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martedì, Settembre 17, 2024

Obbligo vaccinale, respinto il ricorso di 50enni no vax

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Il Tribunale di Verona ha respinto il ricorso di alcuni 50enni che volevano evitare l’obbligo vaccinale. I giudici hanno spiegato che la richiesta di dichiarare l’impossibilità per i ricorrenti di osservare l’obbligo di vaccinazione anti Covid è inammissibile. Da una parte, infatti, ha spiegato, non è possibile prestare la tutela cautelare atipica con contenuto meramente dichiarativo.

Inoltre i ricorrenti non hanno ancora un interesse da perseguire. Dovrebbero, infatti, prima subire le conseguenze sanzionatorie per la mancata vaccinazione e, solo allora, contestare in sede giudiziale gli eventuali provvedimenti sanzionatori. L’ordinanza è del 21 febbraio scorso e mette un primo freno agli over 50 che, pur di non vaccinarsi, ricorrono in Tribunale. Con il rischio, come in questo caso, di pagare anche le spese.

Vaccini efficaci “solo” nella prevenzione dell’infezione

Secondo i ricorrenti i vaccini attualmente autorizzati in Italia sono destinati a prevenire la malattia causata dal virus Sars CoV-2, mentre il requisito essenziale per l’obbligo vaccinale è che questo sia efficace nella prevenzione dell’infezione.

I loro avvocati contestano poi il fatto che l’articolo 32 della Costituzione, e anche i principi generali dell’ordinamento, richiedono che ogni trattamento sanitario obbligatorio sia determinato. L’obbligo vaccinale per gli over 50, invece, sarebbe indeterminato quantitativamente. Ancora oggi si sa con precisione a quante dosi bisognerebbe sottoporsi. Ma anche temporalmente. Gli scienziati non hanno individuato, infatti, con precisione il periodo di tempo che deve intercorrere tra la somministrazione di una dose e le altre.

Le modalità di somministrazione violerebbero, infine, le disposizioni di legge in materia di prescrizione medica. Spesso gli operatori sanitari inoculano i vaccini in ambienti non ospedalieri. Il modulo di consenso che il vaccinando deve sottoscrivere contiene, oltre al consenso informato, anche l’autorizzazione.

Obbligo vaccinale, non farlo comporterebbe perdita stipendio

Chi ha presentato ricorso ha anche puntato sul fatto che, qualora non si sottoponessero alla vaccinazione, verrebbero considerati assenti ingiustificati dal lavoro. Per questo sarebbero privati dell’unica fonte di reddito di cui dispongono.

In questo senso, però, diversi giudici, in varie parti d’Italia finora hanno respinto tutti i ricorsi. Tutti tranne il Tar del Lazio che i primi giorni di febbraio scorso ha accolto il ricorso di un dipendente pubblico. L’uomo era stato sospeso dal lavoro e contestualmente aveva perso la retribuzione. Molti attendono però il pronunciamento nel merito.

L’ONA pronta a fornire assistenza legale

LOna – Osservatorio nazionale amianto, attraverso il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, garantisce assistenza legale alle vittime di amianto e alle loro famiglie. Così come alle vittime del dovere. L’associazione ha portato avanti la battaglia, ormai vinta, di riconoscere ai medici che, nel primo anno della pandemia, hanno perso la vita a causa del Covid, lo status di vittime del dovere.

Ora i professionisti dell’Ona sono pronti ad assistere anche chi, scegliendo di non vaccinarsi, è stato sospeso dal lavoro.

L’Osservatorio Nazionale Amianto ha realizzato in questo senso uno specifico strumento on-line di assistenza. Il servizio risponderà anche alle domande a quelle persone che ritengono di aver avuto effetti collaterali a causa del vaccino Covid.

Per richiedere una consulenza gratuita i lavoratori e i cittadini possono anche contattare il numero verde 800 034 294.

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Numero verde ONA

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