Il Governo ha disposto l’obbligo vaccinale, per arginare la diffusione del Covid, in primo luogo per gli operatori sanitari e poi per i militari e per il personale scolastico.
Ieri, 14 febbraio, il Tar del Lazio però ha spezzato un’altra lancia a favore di chi decide di non intraprendere il percorso vaccinale. Il giudice amministrativo ha infatti accolto il ricorso di 26 militari no vax e bloccato la sospensione dal servizio e contestualmente dello stipendio.
Il Tar del Lazio entrerà nel merito il prossimo 16 marzo, con una trattazione collegiale, al termine della quale deciderà sulla questione.
Per 26 appartenenti alle forze dell’ordine quindi, il Tar, ha bloccato il provvedimento di sospensione arrivato per la violazione dell’obbligo vaccinale. Previa, ove necessario – si legge nel provvedimento – disapplicazione dell’art. 2 del Decreto Legge n. 172 del 26.11.2021, convertito in Legge n. 3 del 21.01.2022, recante ‘Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali’. Previa, ove necessario, remissione alla Corte Costituzionale della questione di legittimità costituzionale dell’art. 2 del decreto legge n. 172 del 26.11.2021, convertito in legge n. 3 del 21.01.2022”. Il Tar prospetta, quindi, come sicuramente delineato anche nel ricorso, l’illegittimità costituzionale.
Covid, il Tar del Lazio aveva già bocciato la vigile attesa
Non è la prima volta che il Tar del Lazio prenda posizione contrarie a quelle del Governo. Con la decisione del gennaio 2022 aveva annullato parte della circolare del Ministero della Salute del 26 aprile 2021 nella parte in cui parlava della “vigile attesa” nei pazienti Covid. Una novità che aveva portato a rivalutare la ‘responsabilità medica Covid’. Il provvedimento era stato poi sospeso, il 19 gennaio scorso, dal Consiglio di Stato che poi si era pronunciato nel merito, il 9 febbraio successivo.
Avevano spiegato i giudici amministrativi che le linee guida emanate dal ministero altro non sarebbero che “mere raccomandazioni”. Non “prescrizioni cogenti”, dunque, ma “indicazioni orientative” che i medici di medicina generale devono considerare solo come “parametri di riferimento”.
Il comitato che aveva presentato il ricorso al Tar però ha ottenuto il suo scopo, almeno in parte. Le parole “vigilante attesa” sono state eliminate dalle nuove linee guida del Ministero della Salute. Nuove linee guida aggiornate il giorno dopo la pronuncia del Consiglio di Stato.
Il ministro Speranza ha mantenuto invariato il “costante e accurato monitoraggio” del malato. Le linee guida sconsigliano ancora l’idrossiclorochina, gli antibiotici e le benzodiazipine.
Obbligo vaccinale, il Tar del Lazio voce fuori dal coro
Già il 7 febbraio scorso il Tar del Lazio aveva bloccato il provvedimento di un Ente pubblico che aveva sospeso un dipendente no vax. In quel caso il giudice amministrativo aveva spiegato che “in relazione alla privazione della retribuzione e quindi alla fonte di sostegno delle esigenze fondamentali di vita, sussistono profili di pregiudizio grave e irreparabile. Tali da non tollerare il differimento della misura cautelare sino all’esame collegiale”. Esame che ha rinviato a fine febbraio.
Altri giudici avevano invece, in diverse parti d’Italia, avevano bocciato i ricorsi di chi ha deciso di non vaccinarsi contro il Covid 19. Confermando in questo modo la possibilità di sospendere lo stipendio di chi violava l’obbligo di vaccinazione per poter accedere ai luoghi di lavoro.
Obbligo vaccinale e la tutela legale dell’Ona
L’Ona – Osservatorio nazionale amianto, attraverso il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, fornisce assistenza legale ai lavoratori che hanno contratto patologie asbesto correlate, ma non solo. Per questo, grazie ai suoi esperti e professionisti, è pronto ad assistere anche le persone che sono state colpite dal Covid 19 o i loro familiari, e credono in qualche modo di essere state lese nei propri diritti. Allo stesso modo è pronta, grazie ad una squadra di esperti e professionisti, ad assistere chiunque creda di essere stato leso nei suoi diritti a causa della pandemia.
Non a caso l’Ona ha costituito uno specifico sportello on-line di assistenza. Le attività dell’Ona mirano anche a salvaguardare gli stessi sanitari. L’associazione si è battuta e ha ottenuto che fossero riconosciuti vittime del dovere i sanitari vittime del Covid-19.