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domenica, Maggio 18, 2025

Nuova vittoria nella guerra contro l’amianto, sentenza definitiva per ex militare morto di mesotelioma

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Un killer che non lascia scampo, un assassino che non impugna coltelli, non spara, non urla. Discreto come la polvere, senza ritegno non chiede permesso, non si fa notare. L’amianto è capace di aspettare decenni prima di uccidere, una volta che ti è entrato dentro indossando la maschera composta dalle fibre tragiche del progresso, un dono avvelenato che si insidia nell’espressione esistenziale per eccellenza: il respiro.

Soldato in prima linea contro questa “metafora del male moderno” come da lui stesso è definita, è l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ ONA – Osservatorio Nazionale Amianto. Una guerra che sta vincendo conquistando sempre più battaglie contro l’asbesto e per le vittime del dovere, per le quali è impegnato da oltre trent’anni.
Vittorie che avvengono nel contesto delle aule dei Tribunali, ma “non si dovrebbe arrivare a far causa per il riconoscimento della dignità umana”, afferma Bonanni.

Giustizia per il marinaio ucciso dall’amianto

Numerosi sono i cantieri navali e le basi arsenalizie e le navi di vecchia generazione, contaminati dall’amianto. Ciò ha provocato una tragedia di malattie asbesto correlate. Una di queste storie riguarda un ex militare di origini pugliesi, morto per mesotelioma nel 2020. Ora la sentenza del Tribunale di Trani risuona come il Bollettino della Vittoria di Diazana memoria contro la morte.

L’uomo ha prestato servizio nella Marina Militare come radiotelegrafista, dal 13 luglio 1962 al 31 luglio 1964, a bordo di navi di vecchia generazione. Esposto alle fibre cancerogene, avrebbe respirato fibre di amianto 24 ore al giorno e nel 2013 si ammalò del “cancro dell’amianto” contro cui ha combattuto fino alla morte, nel febbraio 2020.

Importanti traguardi ottenuti, ma non finisce qui

Dopo aver ricevuto la terribile diagnosi, il militare ha chiesto il riconoscimento della causa di servizio e dello status di “Equiparato a vittima del dovere”, con i conseguenti benefici di legge. Solo dopo il decesso, grazie all’operato dell’avv. Ezio Bonanni e il supporto dell’ONA, la vedova e i figli orfani hanno ottenuto il riconoscimento con la sentenza del Tribunale di Trani. Secondo quanto dichiarato, il ministero della Difesa dovrà corrispondere alla vedova la speciale elargizione e i ratei arretrati, per un totale di circa 400mila euro, oltre al vitalizio mensile di circa 2.400 euro.

A circa 5 anni dalla scomparsa del militare, abbiamo ottenuto giustizia. Oltre al riconoscimento di vittime del dovere, ora che la sentenza è passata in giudicato, possiamo procedere ad un ulteriore giudizio di risarcimento del danno. In ogni caso continuiamo il nostro impegno in favore delle vittime dell’amianto e delle vittime del dovere”, ha affermato Ezio Bonanni.

Una vicenda non ancora conclusa

Agli orfani è stato negato il diritto al risarcimento in quanto non nel carico fiscale al momento del decesso del padre e adesso dovranno rivolgersi al Tribunale Civile per ottenere l’integrale ristoro dei danni. Sia riguardanti la perdita parentale sia quelli da lutto.

Il vero orrore dell’amianto

Il killer continua ad essere respirato e a respirare tra noi considerato che in Italia ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di amianto ancora da bonificare.
Un’atrocità che ritroviamo non solo nella morte delle vittime, ma nella complicità e nell’indifferenza, nella lentezza della giustizia.

Quanto vale un respiro?

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