La permacultura è un’antica pratica che fonde arte, tecnica e filosofia
Permacultura: una tecnica che viene dall’oriente
Il pioniere della permacultura, una tecnica di “agricoltura naturale”, detta anche “del Mu” o “del non fare”, fu l’agronomo, microbiologo e fitopatologo giapponese Masanobu Fukuoka.
La tecnica consente al terreno di autoregolamentarsi in maniera non violenta, obbedendo ai suoi orologi interni, esterni, atmosferici, il cui vero motore è la Natura.
Negli anni ‘30, Fukuoka, specializzato nell’analisi del suolo e nel trattamento delle malattie delle piante, lavorava come ricercatore scientifico in Giappone.
Attraverso i suoi studi, mise in relazione l’abuso-uso agricolo-meccanico-chimico da parte dell’uomo, con il progressivo impoverimento del suolo. Fu così che inventò un metodo “rivoluzionario”.
Principi base della tecnica
Alla base della “filosofia” di Fukuoka c’è l’idea che la natura sia in grado di autoregolamentarsi, producendo i suoi frutti anche senza l’intervento dell’uomo.
Questo concetto affonda le sue radici negli insegnamenti del buddismo zen, secondo cui l’uomo dovrebbe intervenire solo il minimo indispensabile, inserendosi nel ciclo naturale senza cercare di forzarlo.
Permacultura e orti sinergici
I principi fondamentali dell’agricoltura naturale di Fukuoka, arrivarono in Europa grazie a Emilia Hazelip, pioniera dell’agricoltura sostenibile e permanente. A lei il merito di aver applicato il metodo di Fukuoka nel campo della cosiddetta “agricoltura sinergica” e nella realizzazione degli orti sinergici. Parliamo di splendide creazioni botaniche, in cui arte e innovazione della tecnica si fondono per fornire un’alternativa all’agricoltura tradizionale e al settore biologico.
Rifacendosi agli insegnamenti del microbiologo giapponese, Emilia Hazelip sosteneva che riproducendo i processi naturali, si può fornire al suolo tutto ciò di cui ha bisogno.
In pratica, si può organizzare un orto senza concimare, arare o estirpare le erbacce. Saranno infatti le piante stesse, nel corso di qualche anno, a restituire al suolo i principi nutritivi rubati.
Risultato? Una coltura permanete ed eterna, “auto-rigenerativa e inesauribile”.
Permacoltura: perché si parla di “sinergia”?
Negli orti sinergici, piante diverse interagiscono fra di loro “sinergicamente”.
Elenchiamo i principi di questa straordinaria tecnica:
- Non arare o zappare il terreno. La struttura degli orti consente di piantare senza bisogno di utilizzare attrezzi, e di raccogliere i frutti senza bisogno di piegarsi (più avanti entreremo del dettaglio). Le piante inoltre non vengono sradicate al momento della raccolta, bensì tagliate;
- Le radici si lasciano decomporre naturalmente nel suolo. Il resto del lavoro viene svolto dalla fauna del sottosuolo, (lombrichi e altri insetti scavatori). Creando tunnel e spazi nei quali le radici si insediano con estrema facilità, gli animali smuovono e rendono morbido il terreno. In questo modo si evita di danneggiare la microfauna e di impoverire il terreno;
- Non è necessario compattare il suolo;
- Usare piante da sovescio. Questa pratica di “concimazione verde” rende il terreno sempre morbido. Le piante più adatte sono: Leguminose (anche Fabacee), Crucifere (anche Brassicacee) e Graminacee (anche Poacee). Si possono piantare insieme al massimo tre specie di piante diverse per ogni cerchio: almeno una leguminosa; una liliacea ed una verdura comune;
- Decomposizione e autofertilità. Le piante perenni convivono con quelle stagionali e la stessa pianta è presente in diversi stadi, anche decomposta, in quanto utile per nutrire gli altri esemplari, insieme a microrganismi, batteri, funghi e lombrichi. Si parla di “autofertilità” del terreno, poiché la terra è resa fertile oltre che dalle piante, anche dai microrganismi, batteri, lombrichi e funghi. Questa tecnica consente una miglior salute dell’intero sistema suolo-microrganismi-piante, esattamente come in agricoltura biologica ma con misure molto più incisive;
- Non usare composti chimici. Il metodo Fukuoka non solo bandisce l’utilizzo di prodotti chimici, ma anche le aggiunte di letame o compost. I concimi servono quando il terreno viene impoverito dall’intervento dell’uomo, che ostacola i processi naturali di arricchimento del suolo;
- Non eliminare insetti o erbacce. In natura non esistono insetti o piante dannose. I parassiti crescono in contesti squilibrati, laddove alcune varietà di piante non riescono a sopravvivere. Invece di eliminare erbe spontanee e insetti, danneggiando ulteriormente l’ecosistema, meglio lasciare che la natura faccia il proprio corso e adattarsi ad essa.
Struttura degli orti sinergici
Gli orti sinergici sono dei bancali di terra a forma di cerchi concentrici, incorniciati da una struttura in muratura, ma anche di altri materiali.
La struttura portante è realizzata con impasto di calce e canapa, che solidifica con passare degli anni. Caratteristica che rende gli orti dei veri e propri monumenti permanenti.
I bancali sono alti 60 centimetri e profondi 1,20 circa.
Le piante devono essere posizionate a una certa distanza fra di loro, affinché non si soffochino a vicenda.
Ognuno organizza il bancale a seconda della lunghezza delle proprie braccia. In questo modo non è necessario chinarsi: basterà infatti flettere le gambe per raggiungere il centro del bancale e raccogliere i vari prodotti.
Rispetto all’orto biologico, che utilizza i mezzi agricoli ed ha bisogno di terra, (spesso contaminata per via delle falde acquifere), la terra utilizzata all’interno dei bancali non presenta agenti inquinanti, perché è racchiusa all’interno dei “contenitori” in muratura.
Le tecniche di irrigazione della permacultura
L’acqua per l’irrigazione andrebbe mantenuta preferibilmente a temperatura ambiente e applicata con la tecnica “a goccia”.
Ciò evita di bagnare le foglie delle piante (con il caldo perdono sali ) e si riduce anche lo choc termico dato sia dal caldo dei raggi solari, sia dal freddo dell’acqua.
Sul terreno viene disposto un tubo di 16 mm di diametro che circonda l’orto. Per ogni attacco idrico si pone una valvola per il controllo del flusso di acqua e una volta istallati, i tubi a goccia restano in loco perennemente. Nel caso in cui si otturino, basterà semplicemente fare altri fori.
I bancali e i corridoi devono sempre essere coperti di paglia, foglie secche e rametti naturali, che mantengono al suolo l’umidità d’estate ed il calore d’inverno (pacciamatura). Quando la paglia si decompone, produce miceli (filamenti vegetali, agglomerati filiformi di funghi) che proteggono le piante dagli aggressori microbiologici. Inoltre la cellulosa contenuta nella paglia, apporta carbonio utile ai microorganismi compatibili con la crescita delle piante e favorisce lo sviluppo di batteri benefici.
Perché la forma a “spirale”?
Poiché si tratta di una tecnica basata su una concezione di vita “filosofica”, si è pensato alla spirale perché essa, insieme con il sistema stellare intero ci trasmette un’energia grandiosa. Secondo i guru della meditazione orientale, se ci si mette al centro di una spirale, preferibilmente di notte, la nostra mente inizia a spaziare in mondi infiniti fino a raggiungere la Luce, fonte primaria di energia.
Permacultura: una tecnica che risale a epoche passate
Pare che gli orti sinergici risalgano ad epoche antichissime, quando l’uomo viveva in perfetta sintonia con l’ambiente, all’interno di giardini permanenti. Secondo i botanici, anche i famosi cerchi di grano inglesi, i “crop circle” non sarebbero messaggi alieni, come ipotizzato di recente, ma dei veri e propri orti sinergici del passato.
Benefici della permacultura
- Con questa tecnica si evitano le lavorazioni artificiali e si seminano una gran varietà di piante. Cose che favoriscono la fertilità del terreno anno dopo anno;
- I prodotti ottenuto sono eccellenti in termini di qualità e sapore. Hanno inoltre una maggiore resistenza agli agenti patogeni;
- Ma quel che è più interessante, è che questa tecnica restituisce alla terra, in termini energetici, più di quanto si prende, promuovendo i meccanismi di auto-fertilità del suolo e facendo dell’agricoltura un’attività umana sostenibile.
Ona: ambiente, salute e tecnica devono andare di pari passo
L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), ritiene che la salute vada tutelata sotto ogni punto di vista così come l’ambiente.
Fonti
La rivoluzione del filo di paglia Masanobu Fukuoka
The Natural Way of Farming– Masanobu Fukuoka