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venerdì, Novembre 8, 2024

Processo Ilva ter: ONA parte civile per le vittime dell’Ilva

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L’ONA come parte civile per le vittime dell’ Ilva

Processo ILVA ter: è stata rinviata al prossimo 18 dicembre l’udienza del processo ILVA ter, che vedeva l’ONA presente come parte civile.

Il Tribunale di Taranto, ufficio del Giudice per l’udienza preliminare, udienza 09.10.2018, procedimento penale n. 10136/2011 RG NR e n. 3214/2012 RG GIP, GUP Dott. Ruberto, a carico di Giambattista Spallanzani, direttore dell’Italsider tra il 1973 e il 1978, Sergio Noce, direttore tra il 1978 e il 1982, Attilio Angelini, direttore tra il 1984 e il 1987, Francesco Chindemi, direttore tra il 1989 e il 1993, Nicola Muni, direttore tra il 1993 e il 1995, Ettore Salvatore, direttore tra il 1995 e il 1996, Luigi Capogrosso, direttore tra il 1996 e il 2012; i tre capi reparto Pietro Loforese, Elio Buono ed Emanuele Imperiale e i medici Giancarlo Negri e Luciano Greco, l’ONA era presente con l’Avv. Fabio Alabrese e con l’Avv. Giovanni Gentile, per costituirsi parte civile, per ottenere prima di tutto la giustizia per le vittime, e poi per supportare l’azione della pubblica accusa. 

«Il GUP ha disposto il rinvio della causa all’udienza del 18.12.2018. L’ONA formalizzerà la costituzione di parte civile, con richiesta di citazione a carico della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero delle attività produttive, in quanto, ove gli imputati fossero non solvibili, lo Stato dovrà risarcire le vittime» – dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. Spallanzani, Noce e Angelini, sono stati già stati condannati dalla Corte d’Appello di Taranto, a giugno del 2017, per la morte di altri 5 operai dell’Italsider-Ilva, a pene varianti tra 2 anni e 2 anni e 8 mesi.

Le vittime, come si legge nel capo di imputazione, hanno lavorato nello stabilimento siderurgico più grande d’Europa per oltre 20 anni senza mai ricevere alcuna protezione e senza essere mai stati informati sul rischio amianto.
La richiesta di rinvio a giudizio, è stata firmata dal sostituto procuratore Giorgia Villa.

I casi di mesotelioma in Puglia, parla l’ONA

Le ipotesi di reato sono cooperazione colposa in omicidio colposo e in lesioni personale gravissime colpose per imprudenza, negligenza, imperizia e inosservanza delle norme sull’igiene del lavoro. Messi agli atti i certificati di malattia professionale rilasciati dall’INAIL e quelli degli accertamenti dello SPESAL, il Servizio Prevenzione e Sicurezza Negli Ambienti di Lavoro.

Secondo il RENAM, Registro Nazionale Mesoteliomi per la Puglia, coerentemente con le rilevazioni dell’Osservatorio Nazionale Amianto, negli ultimi 20 anni sono stati censiti 1191 casi di mesotelioma, pari al 4,4% su base Nazionale, di questi il 40% solo a Taranto, pari a 472 casi. Di questi ultimi, il 70% sono occupazionali; la restante parte, comunque è attribuibile all’area siderurgica.

Le attività dell’ONA e l’assistenza in favore dei cittadini

Lo sportello Amianto ONA Taranto è già al servizio di lavoratori e cittadini esposti e vittime amianto. I cittadini di Taranto potranno ottenere assistenza contattando lo sportello amianto al numero verde 800 034 294.

L’Osservatorio Nazionale Amianto ha costituito il dipartimento Ricerca e Cura del mesotelioma, al quale tutti i cittadini possono rivolgersi attraverso il sito istituzionale al link.

I dati e i numeri della strage L’ONA:

attraverso le sue rappresentanze territoriali, in circa 10 anni di attività nel capoluogo jonico, oltre ad aver sollevato il problema amianto, è stata protagonista, nella società, e nelle aule di giustizia, chiedendo che fossero rispettate le misure di sicurezza.

La strage amianto e altri cancerogeni presso l’ILVA di Taranto e nella città di Taranto:

  • 472 casi di mesotelioma, registrati nella sola città di Taranto nel periodo dal 1993 al 2015 (Complessivamente in Puglia negli ultimi vent’anni sono stati censiti 1.191 mesotelioma e di questi il 40% sono a Taranto);
  • Il 400% in più di casi di cancro tra i lavoratori impiegati nelle fonderie ILVA;
  • Il 50% di cancri in più anche tra gli impiegati dello stabilimento, che sono stati esposti solo in modo indiretto;
  • Il 500% di cancri in più rispetto alla media della popolazione generale, della città di Taranto, non impiegata nello stabilimento;
  • Tasso di incidenza del cancro, dell’intera città di Taranto, superiore alla media di tutte le altre città italiane.

L’Osservatorio Nazionale Amianto, attraverso il suo coordinatore territoriale Giovanni Gentile, e il coordinatore ONA Taranto, Pasquale Maggi, hanno censito, tra i soli cittadini che si sono rivolti all’associazione:

  • 360 casi di cancro polmonare e mesotelioma
  • 85 tumori della vescica
  • 316 broncopatie
  • 201 asbestosi
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