioni di richiamo (questo aspetto non è stato ancora studiato nelle sperimentazioni cliniche).
In ogni caso, al di fuori del contesto di una sperimentazione, gli esperti consigliano di parlare con il proprio medico del proprio caso.
Conclusioni
Sulla base dei nuovi risultati della ricerca, i comportamenti protettivi rimangono cruciali come sempre per i pazienti affetti da mesotelioma.
La nostra speranza è che questi vaccini pongano fine alla pandemia, soprattutto per i malati di mesotelioma, in virtù del fatto che questo tipo di cancro si trova nella categoria di rischio più elevato per le complicanze di un’infezione da Covid-19.