Amianto nel poliambulatorio Asp di via Turrisi Colonna, a Palermo. Il terzo piano dello stabile è stato chiuso per partire con la bonifica del minerale cancerogeno. Una buona notizia, quella dei lavori che libereranno la struttura della così detta fibra killer. Che nasconde, però, una verità meno positiva.
A 30 anni dalla messa al bando poche le bonifiche
Dopo la legge 257 del 1992 che ha messo al bando l’asbesto, altro nome dell’amianto, infatti, non sono state disposte le bonifiche. Tutto è stato lasciato al caso e alla coscienza dei proprietari degli immobili e delle aziende cariche del minerale killer. I costi per smaltirlo sono spesso onerosi e l’amministrazione non ha previsto un piano coordinato per eliminarlo almeno dalle strutture pubbliche.
La conseguenza è stata che ancora oggi, tante scuole e tanti ospedali ancora contengono elementi in amianto. L’Ona – Osservatorio nazionale amianto, attraverso il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, e i tanti volontari, si batte da anni per promuovere la prevenzione primaria (vale a dire evitare le esposizioni), ma quello che serve sono i fondi. Oggi qualcosa si sta sbloccando, anche grazie al Pnrr. Il resto è lasciato alle singole amministrazioni. A Roma per esempio, soltanto ora, stanno partendo i cantieri per 111 scuole che presentavano ancora parti con amianto.
I lavori partiti a Palermo rientrano, invece, come spiega PalermoToday.it, nel Piano operativo ambiente Fsc 2014/2020 che prevedeva interventi del genere per edifici pubblici scolastici e ospedalieri.
Amianto nella pavimentazione del poliambulatorio
Nel poliambulatorio di via Turrisi Colonna l’asbesto sarebbe contenuto nella pavimentazione in linoleum e nella colla utilizzata per bloccarlo. Il terzo piano è stato isolato. I lavori sono partiti il 2 marzo scorso e ovviamente il luogo è interdetto ai non addetti. La Asl ha, comunque, comunicato che l’amianto era sigillato e quindi in qualche modo le fibre tanto pericolose non hanno potuto creare danni alla salute né agli operatori, né a chi ha frequentato l’immobile. Gli ambulatori del terzo piano sono stati spostati per non interrompere il servizio.
L’amianto, come denuncia da tempo il presidente Ona anche attraverso numerose pubblicazioni, è cancerogeno. Ne “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022” si legge che già nei primi del ’900 la sua pericolosità era nota. I lavoratori che per la loro attività ne venivano in contatto, infatti, avevano spesso malattie legate all’apparato respiratorio.
Il fenomeno amianto in Italia
Negli anni ’40 il primo studio scientifico lo dimostra, poi seguito da altri negli anni ’60. Purtroppo però l’amianto sembra il minerale perfetto, sicuramente a fare soldi. Si trova in grandi quantità nella Penisola. Non è costoso perché di facile estrazione e è facilmente lavorabile. Però una volta utilizzato è molto più resistente di altri materiali e, se ciò non bastasse, è anche ignifugo e fonoassorbente. Rinunciarvi era quasi impossibile.
Le malattie che causa (mesotelioma, tumori e asbestosi), si manifestano anche 30 o 40 anni dopo l’esposizione e questo ha ritardato anche la consapevolezza dei lavoratori e della popolazione sui rischi. Un mix di motivi che ha portato al dramma che oggi in tanti conoscono. Oltre 7mila decessi l’anno per amianto, secondo una stima dell’Ona. Tanti malati che aspettano risarcimenti che gli enti preposti ostacolano costringendo a lunghi ed estenuanti ricorsi giudiziari. E tanto dolore.