Chi ne ha diritto alla pensione di reversibilità e come funziona? In questa guida scopriamo tutto su come funziona la pensione di reversibilità, anche detta pensione ai superstiti. Vediamo quanto spetta alla moglie in caso di morte del marito, come si calcola, come si divide tra gli aventi diritto e quali sono le novità per il 2022.
Scopriamo anche come ottenere l’assistenza legale in caso di concorso tra coniuge ed ex coniuge. Vediamo anche cosa succede in caso di decesso per malattia professionale, dove la pensione di reversibilità va a sommarsi alla rendita INAIL e agli altri benefici previdenziali cui hanno diritto i supertisti della vittima.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto si occupa di prevenzione delle esposizioni ad amianto e ad altri cancerogeni e ne difende dal punto di vista legale le vittime. La consulenza gratuita permette di conoscere i propri diritti e di richiedere l’assistenza legale per ottenere la reversibilità della rendita INAIL e degli altri benefici previdenziali a favore degli eredi legittimi, compreso il risarcimento integrale dei danni.
Pensione di reversibilità: cos’è?
Cos’è la pensione di reversibilità? La pensione di reversibilità è un trattamento pensionistico che è riconosciuto ai superstiti del pensionato deceduto oppure ai superstiti del soggetto deceduto che ancora non ha maturato il diritto alla pensione.
In questo caso però il trattamento viene definito “pensione indiretta” e spetta solo se il soggetto ha maturato 15 anni di anzianità contributiva e assicurativa o 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva di cui 3 anni, come minimo, nei 5 anni che precedono la morte.
Chi ha diritto alla pensione di reversibilità?
Solo i soggetti a carico del deceduto possono avere diritto alla pensione ai superstiti. Bisogna quindi non possedere i requisiti reddituali che ne fanno un soggetto autonomo dal punto di vista economico e quindi in grado di mantenersi da solo. La pensione ai superstiti viene quindi riconosciuta solo ai parenti a carico del defunto, mantenuti abitualmente dallo stesso.
Come funziona la pensione di reversibilità?
Il diritto alla pensione di reversibilità è un autonomo diritto di natura previdenziale, con decorrenza dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato. Trova la sua giustificazione nel principio della solidarietà familiare.
La pensione di reversibilità spetta al coniuge superstite anche separato o divorziato se titolare di assegno divorzile. Spetta ai figli (anche adottivi o affiliati) minorenni o inabili al lavoro, studenti entro il 21° anno di età o 26° se universitari e a carico. Spetta anche ai nipoti a carico del pensionato alla sua morte e ai genitori e fratelli e sorelle del pensionato defunto, sempre se a carico. In seguito vedremo nel dettaglio quanto spetta a ognuno degli aventi diritto e come si calcola.
Chi percepisce la pensione di reversibilità ha diritto, al raggiungimento dei requisiti, anche alla pensione di vecchiaia. Percepirà, quindi, sia il trattamento diretto (la pensione INPS) che il trattamento indiretto (la pensione di reversibilità).
Quando il coniuge ha diritto alla pensione di reversibilità?
Il coniuge matura il diritto alla pensione di reversibilità dopo un mese dal decesso, anche se separato legalmente o divorziato. Questo purché titolare di un assegno periodico divorzile, l’anteriorità del rapporto da cui trae origine il trattamento pensionistico alla sentenza di divorzio e il non non passaggio a nuove nozze.
L’ex coniuge titolare dell’assegno post-matrimoniale, oltre alla pensione di reversibilità, ha diritto anche a tutte le indennità previste per il coniuge deceduto.
Tra queste citiamo la rendita INAIL per malattia professionale e l’accesso al Fondo Vittime Amianto per malattie asbesto correlate nel caso in cui il coniuge deceduto sia morto in seguito ad una malattia causata dall’amianto. L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, presieduta dall’Avvocato Ezio Bonanni, è in prima linea in Italia nella lotta all’amianto e si occupa di difesa legale degli esposti a cancerogeni. Questo per l’ottenimento dei diritti e dei benefici previsti dalla legge, compresi quelli a favore dei superstiti.
Come dividere la pensione di reversibilità tra prima e seconda moglie?
La legge n. 898/1970 che disciplina i casi di scioglimento di matrimonio, conferisce un autonomo diritto alla pensione di reversibilità sia all’ex coniuge che al coniuge superstite, qualora entrambi posseggano i requisiti, che abbiamo già elencato, per la sua attribuzione.
Il terzo comma dispone infatti che “qualora esista un coniuge superstite avente i requisiti per la pensione di reversibilità, una quota della pensione e degli altri assegni a questi spettanti è attribuita dal Tribunale, tenendo conto della durata del rapporto, al coniuge rispetto al quale è stata pronunciata la sentenza di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio e che sia titolare dell’assegno di cui all’art.5 …”.
Quindi il legislatore ha stabilito che la pensione di reversibilità, in caso di concorso tra ex coniuge e coniuge superstite venga attribuita tenendo conto della “durata del rapporto matrimoniale”.
La Giurisprudenza ha affermato con sempre più enfasi nel corso degli anni che il criterio della durata del rapporto non può essere considerato l’unico parametro per il calcolo. Si devono utilizzare insieme ad esso anche altri criteri, come l’ammontare dell’assegno divorziale e le condizioni economiche dei coniugi concorrenti.
Pensione di reversibilità ai figli
Oltre che al coniuge e all’ex coniuge, come già accennato, la reversibilità spetta anche ai figli. Spetta sempre a i figli minori di 18 anni.
Ne hanno anche diritto i figli studenti di scuola media secondaria di età compresa tra i 18 e i 21 anni, a carico del genitore che è deceduto, purché non svolgano attività lavorativa.
Per quanto riguarda i figli studenti universitari la pensione di reversibilità spetta per tutta la durata del corso di laurea ma non oltre i 26 anni,. Sempre se a carico del genitore deceduto e purché non svolgano attività lavorativa.
La pensione ai superstiti spetta ai figli inabili, a prescindere dall’età, purché a carico del pensionato.
Reversibilità ai genitori
In alcuni casi la pensione di reversibilità spetta anche ai genitori, ma in questo caso il pensionato non deve aver lasciato in vita né coniuge, né figli, né nipoti.
I genitori, poi, dovevano essere a suo carico al momento del decesso, avere almeno 65 anni di età e non devono essere titolari di pensione diretta o indiretta.
Reversibilità a fratelli e sorelle
La pensione di reversibilità, in mancanza di coniuge, figli, nipoti e genitori, può spettare anche ai fratelli celibi e alle sorelle nubili, purché a carico del defunto e inabili al lavoro.
Durata della pensione ai superstiti
Il diritto alla pensione di reversibilità non sempre è a tempo indeterminato. Vediamo quindi quali sono i fattori che ne possono ridurre la durata.
Per il coniuge cessa nel caso in cui egli contragga un nuovo matrimonio. Gli viene concesso il diritto, però, a due annualità della quota di pensione, nella misura spettante alla data delle nuove nozze, una tantum e compresa la tredicesima.
I figli minori, come già detto, cessano di avere diritto alla reversibilità al compimento dei 18 anni. A meno che non siano studenti o studenti universitari, nel qual caso la soglia si eleva, rispettivamente, a 21 anni e a 26 anni di età. I figli inabili perdono il diritto se viene meno il loro stato di inabilità.
Lo stesso discorso fatto per i figli vale per i nipoti.
I genitori, invece, non beneficiano più della reversibilità se conseguono un’altra pensione. Mentre i fratelli e le sorelle se conseguono un’altra pensione, contraggono matrimonio o cessano di essere inabili.
Indennità una tantum ai superstiti
L’indennità una tantum è un trattamento che viene erogato in favore dei superstiti di quei soggetti che non hanno ancora maturato il diritto alla pensione, ma che erano assicurati e la cui pensione sarebbe stata calcolata solo con il metodo contributivo.
L’indennità viene corrisposta una tantum e l’importo corrisponde alla pensione sociale in vigore al momento del decesso dell’assicurato, somma che viene moltiplicata per il numero delle annualità di contribuzione che è stata accreditata in favore del lavoratore.
Pensione di reversibilità: come si calcola?
La pensione di reversibilità non prevede l’erogazione dell’intero importo che spettava al defunto, ma solo una quota percentuale di esso.
Essa varia a seconda del grado di parentela dell’avente diritto al trattamento.
Elenchiamo qui di seguito le percentuali:
- 60%, se a beneficiarne è solo il coniuge,
- 70%, se è erogata in favore di un solo figlio,
- 80%, se gli aventi diritto sono il coniuge e un figlio o due figli senza coniuge,
- 100%, se ad avere diritto alla reversibilità sono il coniuge e due figli o tre o più figli.
Quali sono i redditi non cumulabili con la pensione di reversibilità?
La quota di reversibilità può essere cumulata anche con redditi personali. Purché nel limite dei 20449,26 euro circa l’anno (3 volte il trattamento minimo INPS che per il 2022 è pari a 524,34 euro al mese).
Se i superstiti possiedono redditi superiori, la somma di denaro erogata subisce una decurtazione che varia a seconda dell’ammontare del reddito. La decurtazione è del 25% in caso di importo superiore a tre volte il trattamento minimo annuo del fondo pensioni lavoratori dipendenti; del 40% se l’importo è superiore a quattro volte il trattamento minimo annuo del fondo pensioni lavoratori dipendenti. Oppure del 50%, con importo superiore a cinque volte il trattamento minimo annuo del fondo pensioni lavoratori dipendenti.
Chi ha la pensione di reversibilità deve fare il Red?
Nel caso in cui si sia titolari di redditi non cumulabili con la pensione di reversibilità sarà necessario compilare il RED. Il RED è una dichiarazione che l’INPS richiede annualmente ai pensionati titolari di prestazioni legate al reddito. Serve per stabilire l’entità della eventuale riduzione da applicare.
Come si divide la pensione di reversibilità?
La quota percentuale della pensione di reversibilità spettante alla moglie del coniuge deceduto è del 60% se non vi sono figli. Dell’80% se c’è un unico figlio e del 100% in presenza di due o più figli.
Quanto spetta a una vedova della pensione del marito?
Quindi quanto spetta alla moglie della pensione del marito? La pensione di reversibilità per la moglie del deceduto o per il marito della deceduta ammonterà al 60% del trattamento pensionistico.
In caso di ex coniugi e in presenza di un altro coniuge la divisione avviene calcolando una serie di parametri tra cui la durata dei rispettivi matrimoni.
Che novità ci sono per le pensioni di reversibilità?
Le novità sulle pensioni di reversibilità per il 2022 riguardano l’aumento della pensione ai superstiti.
Grazie alla rivalutazione, fino all’1,7%, degli importi delle pensioni, seppur di poco, aumentano. L’adeguamento, o perequazione delle pensioni, avviene infatti nell’anno in corso, nella misura percentuale definita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Le pensioni di reversibilità aumenteranno quindi dai 25 ai 73 euro.
La percentuale di rivalutazione non è sempre applicata infatti nella misura dell’1,7%, ma varia al variare dell’importo della pensione.
Assistenza legale
L’ONA fornisce un servizio di assistenza gratuita per le vittime, in particolare per coloro che sono stati esposti ad amianto, e per i familiari. Non vi è solo la tutela legale gratuita, ma anche l’assistenza medica e tecnica.