Le persone con odori corporei simili hanno maggiori probabilità di diventare amiche istantaneamente
Odori e odori: uno strano meccanismo
Odori. Quando incontriamo per la prima volta delle persone, può capitare di avvertire “una scintilla immediata, che ci fa sentire come se fossimo già buoni amici da anni“.
A sostenerlo Inbal Ravreby del Weizmann Institute of Science (Israele), autrice del curiosissimo studio.
La ricerca è stata pubblicata su Science Advances.
Come è iniziata la ricerca sugli odori
Precedenti ricerche avevano evidenziato che quando conosciamo una persona nuova, ci “annusiamo” inconsciamente.
Accade ad esempio di portare la mano al naso dopo averla stretta a qualcuno.
Una questione di “chimica” insomma.
Questo fattore ha destato la curiosità della dottoressa Ravreby, la quale ha iniziato a chiedersi se effettivamente esista un nesso tra l’odore del corpo e la scelta delle nostre amicizie.
Nello studio (condotto insieme con i ricercatori Kobi Snitz and Noam Sobel), gli scienziati hanno dapprima intervistato alcune persone online.
In fase di colloquio, hanno chiesto loro se fosse mai scattata una sorta di “scintilla iniziale” con alcuni individui in particolare e, in caso positivo, di descriverla.
Sorprendentemente, continuavano ad emergere temi comuni tra tutti gli intervistati.
Nella maggior parte dei casi, essi sostenevano di sentirsi sulla stessa lunghezza d’onda di qualcuno, come se ci fosse della “chimica“. Avvertivano insomma un senso di legame e comprensione immediati.
Di conseguenza, Ravreby e i suoi colleghi hanno reclutato venti coppie di amici dello stesso sesso (di età compresa tra i 22 e i 39 anni) – metà femmine e metà maschi- che avevano sperimentato questa singolare esperienza al primo incontro.
Un naso elettronico “annusa amici”
Per raccogliere l’odore del corpo, ogni partecipante ha ricevuto un sapone non profumato e una maglietta di cotone.
In aggiunta, sono state fornite tutte le istruzioni necessarie, al fine di evitare prodotti profumati (altri saponi, profumi e lozioni) prima di indossare la maglietta.
Questa è stata portata per almeno sei ore durante la notte, per due notti di seguito.
Durante l’esperimento, i partecipanti hanno dovuto evitare il contatto stretto con gli animali domestici e con altre persone.
Inoltre hanno dovuto evitare di mangiare cibi che influenzassero gli odori del corpo come curry, asparagi e aglio.
Le magliette contenenti il “l’odore corporeo” di ciascun partecipante, sono state poi congelate durante la notte e conservate in un barattolo di vetro per l’analisi chimica.
Per l’esperimento, gli studiosi hanno utilizzato un “naso elettronico” – un dispositivo in grado di rilevare i componenti chimici degli odori.
L’apparecchio ha quindi annusato le magliette indossate da ciascuno dei partecipanti.
Cosa ha scoperto il naso elettronico?
Risultato? Il “naso elettronico” ha scoperto che l’odore del corpo era più simile tra le coppie di amici, che tra coppie casuali che si erano formate “random” tra i partecipanti.
Parallelamente, un gruppo composto da venticinque adulti (estranei alla ricerca), ha annusato le magliette dei partecipanti. Anche questo gruppo ha constatato che le coppie di amici avevano un odore più simile rispetto alle coppie casuali.
Successivamente, Ravreby e i suoi colleghi hanno reclutato altre diciassette persone che non si erano mai incontrate prima.
Come prima cosa, hanno usato il “naso elettronico” per analizzare i loro odori corporei. Ogni individuo ha poi “annusato” altri partecipanti dello stesso sesso.
I risultati si sono dimostrati coerenti con gli esperimenti precedenti. Le coppie che avevano odori più simili tra di loro, hanno difatti riferito di sentirsi attratte in maniera maggiore.
Al contrario, le persone eterosessuali sembrano essere attratte da membri del sesso opposto che hanno un odore diverso da loro.
Attenzione ai risultati
Utile specificare che il numero complessivo di persone coinvolte è piuttosto limitato e limitato a un caso specifico, progettato dagli autori dello studio.
Valentina Parma, psicologa che studia l’olfatto al Monell Chemical Senses Center di Philadelphia (che non ha lavorato allo studio), ha riferito a The Scientist:“Questi risultati forniscono un buon punto di partenza per rispondere a ulteriori domande”.
Jessleen Kanwal, che studia l’olfatto negli insetti al Caltech, California Institute of Technology università di Pasadena (California) ha trovato interessante questo nuovo studio.
Ritiene tuttavia che entrino in gioco altri fattori nella scelta delle amicizie, oltre al “fiuto”.
Secondo la dottoressa Kanwal, lo studio ha probabilmente ragione nell’identificare l’odore del corpo come un fattore che influenza amicizie e connessioni sociali.
“Il profumo è importante per le interazioni tra animali non umani, quindi è ragionevole supporre che lo sarebbe anche per gli esseri umani“, spiega.
Uno studio in fase di perfezionamento
La dottoressa Inbal Ravreby, afferma che il suo studio non è ancora in grado di spiegare perché l’odore del corpo sembri influenzare l’amicizia negli esseri umani.
Sta tuttavia progettando uno studio di follow-up, che tenterà di rivelarne i meccanismi.
La nuova ricerca prevede di manipolare l’odore corporeo dei partecipanti allo studio.
Il profumo verrà inserito all’interno di un macchinario di Risonanza magnetica funzionale (fMRI).
Poi gli studiosi scannerizzeranno l’attività delle regioni cerebrali associate all’olfatto e ai comportamenti sociali, mentre li esporranno agli odori del corpo che corrispondono o differiscono dai loro odori manipolati.
Cosa vuole dimostrare la ricerca
La ricerca dimostra che “tendiamo a diventare amici di persone come noi, ad esempio in termini di età, etnia, istruzione, religione, aspetto fisico, personalità e valori“, ha spiegato la dottoressa Ravreby.
Prerogativa che non appartiene solo agli esseri umani.
Non siamo gli unici “animali” a usare gli odori
Altri mammiferi usano l’odore come indizio per capire chi è amico o nemico. Basta pensare ai cani, che annusano le estremità posteriori a vicenda quando si incontrano.
“È davvero importante ricordare che siamo anche dei mammiferi e condividiamo alcuni comportamenti con altri animali“, ha precisato Ravreby.
“Mi sento di poter affermare che c’è chimica anche nella chimica sociale”, ha poi dichiarato a The Scientist.
Fonti
Science Advances, DOI: 10.1126/sciadv.abn0154