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domenica, Gennaio 26, 2025

ONA a Milano “Capitale italiana dell’amianto”

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Il presidente ONA Ezio Bonanni sbarca a Milano e parla ancora una volta del “killer silente” chiamato amianto. Milano è “la capitale dell’amianto con record di casi di mesotelioma” e in Lombardia ci sono stati “2000 decessi solo nel 2017 per patologie asbesto correlate” tuona l’Avvocato durante un dibattito presso il Tribunale a Milano, organizzato da ONA in collaborazione con Labour Network, titolato “Come difendersi dall’amianto: responsabilità civili, penali e profili previdenziali”.

La capitale dell’amianto con record di casi di mesotelioma

Milano sonnecchia?

In particolare- sottolinea il legale-a Milano si è vista particolare trascuratezza nelle misure di sicurezza che, seppur in sé poco efficaci, avrebbero diminuito le esposizioni e dunque l’impatto della fibra killer sulla salute dei lavoratori e dei cittadini”.

I servizi di assistenza ONA

L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA Onlus  e l’Avv. Ezio Bonanni tutelano i diritti di tutti i cittadini e lavoratori esposti e vittime dell’amianto e altri cancerogeni. L’associazione con il pool di tecnici, assiste i cittadini per la bonifica e messa in sicurezza dei siti contaminati (prevenzione primaria). In caso di esposizioni ad asbesto ed altri cancerogeni, si può chiedere il servizio di assistenza medica gratuita (prevenzione secondaria).

L’ONA guida la ricerca scientifica in materia di mesotelioma ed altre patologie asbesto-correlate. Fermo il ruolo della prevenzione primaria, la diagnosi precoce, e le terapie più tempestive, assicurano maggiori chance di guarigione, ovvero di maggiore sopravvivenza a migliori condizioni di salute. L’ONA guida anche il pool di legali, per la tutela di tutti i diritti delle vittime di malattia professionale, tra cui quelle asbesto correlate, per il prepensionamento e l’adeguamento dei ratei pensionistici, con i c.d. benefici contributivi per esposizione ad amianto.

Anche i lavoratori che sono ancora privi di malattia, hanno diritto ai benefici contributivi per esposizione ad amianto. In caso di insorgenza di malattia professionale, l’ONA avvia il percorso INAIL per l’indennizzo e/o la rendita. In caso di servizio reso nelle Forze Armate, ovvero in esposizione ad amianto ed altri cancerogeni, nel rapporto di pubblico impiego non privatizzato, la struttura medico legale dell’ONA avvia le domande amministrative di riconoscimento di causa di servizio e quelle di vittima del dovere. Tutte le vittime e i loro famigliari hanno diritto al risarcimento di tutti i danni. In caso di decesso, le somme sono liquidate ai famigliari, loro eredi legittimi.

assistenza ona

Cifre da fare accapponare la pelle.

In Lombardia ci sarebbe il 33% della presenza di amianto in Italia, con 207 mila contaminati, di cui il 12 per cento nel settore pubblico e l’88 per cento nel privato, per un totale di 6 milioni di metri quadrati. Di questi, 1,5 metri quadrati sono di amianto “in matrice friabile”.

Milano e l’hinterland sono in testa alla classifica, con 882 decessi (periodo 2000-2015), a Milano città sono stati 653. Seguono le province di Bergamo (564), Varese (453), Pavia (491), Monza e Brianza (394), Brescia (387), Como (237), Cremona (171), Lecco (166), Mantova (140), Lodi (112), Sondrio (83), Valcamonica (34

Stando ai dati ONA, dal 2000 i casi di mesotelioma sono in netto e costante aumento, in linea con le rilevazioni del registro mesotelioma Regione Lombardia. Dal 2000 al 2014 sono stati censiti in totale 5.897 casi. Nel 2017 sono stati segnalati attraverso la piattaforma interattiva ONA Repac più di 500 casi di mesotelioma. 

Non si devono inoltre trascurate tutte le altre patologie causate dall’amianto, che hanno provocato addirittura il doppio dei decessi rispetto a quelli provocati dal mesotelioma. Il totale per tutte le malattie di questo tipo in Lombardia lo scorso anno arriva appunto a 2 mila morti.

Una questione di costi?

Anche!

Pensate che la Regione dovrà spendere 400 mila euro per eseguire una mappatura totale dei siti contaminati. 

Una maturata consapevolezza 

Fortunatamente sono sempre più numerosi i soggetti che decidono di denunciare la presenza di amianto, anche e sopratutto all’interno delle aziende milanesi.

Per citare qualche esempio:

Un ex direttore generale di ATM (azienda tranviaria milanese) è stato scagionato dall’accusa di omicidio colposo per la morte di 6 lavoratori; 

10 dipendenti del Teatro della Scala sono morti per patologie asbesto correlate;

Alcuni dirigenti della Pirelli sono stati chiamati in causa per lo stesso motivo; 

Il titolare di una falegnameria è stato condannato in Cassazione per il decesso di un lavoratore.

Insomma, si continua a morire d’amianto?

Eccome!

Questo nonostante la fibra sia bandita con la legge 257/1992.

La magistratura cosa fa?

Il Pm Maurizio Ascione, che ha istruito numerose inchieste relative alla morte di operai finite con assoluzioni, ha dichiarato “il mondo del lavoro purtroppo deve registrare negli ultimi anni una lunga serie di casi di neoplasie dipendenti dalle fibre di amianto”.

Poi ha aggiunto “la magistratura sta seguendo un complesso e profondo percorso sulla tematica, atteso il principio della obbligatoria azione penale che poi, però, deve confrontarsi con la verifica della responsabilità penale che è personale. Forse però può diventare importante una riflessione, anche in altre sedi, prima di tutto del legislatore”.

Il timore di Bonanni…

Il Presidente Ezio Bonanni non è affatto sereno e sostiene “ la condizione di rischio in Lombardia, con particolare riferimento agli istituti scolastici e alle case popolari presenti nella città di Milano dovrebbero far riflettere”. E prosegue “ci sono 6 milioni di metri quadri, di cui 1,5 di amianto in matrice friabile, che hanno necessità di bonifica e smaltimento”. Se questo non dovesse avvenire, vi saranno altri malati e morti.

E del ricercatore…

Luciano Mitti, docente alla Temple University di Philadelphia, ha stilettato “la ricerca sul mesotelioma nel mondo ha sofferto di una scarsezza di fondi disponibili e in Italia, purtroppo, anche di una gestione politica delle risorse. Questo non ha impedito che in laboratori fuori dal nostro Paese ricercatori italiani stiano ottenendo risultati straordinari nel campo delle terapie”. 

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